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In Breve

IL PUNTO DI MARIO MOLINARI | 23 novembre 2010, 13:17

Emma e noi (tutti)

Cancro: nessuno è al riparo. Neppure chi propone o sostiene scelte scellerate per la salute pubblica, massacrata.

Emma e noi (tutti)

I cannoni del dolore hanno smesso di sparare. E’ dall’alba che tacciono ormai. La voce è una nota sottile e impercettibile. Poi il silenzio. Emma ha smesso di respirare mentre il giorno arrivava.

Pancreas, cancro.

Mamma bellissima, premurosa, gentile, onesta. Antica, forse. Ma non è questo un coccodrillo, un’elegia: Emma non ha mai fumato, non ha mai bevuto alcoolici, e la verdura, quella del suo orto, la coltivava lei, con ogni cura. Aveva 67 anni.

Dopo l'operazione di qualche tempo fa Emma sembrava aver "recuperato bene" dicevano i dottori di Milano. Poi la chemioterapia. Un paio d'anni accettabili.

Poi i drenaggi, tubi da un centimetro nello stomaco. Da 52 a 28 kg. Perde la voce, il peso, la voglia di vivere, la coscienza, la vita. Si spegne, in silenzio, mentre finisce la notte, pochi giorni fa.

E' morta di cancro, Emma, come tanti, come troppi. E’ morta senza un motivo, senza un perchè. Fatalità, forse.

Fattori ambientali dicono.

Ma parlando di inquinamento ieri sera Saviano, mentre l’Italia era accesa, ha detto una cosa su tutte, a conferma: il cancro. 

E il cancro arriva, silenzioso e furibondo, non solo sulle alture di Vado come dicono quegli allarmisti nostalgici del Manifesto, de il Fatto Quotidiano, di RaiTre, e di tante testate internet d'informazione libera. Entra nelle nostre case. Tutte.

Non - c’è - riparo.

Fattori ambientali. E cosa sono qui in provincia, in semplice proporzione QUANTITATIVA?

CHI, inquina di più?

Le cifre parlano forte e chiaro, l’Ordine dei Medici di Savona anche.

Certo, il confortevole nesso causa - effetto è la cosa più difficile da dimostrare, specie se si hanno contro poteri immensi e ramificati - temiamo – ovunque.

Ma I Fatti hanno la testa dura.

Chi ha visto Report, domenica sera? Parlava di Finmeccanica.

Finmeccanica non è solo armi, carri armati ed elicotteri. E’ anche Ansaldo, turbine, centrali, desolforatori, non è vero Compagno G.?

Bene. La foto qui sotto ritrae Emma felice, pochi mesi fa, reduce da un'operazione di qualche tempo prima che pareva averla salvata. Tra duodeno e pancreas avanzava un kg di cellule impazzite. Tolte.

 

                   

 

Un paio di anni di vita, poi buchi, cateteri, drenaggi. In una manciata di settimane diventa un uccellino, scompare. Uno scheletro che respira. Piano pano, giorno dopo giorno, sta sempre peggio, non mangia, china il capo. La voce un bisbiglio, il colore terreo.

Mani buone le raccolgono i capelli, le danno il filo di rossetto che amava, da quando era una ragazzina, sempre lo stesso. Una lacrima, un fazzoletto la raccoglie, ma è gialla di bile. I liquidi allo stremo. Emma beve da una garza come un gattino neonato, ma non parla più, non mangia niente.

                     

 All'alba del 17 novembre Roberto, suo marito, si alza per l'ennesima volta. Dopo 41 anni di lavoro e una pensione di 700 euro, con un orecchio teso - anche mentre "dormiva" controllava istintivamente il respiro di ciò che restava della sua compagna di sempre. A svegliarlo è il silenzio immobile di quella stanza. Il respiro è finito. La sua Emma è lì, ma non c’è più.

Stavano bene insieme, avevano la stessa età e tante cose ancora da fare.
Sul tavolino accanto al letto d'ospedale, affiancato al loro, matrimoniale, per "l'occasione" restano i suoi occhiali, le ultime medicine inutili, qualche fiore, una piantina grassa regalata da sua figlia, due mollettine per capelli, un angioletto distratto.

Di sotto, stoviglie lavate con cura ed altre coccole di una casa semplice, calda, onesta. La persona la capisci anche dalle sue stoviglie, quando ti commuovono. 

                     

 

Il resto, non c'è più.

 

E' una donna, una mamma, una moglie che muore. Una in più, senza un perchè. Anzi, per motivi che nessuno - dopo 20 anni - si è preso la responsabilità di indagare seriamente, per offrire alla gente tutta risultati esatti e valutazioni di rischio, belli o brutti che siano. Ma trasparenti e democratici. Nessuno.

   ***

Pompe funebri + camera ardente + un mostruoso frigorifero di finta radica che tiene in fresco la salma, coperta di un velo di tulle leggero. Tra le sue mani immobili, ancora così belle, un rosario, e la piantina grassa fatta a cuoricino.

 

Come la fortuna, il tumore è cieco.

 

Le immagini cosiddette raccapriccianti non si dovrebbero pubblicare, salvo non contribuiscano in modo sostanziale a raccontare e sensibilizzare su una situazione che tutti riguarda. Si pubblica di molto, molto peggio.

Noi crediamo che l’ultimo volto di Emma altro non sia che un’immagine vera.

Non siete obbligati a proseguire nella lettura, e siete avvertiti – come si scrive in questi casi - le immagini qui sotto potrebbero urtare la vostra sensibilità. Pensateci ora.

 

Se decidete di guardare in faccia una realtà, una delle ipotesi che sarebbe preciso dovere civile, politico e industriale ridurre al minimo - o meglio annullare – avanti.

Si accomodino i signori industriali dell'energia, i sindacati compiacenti, i trafficoni di ogni, i colletti bianchi di ogni mafia.

 Proseguite, qui sotto.

Questo viso ormai lontano è dedicato a Voi, che parlate di cose che non sapete, e che assumete ben pochi lavoratori, ma molte decisioni scellerate con la complicità di silenzi interessati e politica miope e meschina. Decisioni che purtroppo ricadranno anche su chi, con i Vostri affari, non c’entra nulla. Questo è solo uno dei veri risultati, quelli che non entrano nei bilanci. Vogliamo dedicarvelo.

 

 

 

 

 

 

 

 ilpunto@savonanews.it

 

 

Mario Molinari

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