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Attualità | 18 giugno 2021, 20:37

Genova, in centinaia per dire no all'accordo Stato-Atlantia: "Questo contratto non s'ha da fare"

Numerosi politici, cittadini comuni e i parenti delle vittime del crollo del Morandi presenti davanti alla Prefettura del capoluogo contrari al pagamento di 9,5 miliardi per terminare la concessione in vigore

Genova, in centinaia per dire no all'accordo Stato-Atlantia: "Questo contratto non s'ha da fare"

E' deciso, netto e partecipato il no dei genovesi all'accordo che lo Stato, attraverso Cassa Depositi e Prestiti, ha raggiunto con Atlantia per dare alla società che controlla Autostrade per l'Italia il "benservito" ed estrometterla dalla gestione della rete infrastrutturale nazionale dopo quanto accaduto negli ultimi anni e lo stato in cui si è scoperto versano decine di ponti e gallerie in tutto il Paese.

Chiudere a costo zero la partita con Atlantia relativa alla concessione nella speranza che il Ministero di Economia e Finanza non firmi il provvedimento che sancirà l'accordo da 9 miliardi e mezzo, con la volontà di perseguire anche le vie legali, nel caso fosse necessario, per raggiungere l'obbiettivo.

Questi gli obbiettivi di una manifestazione particolarmente sentita nella città dove, a causa del crollo del ponte Morandi alla vigilia del Ferragosto 2018, è partita l'inchiesta del ministero che ha scoperchiato "il vaso di Pandora" della manutenzione carente da parte della società gestrice.

"Siamo in tanti, siamo insieme e combattiamo perché siamo favorevoli che Autostrade torni pubblica ma non vogliamo sborsare un euro" ha detto il consigliere Sansa.

"Siamo qui per dire che questo contratto non s'ha da fare - ha aggiunto Egle Possetti, presidente del comitato delle vittime di Ponte Morandi - Questa convenzione è stata scritta oltre vent'anni fa, vari governi l'hanno incrementata e blindata, quindi ci sono tante responsabilità del passato. E' necessario si trovi la forza per revocarla perché gli elementi tecnici ci sono. Non possiamo pensare che questi azionisti abbiano fatto l'operazione finanziaria del secolo acquistando un'infrastruttura in buono stato, sfruttata facendo utili megagalattici per anni e hanno lasciato morire le nostre famiglie. Come cittadini è inaccettabile: questo contratto non si porti avanti, i nostri amministratori ascoltino i cittadini, quei soldi vadano nella manutenzione delle autostrade".

"La tragedia del Morandi è stato uno dei momenti peggiori della nostra storia, ma anche un risveglio delle nostre coscienze, ci ha permesso di accendere un faro e ci ha fatto scoprire molte cose che ci hanno fatto arrabbiare" ha proseguito il presidente del Comitato Autostrade Chiare, Luca Ternavasio mostrando un pezzo di ferro crollato dal viadotto tra Sestri Levante e Lavagna già chiuso ai mezzi pesanti.

"Vorrei ringraziare i signori Benetton, perché è grazie a loro che stiamo vivendo questa 'emozione' giornaliera straordinaria. Il ministero che si è subito dato da fare per scoprire cosa stava succedendo. I parlamentari che si sono fatti foraggiare da tutti, e non ce n'è uno a dichiarare il contrario - ha detto Ternavasio con ironia - Questi signori andrebbero ringraziati sotto casa".

Cittadini comuni riuniti in diversi comitati (Autostrade Chiare, Zona Arancione Ponte Morandi, l'Unione Comitati di quartiere Genovesi) ma anche diversi rappresentanti del mondo politico nazionale e locale hanno aderito all'iniziativa: i consiglieri regionali Sansa, Sanna e Gianni Pastorino, diversi parlamentari, gli ex ministri Lorenzo Fioramont ed Elisabetta Trenta, ma anche il presidente della Commissione Antimafia Nicola Morra e diverse formazioni politiche.

Redazione

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