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Attualità | 03 ottobre 2025, 11:19

Israele abborda la Flotilla, la protesta e il corteo a Savona: "L'inconcepibile è diventato realtà" (FOTO e VIDEO)

Tanti gli striscioni di protesta e non mancano gli attacchi contro il Governo e la Premier Meloni

Una piazza gremita, come non mai, ricca di giovani, protesta contro l'abordaggio da parte di Israele della Global Sumud Flotilla e contro la guerra per uno stop al conflitto a Gaza. E non mancano gli striscioni contro il Governo e la Premier Giorgia Meloni che ha criticato l'organizzazione dello sciopero.

Oggi, venerdì 3 ottobre, è stato proclamato lo sciopero generale nazionale di tutti i settori pubblici e privati, indetto da Cgil, USB, CUB e altre sigle sindacali “in difesa della popolazione palestinese, della Flotilla e dei valori costituzionali”.

L’iniziativa si inserisce nel quadro delle proteste seguite all’attacco contro le navi civili dirette verso Gaza, sulle quali si trovavano anche cittadini italiani.

A Savona lo sciopero è stato accompagnato prima da un minuto di silenzio in Piazza Mameli e poi dagli interventi del segretario generale della Cgil Andrea Pasa, l'assessore Maria Gabriella Branca, la studente universitaria Matilde Mazza, il segretario provinciale del Pd Emanuele Parrinello e Roberta Greco della Bottega della Solidarietà.

È poi partito un corteo diretto verso il quartiere di Villapiana per poi ritornare nella centrale piazza savonese promossa dalla Cgil e dal CUB Savona insieme al Tavolo della Pace e numerose associazioni.

In conclusione sono intervenuti Marco Giana della Caritas-Fondazione Diocesana Comunità Servizi, Luisa Magnone, Cub Sanità, Stefania Druetti, segretaria Cgil e responsabile politiche per i migranti e Maurizio Loschi, responsabile Cub Savona-Val Bormida.

La nota diffusa dai promotori parla di un episodio definito gravissimo, con l’obiettivo, attraverso la manifestazione, di denunciare l’attacco subito dalla Flotilla e di riaffermare il dovere di difendere i valori costituzionali, la solidarietà internazionale e la sicurezza dei cittadini italiani.

“L’aggressione contro navi civili che trasportavano cittadine e cittadini italiani, tra gli altri, rappresenta un fatto di gravità estrema- si legge - Un colpo inferto all’ordine costituzionale stesso che impedisce un'azione umanitaria e di solidarietà verso la popolazione palestinese sottoposta dal governo israeliano ad una vera e propria operazione di genocidio. Un attentato diretto all’incolumità e alla sicurezza di lavoratrici e lavoratori, volontarie e volontari imbarcati. Non è soltanto un crimine contro persone inermi, ma è grave che il governo italiano abbia abbandonato lavoratrici e lavoratori italiani in acque libere internazionali, violando i nostri principi costituzionali”.

Alla manifestazione hanno aderito numerose realtà associative, tra cui UDI Savona, Auser, Caritas, Libera, Emergency Savona, Acli, Aned, Circolo Italia-Cuba di Celle e Savona, Anpi provinciale, Fondazione Isrec, Federconsumatori, Sunia, Bottega della Solidarietà, Medicina Democratica, Savona Disarmo, Sanitari per Gaza Liguria, Liguria Palestina, Attac Savona, NoRearmEurope, Casa dei Circoli Culture e Popoli di Ceriale, Comitato Acqua Bene Comune, Assemblea antifascista e antirazzista di Villapiana, Sial Cobas, Arci, Officina della Pace, Vitanova, Ced, oltre alla Fondazione Diocesana Comunità Servizi.

In ordine di tempo si tratta della settimana iniziativa a favore del popolo palestinese e contro la guerra dopo il corteo per la pace il 6 settembre che si era concluso in Piazza Sisto e le manifestazioni organizzate il 19 settembre dalla Cgil e il 22 dai sindacati di base. Venerdì scorso poi si era tenuto un presidio davanti alla Prefettura e mercoledì sera si è svolto un presidio spontaneo e un corteo dopo la notizia dell’abbordaggio delle forze militari di Israele delle navi della Global Sumud Flotilla. Ieri sera invece il flashmob-momento di silenzio, luce e testimonianza civile dal titolo “Luci sulla Palestina" per esprimere vicinanza alla popolazione palestinese, per ricordare le vittime e chiedere pace con candele, luci e momenti di raccoglimento davanti agli ospedali San Paolo di Savona e Santa Corona di Pietra Ligure.

Il discorso completo del segretario generale della Cgil Savona Andrea Pasa: "E’ una piazza bellissima, Savona medaglia d’oro al valore per la Resistenza ha risposto ancora una volta presente. Oggi scioperiamo e manifestiamo perché in discussione ci sono i valori della democrazia, scioperiamo  a difesa della missione di pace della Flotilla, per aprire corridoi umanitari , per ristabilire Pace e democrazia, ma soprattutto per chiedere la fine del massacro del popolo palestinese. E se questa non vi sembra una ragione valida per scioperare, il problema non è lo sciopero. Non possiamo stare a guardare, nel 1943 soprattutto nella nostra Provincia  per dire no alla guerra furono i lavoratori e le lavoratrici a usare lo strumento dello sciopero” per ristabilire pace e democrazia". 

"Oggi il lavoro si ferma: sciopero generale. Ma non è uno sciopero come gli altri. Non riguarda direttamente i salari, i contratti, l’occupazione , ma un bene ancora più prezioso la pace e il ripudio alla guerra. I diritti non si sottraggono, più ne hai, più facilmente ne ottieni altri. È uno sciopero che guarda oltre, che lega il mondo del lavoro al destino di chi combatte per la sopravvivenza a Gaza, di chi sfida blocchi e minacce per portare aiuto e umanità con la Flotilla. È uno sciopero di solidarietà e di coscienza. Il governo, lo deride, lo minaccia, lo insulta come fosse una provocazione. Nulla di nuovo. Ogni volta che i lavoratori alzano la testa il potere risponde col ghigno".

"La storia sindacale, la storia del nostro paese insegna che dietro l’autorità del Palazzo si cela la paura. Paura che la forza di ognuno diventi forza di tutti. Paura che la fabbrica si trasformi in piazza, che la solidarietà diventi politica, che la lotta per la pace incrini la macchina della guerra. Questo sciopero parla di Gaza ma parla anche di noi. Dei portuali che rifiutano di caricare armi, dei docenti che insegnano la speranza, degli operai che ostacolano un’economia di guerra, degli studenti che pretendono un mondo migliore in cui vivere e lavorare. Racconta un Paese che spesso preferisce voltarsi dall’altra parte. Oggi tocca a noi, all’equipaggio di terra. A chi resta qui, incrocia le braccia, rompe il torpore, afferma che nessuno è solo su questa flotta".

"Diranno che serve a poco, che la Palestina non si libera bloccando tutto, che i cortei non spostano i destini della politica internazionale. Eppure, ogni volta che la classe lavoratrice si ferma, accade qualcosa. I motori si inceppano, le certezze del potere vacillano, il consenso si incrina. Un gesto forse parziale, ma necessario. Perché le conquiste nascono sempre da una pressione reale, da un grido ostinato che sgorga dal basso. Anche oggi chiediamo con forza all’Unione Europea e ai governi, soprattutto a quello italiano di ritrovare il coraggio di affermare la piena vigenza del diritto di pace, il riconoscimento dello stato di Palestina, la fine del massacro del popolo palestinese, sanzioni contro il Governo Israeliano e di fermare la politica di riarmo". 

"È questo segnale che non solo Flotilla ma tutti i i cittadini del Mondo attendono. Siamo l’equipaggio di terra, dunque. Custodiamo la rotta, alimentiamo la traversata, sosteniamo la nave. Oggi ci fermiamo perché la Flotilla abbia nuovi compagni di viaggio, perché Gaza abbia voce, perché la dignità resti integra. Ogni marinaio ha il suo orizzonte, in fabbrica, a scuola, in ospedale, in ogni dove. Tutti, insieme, ad affermare che pace e lavoro si difendono allo stesso modo: organizzandosi, lottando, resistendo. Perché l’inconcepibile è diventato realtà – frase che è impressa su uno striscione fatto dai ragazzi di Progetto Città".

Luciano Parodi

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