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In Breve

| 23 settembre 2019, 09:21

Una collezione progettata da una intelligenza artificiale...realtà o utopia?!

"Se i computer sanno fare meglio di noi e sono in grado di emularci in cosa l'uomo resta superiore, l'empatia può essere la risposta?"

Una collezione progettata da una intelligenza artificiale...realtà o utopia?!

L'intelligenza artificiale sta facendo passi da gigante in tutti i campi, cose che prima sembravano fantascienza ora sono alla portata di tutti, ma quasi non ce ne accorgiamo.

Ognuno di noi tiene in mano uno smartphone che riassume in sé un telefono, un lettore musicale, una stazione meteo, un tom tom, un geolocalizzatore, un libro di cucina, svariati libri di lettura e molto altro.

Ciò che qualche decennio fa sembrava futuristico ora è alla portata di tutti. Mi viene in mente un noto telefilm degli anni '80, Supercar, nel quale il protagonista dava comandi vocali alla sua macchina e questa rispondeva e lo andava a prendere. Se pensiamo a Siri (assistente vocale dell'Iphone) o ad Alexa (assistente vocale per android) è facile rendersi conto di quanto queste tecnologie si siano evolute. La vettura che guida da sola (stile pilota automatico) esiste già e nonostante la diffidenza di molti (quelli che dicono "Ah! io non salirò mai lì sopra") le statistiche dicono che queste vetture guidate da algoritmi matematici sono quattro volte più sicure da quelle guidate dall'essere umano!

Alcune operazioni chirurgiche vengono già demandate ai macchinari, che, oltre a sbagliare molto meno dell'uomo, sono più precisi, più veloci e senza implicazioni sentimentali. Quindi i robot sono molto più efficienti di noi!

Se leggendo queste righe hai pensato che l'intelligenza artificiale sia sprovvista di creatività, sappi che è già stata creata la prima collezione di moda al mondo in collaborazione con un smartphone Huawei a Milano il 10 maggio 2019. Questa, infatti,  è stata la prima volta in cui una AI ha disegnato una collezione, rielaborata dalla stilista cinese Anna Yang, direttrice creativa del brand Annakiki.

Il nome di questo progetto sperimentale è “Fashion Flair”. Un team di sviluppatori italiani e Huawei hanno lavorato insieme, allenando l'AI e istruendola con 30.000 immagini prese dalle sfilate più importanti degli ultimi 100 anni. L'applicazione che ne è risultata è stata in grado di disegnare capi inediti, scegliendo materiali, vestibilità e design. Il risultato? Una collezione di 20 capi ora in vendita.

Come puoi vedere il futuro è già qui, ti basti pensare che  Elon Musk, ceo di Tesla e SpaceX non punta solo a realizzare  auto elettriche e ad avventurarsi alla conquista dello spazio, ma vuole collegare il cervello umano con le macchine e ha lanciato Neuralink, un’azienda specializzata in neurotecnologia, ovvero quell’insieme di metodi e strumenti che consentono una connessione diretta di componenti tecnici (elettrodi, computer o protesi intelligenti) con il sistema nervoso. Ha parlato di cura, di prevenzione, ma anche di potenziamento della specie umana 

Ho chiesto a Fabrizio Monge, un mio amico che si occupa di intelligenza artificiale nello studio delle serie storiche: "Se i computer sanno fare meglio di noi e sono in grado di emularci in cosa l'uomo resta superiore, l'empatia può essere la risposta? "

"E' un ambito molto particolare perchè siamo alle prese con una argomento affascinante, che stuzzica la fantasia perchè richiama in qualche modo alla fantascienza. In effetti è impressionate vedere come le macchine possano sviluppare delle proprie euristiche, dei propri percorsi decisionali ed ottenere dei risultati sorprendenti che spesso superano le aspettative delle stesse persone che le hanno programmate. Diversamente a come siamo abituati a concepire l'informatica, qualcosa che da' un output spiegabile e prevedibile (almeno per il programmatore)
 Tuttavia occorre distinguere la realtà dalla fantasia. Almeno per ora il perimetro di ciò che le macchine possono fare o, meglio, possono imparare a fare, è confinato ad ambiti specifici. Trasversali a molte discipline e settori, ma comunque specifici. Una macchina ad esempio non è un organismo senziente, non ha propri obiettivi, impara a completare delle task che sono comunque fissate dagli esseri umani. In pratica come specie sono al nostro servizio: possono imparare a svolgere dei compiti in modo autonomo e decisamente preciso e veloce, ma gli obiettivi li poniamo noi.

Ci sono correnti di pensiero che vedono come prossimo il momento in cui le macchine prenderanno in qualche modo il controllo del mondo, e descrivono questa situazione in modo più o meno pittoresco, ma si tratta, spesso, di fantascienza. Senza dubbio ci sono settori in cui l'occupazione è minacciata dalla tecnologia. Se analizzi dati non puoi farlo come lo facevi dieci o quindici anni fa, quindi o ti evolvi per essere una parte di questo sistema, e con il machine learning impari a lavorarci, oppure diventi anacronistico . Ma ci sono altri settori in cui la situazione è più sfumata. 

Tutti quegli ambiti in cui è fondamentale l'autocoscienza, che è la base per lo sviluppo della fantasia e delle discipline artistiche, sono a mio avviso molto meno influenzate dalla disruption tecnologica. Facevamo l'esempio della empatia: ci sono esperimenti incoraggianti, ad esempio sui chat bots, che sanno sostenere un discorso su determinati argomenti in modo quasi indistinguibile rispetto ad un essere umano. Tuttavia la macchina simula empatia, perchè questa è la fitness function che gli è stata assegnata come obbiettivo da perseguire.


Il rischio che vedo più realistico è quello che riguarda la parte centrale della occupazione, dove molte persone possono essere sostituite dalla macchine. Chi sta nella fascia alta o si serve delle macchine, oppure non ne ha assolutamente timore perchè opera in campi differenti (siamo lontani da uno scenario in cui ad una sfilata di moda vedremo modelle e modelli vestiti da "stilisti artificiali" o in cui una rockstar artificiale riempie uno stadio di fans. Casomai saranno gli artisti a servirsi della tecnologia per sperimentare o integrare le loro visioni, come già sta accadendo.


La stessa cosa vale per le persone che operano alla base della piramide occupazionale. Non è facile sostituire quei compiti che non sono stati ancora stati eliminati dalla meccanizzazione. Questi possono dormire sonni tranquilli.

Diverso il campo che si colloca a metà fra questi due estremi, gente che svolge mansioni soprattutto intellettuali, che possono essere facilmente ridimensionate dalla intelligenza artificiale. Non a caso le persone che più stanno faticando a trovare un posto nel sistema sono persone mediamente istruite, che facevano lavori anche ben remunerati, ma che oggi sono divetati automatizzabili. Ci sarebbe da parlarne per ore.  Qua "fatto dall' uomo" diventerà probabilmente una nicchia di mercato, come oggi lo è una sedia o un divano fatto interamente a mano o un vaso modellato al tornio, dove l'imperfezione diventa un sintomo di produzione artigianale, ma in certi ambiti è davvero difficile immaginarlo. Ci dovrà essere una grande opera di marketing alla spalle. In questo senso sarà una sfida epocale."

Ripeto spesso che il nostro aspetto esteriore riflette ciò che siamo, i nostri desideri, le nostre paure. La fragilità umana, la capacità di giocare, di sbagliare e reinventarsi, di provare compassione o gioia quando un altro la prova, di aiutarsi l'un l'altro, questi sono certamente gli aspetti su cui puntare per non restare indietro.

Nel mio lavoro di consulente d'immagine mi viene spesso chiesto su cosa puntare per risultare belli e affascinanti...la mia risposta? " l'umanità... puntate sull'umanità!

Per qualsiasi informazione, consiglio o approfondimento, contattami sulla mia pagina Facebook https// www.facebook.com/shoppingforharmony/ visita il mio blog:  http://alessandracanelli.it oppure scrivimi in redazione alla mail fashion@targatocn.it  ! Sarò felice di risponderti! Per info whatsapp al 339-3376345

Alessandra Canelli

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