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Agricoltura | 17 ottobre 2013, 08:32

Cia Savona:"Sospensione della caccia, decisione che produrrà gravi danni all'agricoltura e all'ambiente"

Osvaldo Geddo:"Già distrutte distese di vigneti doc, rischio ora è di portare all'abbandono di fasce sempre più vaste di territorio"

Cia Savona:"Sospensione della caccia, decisione che produrrà gravi danni all'agricoltura e all'ambiente"

Nuova sospensiva dell'attività venatoria in Liguria. Ad arrestare ogni tipo di caccia questa volta è il Consiglio di Stato, in attesa di sentenziare su di un ricorso proposto da diverse associazioni ambientaliste riguardo le modalità di adozione del calendario venatorio. L'udienza è stata fissata il 26 novembre ma gli agricoltori non ci stanno in particolare quelli savonesi che nell'ultimo periodo hanno visto distruggere intere coltivazioni delle varietà più pregiate come intere distese di vigneti doc.

A dare voce della protesta proveniente dal mondo agricolo è la Cia di Savona che contesta in modo categorico il provvedimento.

“Si tratta di una decisione che produrrà gravi danni all'agricoltura e, contrariamente a quanto sostengono le associazioni ambientaliste, anche all'ambiente – afferma il direttore provinciale della Cia Osvaldo Geddo -. L'enorme proliferazione di cinghiali ed altri ungulati rischia di compromettere gli stessi equilibri naturali nelle stesse zone boscate. Inoltre le sempre più frequenti irruzioni di animali selvatici nei vigneti e nei terreni coltivati provocano danni così ingenti alla produzione, alle piantagioni e agli stessi muretti a secco da rischiare di portare in breve tempo all'abbandono di fasce sempre più vaste di territorio, soprattutto nelle delicate zone collinari e montane”.

A tutela delle produzioni agricole, la Cia chiede alla Regione un nuovo calendario per la riapertura della caccia agli ungulati ed una nuova politica di gestione del territorio che individui, nei pressi delle aree coltivate, zone non vocate alla presenza dei cinghiali, dalle quali vengano completamente eradicati gli ungulati.

“Senza un'adeguata politica di tutela nei confronti dei danni provocati dalla fauna selvatica il nostro territorio rischia di perdere il patrimonio economico, culturale ed enogastronomico dell'agricoltura dell'entroterra” conclude Geddo.

c.s.

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