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Attualità | 16 settembre 2014, 10:32

Il Comitato Tecnico Scientifico boccia il progetto di Tirreno Power in attesa del rinnovo dell'AIA

"Necessari un nuovo Studio di Impatto Ambientale (S.I.A.) ed una nuova V.I.A. calibrata sia sul nuovo progetto, sia sui dati sanitari posti a base del provvedimento di Sequestro Penale Preventivo dei gruppi a carbone"

Il Comitato Tecnico Scientifico boccia il progetto di Tirreno Power in attesa del rinnovo dell'AIA

“La procedura avviata appare tecnicamente incompleta”. Interviene così il Comitato Tecnico Scientifico CTS sul progetto presentato nel maggio scorso dall’azienda Tirreno Power, a meno di due giorni dalla commissione tecnica chiamata a Roma a discutere sulla concessione dell’AIA alla centrale termoelettrica di Vado Ligure. Il progetto dell’azienda Tirreno Power “non prevede più il rifacimento dei gruppi a carbone VL3 e VL4, bensì una serie di interventi considerati “migliorativi” dei vecchi gruppi a carbone medesimi con il dichiarato intento di farli rientrare nel contesto e nei limiti della Migliori Tecnologie Disponibili (M.T.D.)” affermano in una nota relativamente al procedimento per il rinnovo dell’Autorizzazione Integrata Ambientale avviato dal Ministero dell’Ambiente.

“Si è in presenza di un progetto del tutto novativo e diverso rispetto a quello presentato in precedenza, che va ad incidere anche sui pregressi atti autorizzativi ivi compresa la Valutazione di Impatto Ambientale (V.I.A.) relativa al progetto di potenziamento (ora, a quanto pare, abbandonato) che prevedeva anche interventi sui vecchi gruppi a carbone in questione – affermano dal Comitato Tecnico Scientifico - Così stando le cose, si rendono certamente necessari un nuovo Studio di Impatto Ambientale (S.I.A.) ed una nuova V.I.A. calibrata sia sul nuovo progetto, sia sui dati sanitari posti a base del provvedimento di Sequestro Penale Preventivo dei citati gruppi a carbone disposto dal GIP presso il Tribunale di Savona”.

Il Comitato, nato ad agosto scorso su invito di cittadini e di associazioni aderenti alla Rete savonese Fermiamo il carbone, è composto da docenti universitari, consulenti, professionisti (medici, tecnici e avvocati) di elevata e provata competenza a livello nazionale nelle materie di epidemiologia ambientale, biomonitoraggio, giuridica e più in generale in materia di valutazione tecnica, sanitaria e giuridica degli effetti sulla salute degli agenti inquinanti. Obiettivo del CTS è dare un contributo di servizio qualificato e scientificamente obiettivo alla cittadinanza per la situazione ambientale e sanitaria, per gli aspetti giuridici legati al funzionamento in esercizio, alle autorizzazioni, ai controlli e alle emissioni dell’impianto e per fornire ai cittadini elementi di valutazione e di verifica dei dati disponibili.

Continuano: “Nel progetto presentato da Tirreno Power s.p.a. non sono reperibili indicazioni sulla significativa problematica relativa allo S.M.E. a camino (evidenziata anche nel citato provvedimento di Sequestro Preventivo parziale dell’impianto). La questione assume importanza assoluta dal momento che, per verificare la quantità e la qualità di inquinanti emessi, una misurazione corretta e indiscutibile risulta fondamentale”.

“Non si comprende inoltre come, nel nuovo progetto, si sostenga la conformità alle MM.TT.DD. ed alle disposizioni europee (cd.: BREF) quando risulta evidente la discrepanza rispetto alle stesse MM.TT.DD. sia per quanto riguarda importanti valori emissivi associati, sia per altri profili, già non applicati nell’A.I.A. in vigore (ed attualmente sospesa). Tra gli altri si citano le emissioni di SO2 e di CO: quest’ultimo (di cui e’ nota la pericolosità ribadita in numerosi documenti scientifici) risulta, dallo stesso progetto dell’azienda, in concentrazione di gran lunga superiore al valore massimo associato alle MM.TT.DD. tanto nella prima che nella seconda fase prevista”.

“Si evidenzia inoltre che per altri importanti aspetti la stessa Commissione IPPC attesta la non applicazione delle MTD – continuano - nel progetto presentato, non risultano affermazioni circa l’abbandono definitivo del potenziamento della centrale con il nuovo gruppo VL6: si potrebbe dedurne che l’Azienda ha soltanto deciso una sospensione sine die della costruzione”.

“Non possono essere scordate, al di là di varie gravi patologie, le morti in eccesso attribuibili all'esercizio della Centrale di Vado Ligure, fonte primaria e causa basilare, per varie decadi, dell'inquinamento industriale dell'area Savonese”.

Inoltre il Comitato Tecnico Scientifico ritiene che “il progetto presentato dall’azienda non consenta un esercizio dei gruppi a carbone VL3 e VL4 conforme alle normative nazionali ed europee sulle MTD e in materia di IPPC”.

Debora Geido

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