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Economia | 02 febbraio 2021, 07:50

La cantina Terre del Barolo chiude il 2020 con fatturato in crescita (+4%) e rilancia sui progetti per un futuro sempre più sostenibile

L’ultimo esercizio si è chiuso con un fatturato totale in aumento rispetto a quello dell’anno precedente, e questo risultato è di enorme rilievo, considerando quanto accaduto nel 2020

La cantina Terre del Barolo chiude il 2020 con fatturato in crescita (+4%) e rilancia sui progetti per un futuro sempre più sostenibile

Un inizio di 2021 carico di speranza e di progetti in corso di realizzazione per la Cantina Terre del Barolo, alimentato da ottimi risultati, considerando la situazione sanitaria ed economica nazionale ed internazionale.

Il fatturato risulta in crescita del 4% nel bilancio chiuso al 31 agosto 2020 (16 milioni e 380 mila Euro totali), e viene approvato “per corrispondenza”, non potendosi svolgere l’annuale Assemblea in presenza causa restrizioni per Covid19. Un modo inusuale ma valido per confermare l’importanza dei soci per la cooperativa.

I RISULTATI. L’ultimo esercizio si è chiuso con un fatturato totale in aumento rispetto a quello dell’anno precedente, e questo risultato è di enorme rilievo, considerando quanto accaduto nel 2020 a livello mondiale, come conferma il direttore Stefano Pesci: «La possibilità di produrre tutti i grandi vini della Langa ci permette di essere presenti in modo competitivo nei vari mercati. Stiamo affrontando con grande resilienza la crisi globale, riuscendo a soddisfare i clienti nella differenziazione della richiesta.

I primi mesi dell’anno fiscale sono stati estremamente positivi con una crescita a doppia cifra che ci ha permesso poi di affrontare la seconda parte dell’anno, con i lockdown e l’emergenza sanitaria, chiudendo comunque positivamente un’annata ricca di eventi assolutamente imprevedibili e straordinari».

Il direttore continua: «Cifre alla mano siamo soddisfatti, ed il nostro lavoro è stato ripagato anche dal premio come miglior cooperativa vitivinicola italiana, ottenuto la scorsa estate dalla prestigiosa rivista tedesca di settore edita da Meininger.

Non sono mancati importanti riconoscimenti anche per i nostri vini in Italia e all’estero: tra questi la presenza del “Barolo Arnaldo Rivera 2016 undicicomuni” nella selezione mondiale Top 100 Wine discoveries redatta dall’editore della guida Michelin. Risultati che confermano come si stia lavorando intensamente per valorizzare il territorio e le sue straordinarie eccellenze».

«In tutto questo una grande mancanza però c’è, riflette Stefano Pesci, e riguarda le relazioni dirette: in oltre 60 anni di storia non si ricorda un’Assemblea di tutti i Viticoltori associati svoltasi per corrispondenza o Consigli di Amministrazione effettuati in video conferenza, così come l’impossibilità di accogliere in Cantina i clienti, gli importatori e tutti gli appassionati del Barolo che popolavano le colline delle Langhe Patrimonio dell’Umanità UNESCO».

L’OTTIMA VENDEMMIA E IL FUTURO IMMEDIATO. Il lavoro però è andato avanti, come conferma il direttore: «Per fortuna non ci siamo mai fermati: i soci hanno continuato a lavorare i vigneti, e la natura ha regalato un’annata 2020 di qualità straordinaria. Nuove energie e forza direttamente dalle nostre amate colline per affrontare le sfide future che riguardano principalmente il completamento dei lavori per tutte le nuove aree di accoglienza della nostra Cantina, che il Covid ha solo rallentato, ma in cui crediamo fermamente, per farci trovare pronti e completamente rinnovati quando gli ospiti e gli appassionati ritorneranno in Langa. Queste storie di riscatto fanno parte del dna della cooperazione che crea unioni per affrontare insieme le difficoltà, e che trae la sua grande forza dalla capacità di stare insieme nelle piccole e grandi sfide».

E la “parola d’ordine” deve essere la Sostenibilità nella quale la cantina Terre del Barolo crede molto: «Il prossimo futuro, conclude il direttore, dovrà essere caratterizzato da un nostro agire sempre più sostenibile, primariamente a livello economico, con attività operative molto attente e prudenti, e sostenibile dovrà anche essere il nostro impatto su tutte le attività agricole e produttive che ci caratterizzano, per rendere queste nostre terre un vero patrimonio paesaggistico e naturale anche per le generazioni future.

Su questo fronte siamo sempre più impegnati in tutte le fasi della filiera lavorativa, a partire dai vigneti, dove si susseguono i progetti e le iniziative sempre più green, fino all’utilizzo delle risorse in cantina sempre più rinnovabili, per arrivare ai clienti e ai consumatori in tutto il mondo con un’attenzione sui packaging e sui trasporti sempre meno impattante a livello ambientale».

Il presidente Paolo Boffa riflette sul rapporto con i soci, un aspetto che è venuto a mancare a causa della pandemia: «Non aver potuto organizzare la festa dei soci per l’inizio della vendemmia 2020, l’impossibilità di svolgere l’assemblea annuale in presenza ma solo per corrispondenza, il posticipare l’apertura dei nuovi locali a data da destinarsi, il non vedere i soci girare in cantina liberamente ma solo su appuntamento, sono tutti aspetti che confermano come stiamo vivendo diversamente il concetto di cooperazione. Come in una famiglia i rapporti diretti quando non sono presenti, mancano molto. Alla Cantina Terre del Barolo siamo abituati a confrontarci, a dialogare, a portare idee, critiche, proposte: il non poterlo fare di persona pesa ma l’unione tra di noi non manca, e stiamo affrontando questi mesi con determinazione».

Mesi in cui gli aspetti positivi non sono mancati, soprattutto a livello economico: «A fine agosto abbiamo chiuso l’esercizio in modo positivo. L’incertezza globale continua ma vedo che il mondo del vino sembra aver ragionato bene per una ripartenza: c’è consapevolezza e, grazie a mercati come quelli del Nord Europa, Nord America e dell’Asia, i nostri vini continuano ad essere acquistati con costanza. Un aspetto che considero positivo è il concetto di riflessione: in questo buio che stiamo vivendo, si sta diventando sempre più consapevoli dell’ambiente che ci circonda. E chi, meglio dei contadini, sa rispettare la terra? Con i piedi ben saldi al terreno: da qui bisogna ripartire ed essere tutti uniti. Se non abbiamo imparato questo, si sarà perso tempo, a livello mondiale».

c.s.

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