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Economia | 23 giugno 2018, 18:14

Guida alle criptovalute: i termini più utilizzati

Il mondo delle criptovalute, come qualsiasi altro ambito tecnico, fa uso del proprio slang, a volte non proprio immediatamente intuitivo.

Guida alle criptovalute: i termini più utilizzati

Il mondo delle criptovalute, come qualsiasi altro ambito tecnico, fa uso del proprio slang, a volte non proprio immediatamente intuitivo. Molti dei termini utilizzati sono stati presi in prestito da altri ambiti tecnici, ed in effetti possono risultare familiari ai più esperti di tecnologie digitali. La maggior parte di questi termini, in ogni caso, è espressa in lingua inglese e non ha necessariamente un equivalente in quella italiana. Andiamo a dare un’occhiata ad alcuni dei termini più importanti.

Altcoins:

Con altcoins si intendono sostanzialmente tutte le criptovalute che non siano i Bitcoins. Questi ultimi rappresentano la valuta di riferimento rispetto alla quale sono calcolati i valori delle altre, che sono quindi semplicemente delle “alternative”. Se si vuole, ad esempio, comprare degli Ethereum, non sarà possibile farlo utilizzando dei dollari o degli euro, ma sarà prima necessario acquistare dei Bitcoins, e poi scambiarli per l’equivalente in Ethereum seguendo il tasso di cambio relativo.

FUD:

L’acronimo inglese dei termini “Fear, Uncertainty and Doubt,” il FUD è un atteggiamento degli investitori che descrive per l’appunto il loro stato di Paura, Incertezza e Dubbio.  Ogni volta che una brutta notizia nel mercato delle criptovalute si diffonde, c’è un rischio che si trasformi in un’ondata di panico che potrebbe portare a svendere una criptovaluta nel timore che il suo valore possa crollare.

Portafoglio Digitale (Digital Wallet):

Un digital wallet o e-wallet (in italiano “portafoglio digitale) è un software che permette di conservare le proprie valute digitali in modo sicuro in un computer locale o (più spesso) in un server remoto. E’ una vera e propria “banca virtuale.”

ICO:

ICO sta per “Initial Coin Offering” ed è, letteralmente l’Offerta Iniziale di Valuta, ovvero l’emissione da parte di un’azienda di una valuta di base (ovvero un “coin” o “token”) utilizzato come moneta di scambio all’interno della piattaforma proposta. All’atto pratico, le ICO sono un’offerta iniziale di criptovalute ad un valore molto basso, che potrebbero nel tempo salire se la soluzione software proposta dall’azienda si rivelasse valida. In altre parole, si tratta di investimenti a medio-alto rischio.

White Paper:

Il white paper è un documento informativo prodotto da un’azienda digitale per proporre e promuovere il suo nuovo prodotto nel settore del blockchain. Utile a descrivere i dettagli del funzionamento della piattaforma o della soluzione proposta, è il documento che precede la distribuzione dell’ICO e ne giustifica il valore.

Blockchain:

È un database distribuito utilizzando la tecnologia peer-to-peer  a cui chiunque può avere accesso diventando un nodo della rete. Questo gigantesco file raccoglie le informazioni relative a tutte le transazioni in Bitcoin avvenute sinora, è il cuore di tutto il network ed ha la funzione di un vero e proprio libro contabile.

HODL:

Nato da un errore ortografico, il termine HODL è la storpiatura dell’inglese HOLD, che significa “resistere, star fermi”. Descrive l’atteggiamento di alcuni investitori di restare saldamente attaccati alla propria criptovaluta anche quando le voci di mercato o le variazioni di prezzo si dimostrano particolarmente sfavorevoli.

Bagholder:

Si tratta di investitori che hanno raccolto un portafoglio consistente di altcoins che viene mantenuto per molto tempo nonostante le variazioni di prezzo sfavorevoli. L’idea di fondo dei Bagholders è quella di conservare gli altcoins il più a lungo possibile aspettando che il loro valore risalga o diventi particolarmente elevato per massimizzare il profitto prima di vendere.

Conclusione

Destreggiarsi nell’intricata giungla del trading delle criptovalute spesso non è semplice, e di sicuro lo è ancor meno quando non si è in grado di cogliere le sottili sfumature che si nascondo fra un termine tecnico e l’altro.

 

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