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CGIL Informa | 16 settembre 2010, 12:59

Savona: CGIL, CISL e UIL protestano contro i ritardi nei pagamenti degli stipendi dei cassaintegrati

Dicono i rappresentanti: "La Cassa Integrazione Guadagni è ormai l’azienda più grande della provincia"

Savona: CGIL, CISL e UIL protestano contro i ritardi nei pagamenti degli stipendi dei cassaintegrati

Questa mattina CGIL, CISL e UIL hanno organizzato un presidio con volantinaggio sotto la Prefettura di Savona per protestare contro il ritardo nei pagamenti delle indennità di cassa in deroga. Per alcuni di questi si accumulano ritardi nei pagamenti che raggiungono i 4 mesi con conseguenti ed evidenti difficoltà dei lavoratori interessati e delle loro famiglie. Nel corso della mattinata, il capo di Gabinetto del Prefetto ha incontrato le organizzazioni sindacali. garantendo un impegno della Prefettura di Savona ad approfondire le ragioni dei disagi e ad intervenire laddove possibile.  

In un comunicato congiunto, i rappresentanti dei tre sindacati scrivono: “La CIG (Cassa Integrazione Guadagni) è ormai l’azienda più grande della provincia. In questi anni l’azienda si è sviluppata molto e “occupa” stabilmente da oltre un anno oltre 1500 persone. Alla CIG si lavora su un unico turno di 24 ore al giorno. Per lavorare alla CIG sono richieste grandi dosi di dignità e pazienza, mentre i più qualificati sono specializzati nel mettere assieme il pranzo con la cena. Alla CIG esistono 2 reparti, quello della CIG ordinaria o straordinaria che produce rabbia, sfiducia e senso d'impotenza e quello della CIG in deroga, che produce disperazione. Il processo per produrre la disperazione è lungo ma infallibile: la materia prima infatti si chiama umiliazione e si ottiene non erogando ai lavoratori le indennità previste. Nei primi mesi la pazienza e la dignità sono portati al limite, ma dopo 4 o 5 mesi senza percepire un euro questi sentimenti reagiscono e sfociano nella disperazione. Da un po’ di mesi, grazie ai tagli alle risorse del Governo, la mancata integrazione dell’organico e le finte campagne sui dipendenti fannulloni, alla CIG si produce disperazione di primissima qualità”.  

“Quando c’è una crisi – proseguono – spesso si pensa che i problemi dei lavoratori siano alleggeriti dalla firma di un accordo di cassa e che il problema sia quello di dover rinunciare ad una parte di reddito. Ma quando la cassa è in deroga, l’indennità (circa 700 € al mese) la eroga l’INPS. La quantità di posizioni di cassa in deroga che l’INPS deve pagare, la carenza di personale dovuta ai tagli e, sicuramente, qualche carenza nella direzione dell’Ufficio provinciale, fa sì che i ritardi nell’erogazione dei pagamenti sfiori, a volte i 4-5 mesi. Ci sono alcuni lavoratori che non vedono un euro da aprile o maggio. I lavoratori coinvolti, di cui pubblichiamo l’elenco, cominciano ad essere tanti  (ma probabilmente ci sono tanti altri casi non denunciati, visto che ci sono accordi di cassa in deroga per poche unità in aziende piccole)”.  

Concludono: “Non crediamo che la responsabilità sia dei lavoratori dell’Inps che sono sempre disponibili e fanno il possibile per limitare i disagi. Crediamo che le colpe siano di quei dirigenti che scaricano le responsabilità grazie a “valide motivazioni tecniche indipendenti dalla loro volontà”. Crediamo che la responsabilità sia dei Ministri come Brunetta che credono che i lavoratori pubblici vadano puniti e non motivati. I lavoratori in cassa integrazione non hanno bisogno di solidarietà, hanno solo bisogno di avere quanto gli spetta per mantenere se non il lavoro almeno la dignità”.

c.s.

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