Un uomo di 50 anni, originario di Loano, è stato riconosciuto responsabile dal G.u.p. di Savona di un solo episodio di lesioni personali in danno dell’ex convivente, commesso nell’agosto 2023, con condanna alla pena – sospesa – di mesi 2 e giorni 10 di reclusione.
Nel medesimo procedimento l’imputato è stato assolto dall’originaria contestazione di maltrattamenti in famiglia, che aveva in un primo momento giustificato, presso il Gip di Cuneo, l’applicazione della misura cautelare del divieto di avvicinamento con braccialetto elettronico.
L’unica condanna oggi pronunciata riguarda un’ipotesi di lesioni personali procedibile a querela di parte e non aggravata, fattispecie che – in assenza di specifiche aggravanti o di ulteriori titoli di reato – non rientra nel catalogo tipico dei fatti per i quali l’ordinamento consente l’adozione di misure cautelari particolarmente incisive come il braccialetto elettronico.
"Alla luce della 'verità processuale' come definita dalla sentenza odierna, il quadro cautelare iniziale risulta dunque radicalmente ridimensionato, tanto da potersi affermare che, se già all’epoca fosse stato noto l’esito odierno (una sola lesione lieve, procedibile a querela e non aggravata ndr), l’applicazione di una misura così gravosa e invasiva non sarebbe stata astrattamente ammissibile - spiega l'avvocato Giovanni Maglione, legale del 50enne - Il procedimento era nato, infatti, da un’imputazione ben più ampia, che cumulava l’ipotesi dei maltrattamenti con più episodi lesivi, e proprio tale cornice aveva indotto la pubblica accusa a chiedere – e il Gip a concedere – il monitoraggio mediante braccialetto elettronico a tutela della persona offesa".
"L’esito del rito abbreviato ha però circoscritto la responsabilità penale a un singolo fatto di lesioni, con pena modesta e sospesa, marcando una distanza significativa tra la ricostruzione iniziale e quella cristallizzata nella decisione del G.u.p. di Savona. In termini strettamente tecnici, la discrepanza tra il quadro cautelare del 2024 e quello sanzionatorio definito nel 2025 ripropone il tema del rigoroso rispetto dei presupposti di legge per l’applicazione delle misure coercitive, specie quando si tratti di strumenti altamente invasivi della libertà personale come il braccialetto elettronico. Il caso in esame offre così l’occasione per ribadire l’esigenza che le misure limitative vengano calibrate in modo strettamente proporzionato alla gravità dei reati effettivamente configurabili, evitando che l’anticipazione cautelare produca, nei fatti, effetti più afflittivi della stessa condanna poi pronunciata", conclude l'avvocato Maglione.





