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 / Economia

Economia | 28 gennaio 2019, 20:51

Le critiche della Liguria al M5S

Ora è il Movimento 5 Stelle stesso ad essere al governo. Sta facendo allora quello che ha promesso all’Italia, e quindi anche in Liguria?

Le critiche della Liguria al M5S

Il Movimento 5 Stelle ha sottolineato all’interno del suo programma elettorale l’importanza della lotta al gioco d’azzardo eccessivo ed illegale. Gli esponenti del partito hanno sottolineato la propria insoddisfazione nei confronti del governo precedente che aveva millantato una riduzione nel numero delle slot machine in tutta Italia, e quindi anche nella regione Liguria; promessa mantenuta solo in parte. Ora è il Movimento 5 Stelle stesso ad essere al governo. Sta facendo allora quello che ha promesso all’Italia, e quindi anche in Liguria?

 

 

Movimento 5 Stelle, Liguria e gioco d’azzardo

Alle elezioni politiche del 2018, il Movimento 5 Stelle è risultato il partito piú votato in Liguria con 283.807 voti, pari a circa il 30% dei votanti. Un risultato quindi su cui si sono fondate molte speranze. Dopo le promesse in fase elettorale sulla lotta al gioco d’azzardo, la regione non ha visto peró i risultati sperati. La “rottamazione” delle slot machines era stata infatti fissata per la fine del 2018, programma che peró ha subito ora la proroga di un anno. Il programma stanziato dal Movimento 5 Stelle non prevede un proibizionismo totale, ma solamente una limitazione dell’offerta e, soprattutto, la lotta al gioco d’azzardo patologico ed illegale. Un punto importante si trova nel divieto assoluto di pubblicitá, cosí come la limitazione nel numero delle concessioni per gli operatori. Sicuramente i nomi storici non andranno a scomparire, come Sisal Casino di cui si puó leggere una recensione completa, ma le regolamentazioni diventeranno sicuramente piú rigide, ad esempio come nel caso del distanziometro. Sale giochi, slot machines e VLT non potranno essere installate in un raggio di 300-500 metri dai punti considerati sensibili, come  scuole, luoghi di culto e centri sociali.

Sicuramente il progetto non è facile da attuare, neanche per il Movimento 5 Stelle, si parla infatti di limitazione dell’offerta e non, come detto prima, di proibizionismo totale - che probabilmente sarebbe piú semplice da attuare. Inoltre, questa limitazione porterebbe alla perdita del posto di lavoro per piú di 100.000 cittadini italiani che andrebbero ad incrementare il tasso di disoccupazione giá alquanto preoccupante. Oltre a questo, lo Stato dovrebbe trovare vie alternative per ricavare i 10 miliardi annui che l’erario ottiene proprio grazie al gioco d’azzardo.

Il gioco d’azzardo in Liguria

 

La Liguria è l’ottava regione d’Italia dove si gioca di piú, con il comune di Loano in testa alla classifica, che risulta il comune al tredicesimo posto a livello nazionale. Ecco come si distribuisce la spesa pro capite annua per il gioco d’azzardo nei comuni in testa alla classifica:

●     A Loano 5.116 euro a testa, corrispondente quindi a 426 euro mensili. Sono principalmente le slot machines a farla da padrone, ma anche il Bingo tiene testa.

●     Vado Ligure, con una media di 3.596,57 euro annui,

●     Alassio, con 2.952,77 euro annui.

La Liguria è inoltre teatro del cosiddetto “pendolarismo dei giocatori”, un fenomeno sociale secondo il quale gli abitanti di una regione tendenzialmente proibizionista riguardo al gioco d’azzardo si spostano in una regione confinante piú “liberale”. Ecco quindi che i piemontesi si spostano in Liguria proprio per giocare. Piemonte e Liguria hanno infatti leggi diverse sul gioco, con la prima che molto severamente ha applicato la regola del distanziometro ed eliminato quindi una parte dell’offerta. E’ per questo motivo che il M5S vuole che sia applicata una strategia a livello nazionale, univoca in tutte le regioni.

Lo stato d’animo della Liguria nei confronti del M5S è totalmente comprensibile, ma comprensibile è anche la situazione in cui si trova il partito politico che non solo si puó occuparsi - e preoccuparsi - del bene del singolo cittadino, ma che deve preoccuparsi anche del bene dello Stato in generale, evitando un aumento del debito pubblico ed ulteriori crisi finanziarie.

 

 

 

 

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