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Politica | 10 ottobre 2017, 19:13

Piaggio, ventilata l’ipotesi-cessione del ramo velivoli civili, Pastorino: “Se confermata, le promesse di un governo subalterno si sciolgono come neve al sole”

"Ancora una volta le promesse del governo si sarebbero sciolte come neve al sole"

Piaggio, ventilata l’ipotesi-cessione del ramo velivoli civili, Pastorino: “Se confermata, le promesse di un governo subalterno si sciolgono come neve al sole”

"Se fossero vere le notizie che circolano ufficiosamente in queste ore, circa una possibile vendita del ramo velivoli civili di Piaggio, ci troveremmo di fronte a una situazione paradossale. Ancora una volta le promesse del governo si sarebbero sciolte come neve al sole. Perché non c’è dubbio che su questa vicenda il governo può esercitare, anzi a mio giudizio deve esercitare, la Golden Power manifestando la sua volontà a mantenere l’unicità dell’azienda. Va evitata la cessione del ramo civile, dato il ruolo strategico di Piaggio e le inevitabili, pesantissime, ripercussioni sull’occupazione in Liguria che tale decisione comporterebbe". Lo dichiara il consigliere regionale di Rete a Sinistra/LiberaMente Liguria Gianni Pastorino, commentando la paventata cessione di ramo d’azienda che riguarderebbe il settore velivoli civili di Piaggio.

"Ma d’altra parte le organizzazioni sindacali e una parte della politica da tempo delineavano questo scenario preoccupante. Ma d’altra parte il ministro Calenda ha promesso interventi che non sono stati attuati, oppure non hanno dato alcun frutto. Il ministero dovrebbe esigere il mantenimento degli attuali livelli occupazionali. È davvero il minimo, considerato che il governo ha deliberato l’acquisto da Piaggio 8 droni P2hh e 8 sistemi di controllo per svariate centinaia di milioni di Euro. A fronte di tali commesse è inaccettabile che l’azienda possa anche solo pensare a esuberi e licenziamenti. Ma d’altra parte, come già successo nel caso Ericsson, questo governo appare del tutto incapace di intraprendere corrette relazioni industriali, data la sua subalternità alle logiche delle multinazionali e dei grandi gruppi di potere".

"Come al solito prima si è battuta la strada di un accordo difficile e oneroso per i lavoratori, che ha preteso un alto prezzo di sangue, con trasferimenti e cassa integrazione. Se queste notizie saranno confermate, tutto questo non sarà servito a nulla: da domani il disegno sarà lo scorporo di un’azienda il cui valore, a mio parere, sta proprio nella sua unicità, nella coesistenza del settore civile con quello militare. Ancor più assurdo che tutto ciò avvenga in una regione in cui il ministro della Difesa è di casa: quantomeno dovrebbe dimostrare di avere particolarmente a cuore l’occupazione di questo territorio" conclude Pastorino. 

cs

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