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| 11 giugno 2021, 08:11

Quali saranno i vantaggi sul trasporto delle merci con lo spostamento a monte della ferrovia?

Gruppo d'informazione Non perdiamo il treno

Il trasporto delle merci rimarrà invariato, rispetto a oggi, con lo spostamento a monte della ferrovia tra Andora e Finale Ligure. In pratica, non ci saranno né miglioramenti né peggioramenti. L’ultimo progetto non prevede né nuovi scali merci né il potenziamento strutturale della linea per consentire lo sviluppo del commercio su rotaia.

In una delle prime versioni progettuali era prevista la costruzione di uno scalo merci a Bastia d’Albenga. Il nuovo parco avrebbe ricoperto, a grandi linee, quasi tutta regione Abissinia. Per comprendere di quale zona si tratta, bisogna pensare all’area dove sorgono la nuova fabbrica Testa, un’impresa di laterizi e i laghi per la pesca sportiva. Questa ipotesi è stata però cancellata dalle Ferrovie nelle stesure successive del progetto, fino ad arrivare a quella definitiva.

Esistono altri due modi per favorire il traffico merci su una nuova linea ferroviaria. Sono l’intermodalità (la possibilità di trasportare i camion sui treni) e la costruzione di gallerie più alte per consentire il passaggio di container di dimensioni maggiori. Purtroppo, nessuna delle due è contenuta nel progetto per lo spostamento a monte della Finale Ligure–Albenga.

A onor del vero, l’inserimento di queste modifiche sarebbe stato del tutto inutile. Le caratteristiche della nuova tratta Andora-San Lorenzo al mare (in particolare le dimensioni dei tunnel) impediscono lo svolgimento di queste attività. Modernizzare la Finale Ligure-Andora sarebbe quindi inefficace, perché l’intermodalità e il trasporto di container più capienti si bloccherebbero ad Andora, a causa della “strozzatura” in provincia di Imperia.

È un peccato che l’Italia abbia favorito il trasporto su gomma rispetto a quello su rotaia. Non tocca a noi indagare sulle motivazioni di questa scelta, ma sicuramente il nostro Paese ha patito un divario competitivo enorme per questa decisione. Il trasporto delle merci via treno è meno costoso, più veloce, più sicuro e meno inquinante rispetto ai camion.

Nel secondo dopoguerra, l’economia del ponente savonese ha ottenuto grossi benefici dal commercio ferroviario, soprattutto nel settore agricolo. Fino agli anni ’80, la stazione di Albenga disponeva di uno scalo merci con una decina di binari riservati al carico dei prodotti agricoli, diretti nel Nord Italia e all’estero, in particolare in Germania. Anche altre stazioni (in particolare Pietra Ligure, Loano e Ceriale) erano dotate di binari per i treni merci.

Purtroppo, a partire dagli anni ’60, l’Italia ha rinunciato a questa incredibile possibilità di crescita nel settore dei trasporti, consegnando i commerci alla rete autostradale. Basta vedere la triste sorte del Parco ferroviario Roya, a Ventimiglia. Nato negli anni ’90 su un’area di 30 ettari, lo scalo merci ha lavorato a lungo con un’operatività molto ridotta rispetto alle sue reali potenzialità, diventando in breve tempo “terra di nessuno” e rifugio per senzatetto. I commerci su rotaia tra Francia e Italia hanno continuato a preferire il traforo del Frejus, passando da Modane. Nel 2017, dopo meno di 25 anni, il Parco Roya è stato chiuso definitivamente. Diventerà una zona produttiva e commerciale.

Lunedì 26 aprile affronteremo il tema dei treni ad alta velocità che viaggeranno sulla linea Andora-Finale Ligure dopo lo spostamento a monte.

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