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| 29 maggio 2018, 17:27

Pd Savona, dietro la querelle c'è solo il burrone

La rubrica di Bruno Spagnoletti

Pd Savona, dietro la querelle c'è solo il burrone

Non c’è pace per il PD savonese e ogni giorno ha la sua pena, come ben evidenziano le polemiche quotidiane che appaiono sui giornali locali con una continuità assordante e nauseante.

La Segreteria del Dott. Roberto Arboscello novello iscritto al Pd, giovane Sindaco di Bergeggi e professionista dipendente della Saettone always open pharmacy, è nata nella notte tra il 22 e il 23 ottobre 2017; non appartiene a un segno zodiacale preciso (né Bilancia, né Scorpione) ma è cuspide; forse, anche per questa particolare congiuntura astrologica, è apparsa subito come impalpabile, immateriale, incompiuta e non inclusiva. Sono, quindi, trascorsi oltre sette mesi, ma il consuntivo programmatico, politico e organizzativo del segretario cittadino Arboscello tende sostanzialmente allo zero.

Roberto Arboscello, pur potendo contare su una rendita di posizione mai registrata dopo la fine del centralismo democratico nel 1989, non sussistendo un’opposizione interna (gli “orlandiani” avevano scelto di non partecipare all’elezione del segretario e stare fuori dagli organismi) e avendo un consenso unanime della vasta area renziana (peraltro nominativamente scelta da Lui personalmente), non ha saputo realizzare alcuna iniziativa politica esterna, non è riuscito a tenere un rapporto proficuo e continuo con i circoli, avviare un recupero degli iscritti, dialogare con gli elettori su progetti e programmi per la città, ascoltare la città sempre più distante dal PD, svolgere un ruolo di raccordo e di supporto con l’opposizione del Gruppo Consiliare, offrire idee sulle tematiche più critiche della città: mobilità urbana, pulizia della città, Partecipate, Politiche Sociali, occupazione, lavoro, area di crisi e ricostruire un confronto con le Forze Sociali.

In sette mesi niente di niente: eppure è un tempo utile per far nascere vite animali e persino umane (sia pur settimine)! Sta qui la ragione delle attuali difficoltà! La divisione e le polemiche dell’oggi non sono la causa, ma l’effetto del fallimento palpabile del lungo periodo di paralisi da ottobre a oggi nella gestione Arboscello.

Un segretario che in sette mesi non è riuscito (o non ha voluto) dotarsi di una segreteria collegiale, non è più difendibile perché incapace di realizzare positive mediazioni ed essere tutore di unità, progettualità e iniziativa politica. Gli appelli che si susseguono a tutt’oggi sono tardivi, inutili, fuori tempo massimo ed anche un po’ superficiali e provocatori.

Peraltro, il segretario farmacista, proseguendo nella sua politica di premiare relazioni amicali a prescindere da competenze e merito e da un progetto sul “Che fare” della nuova segreteria e ponendo inutili veti sulle proposte legittime di un’area che la pensa diversamente da Lui, continua nel suo inaccettabile metodo divisivo e si comporta dando per scontato una maggioranza che non esiste più e di un Partito che è ancora tale solo nella sua testa e nell’opinione del gruppo amicale di aficionados che ancora lo sostiene.

Se non si capisce che lo tsunami delle ultime elezioni, anche a Savona, ha modificato strutturalmente quel che resta del PD, ricostruito relazioni e alleanze e che la “vecchia” polarizzazione tra area renziana e altri non esiste più o permane solo nella testa di talebani che non vedono oltre il proprio dito, non si va da nessuna parte.

In questo quadro l’Assemblea Comunale che ha eletto Arboscello all’unanimità è vecchia, datata, inadeguata e superata per tre sostanziali motivi:

1. Non contiene la rappresentanza dell’ex minoranza “orlandiana”, oggi ben oltre il 20% congressuale;

2. La stragrande maggioranza che si richiamava all’ex Segretario Nazionale del PD è frantumata, divisa in più orientamenti e opzioni politiche;

3. Il merito delle divergenze e delle divisioni dell’oggi non sono personali o ideologiche, ma attengono al nodo dell’opposizione al governo della città e ai contenuti delle politiche da portare avanti, in unità con i Circoli rinnovati, per tentare di risalire una china virtuosa difficile, rilanciare una capillare fase di ascolto e procedere alle necessarie trasformazioni politiche e organizzative di un partito in agonia.

Le letture che si vogliono far apparire, utilizzando stampa e blog, di una divisione tra “vecchio” (chi pretende innovazioni) e “nuovo” (l’attuale segreteria e il gruppo che si ritrova attorno all’ex candidata sindaco sconfitta e all’ex capogruppo Cristina Battaglia) va rinviata al mittente perché falsa e fuorviante: e chi sarebbe il nuovo? L’ex Sindaco Carlo Ruggeri e alcuni membri delle sue ex Giunte durate otto anni? Suvvia, un po’ di pudore e di serietà!

Cosi com’è ingannevole, sviante e bugiardo voler ricondurre le divisioni dell’oggi al giudizio politico sulle due Giunte del sindaco Federico Berruti e sulle sue responsabilità (che pur ci sono) delle criticità dell’oggi. E’ ingannevole perché Federico Berruti (in compagnia di Fulvio Briano) è stato il main sponsor della candidatura di Cristina Battaglia a sindaco di Savona e della conseguente sconfitta dovuta alla mancata e non voluta ricomposizione unitaria dopo le Primarie; è sviante perché molti errori anche di programmazione finanziaria delle Giunte Berruti sono dipesi da “eredità” delle Giunte Ruggeri; è bugiardo perché non si può fare di tutta l’erba, un fascio; gettando anche il bambino con l’acqua sporca, come nel caso delle Politiche sociali governate dall’assessore Sorgini e di alcune idee forza della programmazione territoriale della città su cui, peraltro, sta vivacchiando l’attuale Giunta.

Il dissenso, quindi, non è di antipatie personali e, tantomeno di pregiudizi o pregiudiziali, ma investe i contenuti e le forme di rappresentanza e di organizzazione del Pd savonese che, oggi, non è ricomponibile.

Serve un gesto di umiltà e vera disponibilità: prendere atto della nuova situazione che pretende inclusione azzerando segretario e segreteria per traguardare un vero rinnovamento di uomini, donne, idee e politiche! Al di fuori di una siffatta proposta c’è la paralisi e il burrone.

Bruno Spagnoletti

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