Attualità - 13 dicembre 2025, 08:21

La Diocesi Savonese all'ascolto delle persone LGBT. Padre Piva: "Aiutati a sentirsi a casa nella Chiesa cattolica"

Uscire da una logica escludente, il riconoscimento della dignità della persona e l’accompagnamento affettivo delle persone omosessuali e delle loro famiglie

La Diocesi Savonese all'ascolto delle persone LGBT. Padre Piva: "Aiutati a sentirsi a casa nella Chiesa cattolica"

Una Chiesa che si apre all’ascolto delle persone LGBT che vogliono vivere la fede nella sua pienezza. È stato questo il tema dell’incontro di ieri, 12 dicembre, al Seminario vescovile “La preziosità degli affetti: una Chiesa in ascolto delle persone LGBT”, promosso dall’area pastorale Formazione e Annuncio della Diocesi di Savona-Noli.

Relatore dell’incontro padre Pino Piva, gesuita bolognese che si occupa di accompagnamento, formazione e spiritualità “dalle frontiere” e che da anni segue lesbiche, gay, bisessuali e persone trans, insieme alle loro famiglie, offrendo percorsi di ascolto e preghiera.

Uscire da una logica escludente, il riconoscimento della dignità della persona e l’accompagnamento affettivo delle persone LGBT e delle loro famiglie sono stati tra i temi affrontati nell’incontro, nel contesto del cammino sinodale e delle sue proposte.

"Non abbiamo paura – dice la Chiesa – di usare l’acronimo LGBT – ha spiegato padre Piva –. La Chiesa ha il coraggio di usare nuovi approcci, dove la dottrina non risponde più alla concretezza del reale. Anche i genitori vanno aiutati a riconoscere nei loro figli un dono, perché i figli sono un dono di Dio".

"Stiamo attenti – ha aggiunto – quando un giovane si confida con noi: è un abuso spirituale dire a un giovane omosessuale che ha bisogno dello psicologo o di una “riconversione”. Fate attenzione a chi considera l’orientamento sessuale come una malattia: sappiamo bene che non lo è. Dal 1991 l’OMS ha tolto l’omosessualità dall’elenco delle malattie psichiatriche".

Il riferimento va al libro del Sinodo diocesano “Chiesa di Savona, prendi il largo”, in particolare al punto 89, “Famiglia, realtà al plurale”.

"Le famiglie 'diverse' – si legge nel Libro sinodale – non devono sentirsi fuori posto, le famiglie “normali” non devono sentirsi a posto. La realtà, con le persone che la costituiscono, è una pluralità di relazioni e di situazioni di vita, famiglie al plurale: non abbiamo “uno stereotipo della famiglia ideale” da difendere o da imporre, ma “un interpellante mosaico formato da tante realtà diverse, piene di gioie, drammi e sogni”.

"Ci sentiamo a casa in una Chiesa che promuove relazioni autentiche- prosegue il Libro sinodale, in cui non si abbia paura di esprimere la tenerezza del proprio vissuto affettivo. Tra noi scopriamo innanzitutto il dono di coppie sposate che, nella loro pluralità e senza inorgoglirsi, vivono il sacramento del matrimonio scommettendo “su un amore forte, solido, duraturo, capace di far fronte a tutto ciò che si presenti sulla loro strada”. Questo non sminuisce tutte le altre forme di relazione che desiderano abitare nell’amore ed essere amore, nella complessità del mondo contemporaneo, né la realtà affettiva delle case religiose, delle case delle coppie omosessuali, delle case dei single e della “casa solitaria” di chi non ha instaurato relazioni formali. Ciascuna di esse porta con sé ricchezze e potenzialità da scoprire, benedire e sviluppare insieme nella Chiesa (Fiducia supplicans 31), che ritrova la sua unità in Cristo e, con Lui, fa spazio a ogni esperienza di vita: le relazioni offrono un senso per scoprire l’umano".


 

Elena Romanato

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