Nel 2020 la società inglese Med Yacht Storage Limited aveva proposto a Vado Ligure un investimento da 30 milioni per una base nautica destinata a maxi yacht d’epoca, con oltre 200 posti di lavoro stimati. L’Autorità Portuale però dichiarò inammissibile la domanda per mancanza di documenti e concesse l’area a Eurocraft. E la Med Yacht fece ricorso al Tar.
Quest'anno il tribunale amministrativo ha dichiarato “improcedibile” il ricorso della società. Così la Med Yacht Storage ha presentato appello attraverso i propri legali, gli avvocati Gianpaolo Massa e Carlo Merani, per riaprire la partita sulla concessione e sul progetto nautico vadese contando sull'eventuale pronuncia del Consiglio di Stato.
Il Tar Liguria ha contestato alla società la cancellazione dal registro delle imprese del Regno Unito, trattandola come se fosse una chiusura definitiva. Opposta la posizione della società: "In realtà, nel diritto britannico esiste la procedura di Administrative Restoration, che consente di ripristinare la piena esistenza giuridica della società con effetti retroattivi, come se la cancellazione non fosse mai avvenuta. Ignorare questa possibilità, sostengono i legali, equivale a negare un diritto riconosciuto a livello internazionale".
La Med Yacht Storage Limited si appella alla trasparenza, richiamandosi anche ai principi della normativa europea: l'appello propone in via subordinata di rimettere la questione alla Corte di Giustizia UE.
Secondo il Tar, la società avrebbe dovuto impugnare anche gli atti successivi di concessione rilasciati a Eurocraft Cantieri Navali. "Ma - afferma la difesa - quegli atti erano la conseguenza diretta del primo provvedimento del 2020 che aveva escluso Med Yacht Storage, senza alcuna nuova valutazione di merito". E aggiunge: "La presunta 'comparazione di istanze' svolta dall’Autorità Portuale non si sarebbe mai tradotta in una vera gara pubblica, con criteri trasparenti e competitivi".
"Quello che chiediamo – spiega il rappresentante della Med Yacht Storage Limited, Lazzaro Garella – non è un trattamento di favore, ma semplicemente che siano rispettati i principi di trasparenza e concorrenza che l'Europa impone. È in gioco la credibilità dell’Italia e la fiducia degli investitori stranieri".














