Spaghetti, mandolino e impunità

E' curioso l'effetto che l'Italia imprime sui turisti stranieri, anche quelli della più compassata tradizione nordica. Sarà la mitologia del sole e di una vacanza libertaria, oppure quella sicumera d'impunità tutta nostrana diventata famosa anche all'estero: il fatto è che non pochi visitatori stranieri vengono pizzicati dalle forze dell'ordine a commettere infrazioni che, nel loro Paese, non si sognerebbero nemmeno di ipotizzare. 

Un finlandese alla guida di un'Audi, con la mente obnubilata dalla nottata alticcia e due casse di vino nel bagagliaio, tampona il mezzo che lo precede sull'A10. Poi, frastornato, tenta di allontanarsi, prima di essere agguantato da altri conducenti e dalla polstrada. Fra i 60° e i 70° delle latitudini Nord è noto che si beva parecchio e volentieri, ma è altrettanto noto che l'attenzione per la guida, lassù, è ben virtuosa se paragonata alle abitudini più mediterranee. 

C'è sempre la sensazione che ogni ospite (in vacanza - in transizione - in migrazione) tenda ad adeguarsi al nuovo contesto assorbendo subito le abitudini del posto, comprese quelle cattive, a prescindere dalle leggi scritte. Come se, in trasferta, le buone prassi del proprio Paese d'origine si possano facilmente accantonare. Una caratteristica degli esseri umani che non risparmia gli scandinavi, formidabili bevitori e allo stesso tempo cittadini corretti, rispettosi e generalmente avveduti al volante; quando sono in Italia, evidentemente, assaporano lo spirito dell'immunità. 

Difficilmente ad un italiano viene in mente di gettare cartacce sul marciapiede di una città austriaca, tedesca, svizzera oppure a Helsinki, mentre gli hooligans si sentono autorizzati a far la festa, a modo loro, in Piazza di Spagna. L'immagine che un Paese dà di sé all'estero ha un impatto potente. Spaghetti, mandolino e impunità sono gli ingredienti aggiornati delle barzellette sugli italiani.