(L'immagine di copertina è un fotogramma tratto dal filmato in fondo al servizio)
Va detto che - per malafede o per pochezza - questi documenti sono si pubblicati sul sito del Ministero dell’Ambiente, ma sono ignoti alla ricerca in quanto conservati come file pdf di immagine NON indicizzati e non di testo. E così, cercando su Google, o conosci l’ignota “targa” del nome del documento o puoi passar la vita a legger decine / centinaia di pagine prima di rimaner tramortito da tante inutili parole così ben nascoste. Nasconderli è uno strano modo di dare pubblicità a documenti pubblici.
Al Ministero nell’ottobre scorso suona un campanello: è L’ARPAL
La nostra agenzia regionale per l’ambiente avvisa Roma di un “mancato funzionamento parziale della rete di monitoraggio dell’aria.” La situazione descritta è paradossale quanto ignota al grande pubblico che respira:
per la misurazione delle polveri QUATTRO centraline su SETTE sono guaste.
Apriti cielo fuligginoso: il 18 novembre scorso il Ministero fa partire una perentoria richiesta informazioni agli indirizzi di Tirreno Power, Arpal e Provincia di Savona* (*proprio quella, che quando mette un cucchiaio di asfalto in una buca fa partire un comunicato stampa con foto dell'assessore)
A Tirreno prende la strizza e risponde al Minambiente 11 giorni dopo con una memorabile tiritera in doppio carpiato di 7 pagine dalla quale si possono ricavare alcuni dati significativi senza annoiare troppo:

- Il Decreto che disponeva la rete di monitoraggio risale al 1993 d.C. e l’accordo con la Provincia viene siglato, con calma, nel 1997 d.C. (il 1° aprile, a farlo apposta) e stabilisce la migrazione di alcune centraline dalle scuole elementari e medie, fin sulle montagne circostanti;

- Dal 1996 Tirreno Power ex Enel trasmette i SUOI dati ad Arpal e Provincia;
- In queste centraline di rilevazione sono contenute sostanze radioattive.
"Bene"... succede che uno di questi emettitori di radiazioni nel 2008 si esaurisce, si spengne, così, senza un lamento. Un po’ come per la pila di un telecomando, Tirreno Power non l’ha del tutto previsto tant’è che se ne accorge quando lo strumento li molla a piedi.
Parte allora un’incredibile saga per riapprovvigionare le centraline di queste perle radioattive. Per cambiarle, nel marzo 2009 Tirreno chiede permessi urbi et orbi ma quando il fornitore consegna la prefettura non ha ancora dato il nulla osta. E non lo dà prima dell’ottobre 2010, ma le normative sono cambiate e sono previste una serie di prescrizioni per muover e detenere sostanze radioattive. Il fornitore dal canto suo, stanco di tenersi tra le scatole sta specie di kriptonite, la butta via (la smaltisce).
La poWera TP ne ordina di nuove e ottiene nuove autorizzazioni che includono (solo ora) un piano di sicurezza obbligatorio. In attesa di attivare le centraline kaputt nel dicembre 2010 Tirreno Power opta per strumenti di altro tipo e non radioattivi.
Ma quelle nuove han problemi di trasmissione dati (ma leggere le specifiche tecniche prima della consegna, no?)
Ma dal 2008 al 2010 lo standard tecnico impone che le sorgenti radioattive lo siano di meno, a tutela dell’ambiente. Va adeguato il nulla osta.
L’installazione è prevista per il dicembre 2011, mentre si sovrappongono problemi di trasmissione dati. Ottobre 2011 Tirreno chiede il ripristino della trasmissione telematica, ma da Arpal e Provincia: niente.
Ad oggi 3 centraline su 7 usano sostanze radioattive, e speriamo funzionino.
Ma per quanto tempo le centraline e i dati sulle polveri, già raccolti da Tirreno Power (e non va bene) ”pubblicati” dall’Arpal imbertatissimi e difficilmente leggibili (e non va bene) non hanno funzionato?
Per quale mptivo questa circostanza non è stata resa pubblica?
Può ritenersi questo un comportamento serio e responsabile?
Da parte del nottambulo attento, certamente si. E il resto?
Il documento integrale come la trazione di un fuoristrada sulla neve, è scaricabile QUI









