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| 17 febbraio 2011, 12:02

L'uccisione del finanziere Natale Alampi

Continuano i racconti in esclcusiva per Savonanews.it di Roberto Nicolick sui tragici eventi collegati alla Seconda Guerra Mondiale

L'uccisione del finanziere Natale Alampi

Questo fatto tragico  è indicativo del tipo di atteggiamento e cultura che i partigiani comunisti nutrivano nei confronti dei non comunisti, che notate bene, per essere “liquidati” ,non necessariamente dovevano essere fascisti o repubblicani.   La storia, triste e terribile allo stesso temp,o riguarda un graduato della Regia Guardia di Finanza, per la precisione l’Appuntato Natale Alampi, un Calabrese, arrivato dalla sua terra natia per prestare servizio in Provincia di Savona e reprimere i reati a carattere tributario. Alampi , sposato a Noli con Parisina Baldini,  bravo finanziere o come si diceva allora un agente tributario, e’ un uomo scrupoloso e ovviamente questo suo comportamento inflessibile può dare fastidio, soprattutto a chi usando lo scudo della appartenenza alle bande partigiane, arrotondava con le ruberie e con la borsa nera   Infatti, Alampi, che non e’ un fucilatore fascista, non e’ un torturatore di partigiani, non e’ un boia, nonostante ciò viene preso e “liquidato” come qualcuno, in quel periodo buio e terribile, sapeva fare con efficienza e competenza. Il poveretto ,ad appena trentanove anni, sparisce mentre è regolarmente in servizio di prevenzione della borsa nera, forse Alampi ha visto delle cose e dei personaggi che non doveva vedere , da quel momento di lui non si sa piu’ nulla. La  moglie, Parisina Baldini,  e i suoi commilitoni della Guardia di Finanza lo cercano ovunque ma non riescono a ritrovarlo, non si trova nè da vivo e nè da morto.  La burocrazia fa il suo corso e , circa un anno dopo, il primo di novembre del 1946, arriva bontà sua, dall’A.N.P.I. di Finale Ligure, con sede nella cosiddetta Casa del Popolo , una breve e gelida comunicazione , siglata e timbrata, Le poche righe dattiloscritte, grondano indifferenza e sovietica insensibilità :   “  …Da informazioni da noi assunte, ci risulta che il Milite Tributario Alampi Natale e’ stato prelevato e fucilato dalle formazioni partigiane della div. G. Bevilacqua il 16.03.1945. Si rilascia la presente a richiesta della moglie e per l’atto di morte: esecuzione a Campo Stringhini alle ore 7,30…”   Il tutto condito da timbri tondi e strane ed incomprensibili note manoscritte. Il campo Stringhini, per chi non lo sapesse era un sito , posizionato sulle alture tra Quiliano e vado Ligure, a tutt'oggi mai trovato esattamente, dove i partigiani comunisti oltre ad accamparsi, portavano i condannati a morte, e qui lontano da occhi indiscreti, avvenivano sevizie e alla fine le esecuzioni sommarie.  E' molto strano ed  interessante che l'A.N.P.I., di Finale Ligure, in un documento ufficiale ammetta l'esistenza di questo triste posto di morte e di tortura. I caporioni partigiani si sono sempre ben guardati dall'ammettere l'esistenza del Campo Stringhini.  Anche la denominazione del campo è misteriosa, potrebbe essere fatta risalire al cognome di due Repubblichini fucilati per primi in quel sito e attualmente sepolti al Cimitero di Finale Ligure. Insomma, Natale  Alampi viene prelevato e fucilato, a insaputa di tutti, compresi  moglie e superiori e colleghi della Guardia di Finanza, e non se ne conosce la ragione, è pure ignoto se il finanziere sia stato sottoposto ad un qualsiasi tipo di istruttoria o processo, magari da un tribunale del popolo e  non si conoscono soprattutto i nomi dei partigiani che lo hanno ammazzato e non si sa la ragione per cui e’ stato ucciso, ne, soprattutto dove e’ finito il suo corpo. Uniche notizie certe :  data del "prelevamento" e ora  della esecuzione sommaria e luogo, indicato nel documento dell'ANPI,  : il famigerato “campo Stringhini”, situato nella valle della morte, accanto ad un noto campo di concentramento gestito dalla tristemente nota polizia partigiana,  A parte questo ennesimo atto di terrorismo consumato ai danni di un innocente, mi ha colpito il documento stilato dall’A.N.P.I. di Finale, la sua ignobile freddezza , la sua terribile aridità, un altro tassello per demolire la favola dei partigiani tutti buoni ed idealisti.  

roberto nicolick

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