Non è piaciuto alle opposizioni l'atteggiamento della maggioranza di fronte alle assenze nella scorsa seduta del Consiglio Comunale finalese. E lo hanno ampiamente rimarcato nel resto del dibattimento, prima di affrontare i punti all'ordine del giorno.
A poco più d'una settimana di distanza dalla discussa convocazione dello scorso 4 dicembre, il parlamentino di Finale Ligure è tornato a riunirsi ieri (17 dicembre, ndr) in un'adunanza il cui dibattito è stato caratterizzato in avvio proprio dal tentativo di provare a risolvere gli strascichi dell'accaduto. Il vulnus era chiaro: l'assenza totale tredici giorni prima dell'intera minoranza. Seppur con ragioni differenti.
"Vorrei sapere quante ore di straordinario hanno fatto i dipendenti del Comune negli ultimi due mesi", ha esordito nel question time tra il provocatorio e l'ironico ma con un esplicitato poi invito al rispetto istituzionale del Consiglio Comunale, la consigliera Simona Simonetti di "Scelgo Finale", allo scorso appuntamento assente per questioni di salute, rifacendosi a una citazione del sindaco.
Ma nel mirino sono finiti anche il presidente del Consiglio Giuseppe Testa e il capogruppo Andrea Calcagno per le loro affermazioni. Parole per le quali gli esponenti di maggioranza hanno chiesto venia scusandosi se potevano in qualche modo essersi espressi in maniera da essere fraintesi. Eppure non è bastato.
Dal gruppo "Impegno x Finale", assente la scorsa volta per protestare contro un rinvio "che di fatto sarebbe stato, fino alla data richiesta del 9 dicembre, solamente di un giorno lavorativo considerate le festività e il week end" è infatti arrivata una presa di posizione formale, con un atto di censura verso la massima carica dell'assemblea, ovvero il presidente Testa. "Il presidente è tenuto a garantire l'imparzialità, il corretto funzionamento dell'assemblea, il rispetto dei diritti di tutti i consiglieri comunali - ha letto il capogruppo Andrea Guzzi - Lo scorso 4 dicembre ha etichettato le nostre richieste come infantili e pretestuose, raccontando anche una barzelletta. Comportamenti che rischiano di delegittimare l'intera istituzione consiliare".
Mozione che è stata respinta, dopo una discussione dove le controparti sono rimaste ferme sulle proprie ragioni, coi voti della maggioranza. Voto che ha archiviato formalmente la vicenda, anche se tra le parti le distanze sul tema restano sempre non colmate.





