Ospedale di Cairo, il Pd: "Il sindaco, invece di difendere chi svende la sanità pubblica, si renda indipendente"

La segreteria provinciale del Partito democratico affianca il segretario del circolo cairese, Michele Di Sapia, che ha contestato il sotto-utilizzo della sale operatorie nel nosocomio valbormidese. "L'ospedale di Cairo è dotato di due moderne sale operatorie fatte costruire dalla precedente amministrazione di centrosinistra con un ingente esborso economico - evidenziava Di Sapia - Tali sale funzionavano sino a poco tempo fa a pieno regime con 1127 prestazioni eseguite nel 2014 e 1048 nel 2015. Se nel 2016 le sale sono state sottoutilizzate, con una diminuzione delle prestazioni eseguite a 878, nel primo semestre di quest'anno sono state quasi del tutto inutilizzate con appena 101 prestazioni eseguite".

Per il direttore generale dell'Asl 2 Savonese, Eugenio Porfido, "i dati statistici non si possono sciorinare per campanilismo; attualmente a Cairo si possono fare certi tipi di interventi e si sta potenziando l'ospedale in quest'ottica". Il sindaco Paolo Lambertini attesta la stima al manager Porfido, collocandosi sulla stessa linea: "Non si possono estrapolare certi dati per darne una lettura politica, come fa Di Sapia".

A dare manforte a Di Sapia, però, interviene la segreteria provinciale del Pd, ribadendo le preoccupazioni per "lo smantellamento dell'ospedale".

"Il Partito Democratico - sottolineano dalla segreteria - sta portando avanti da anni la battaglia per il riconoscimento dell'ospedale di area di crisi disagiata. Risultano stucchevoli sia le risposte del direttore generale che del suo paladino il sindaco Lambertini. La verità è che dopo due anni e mezzo di amministrazione regionale targata Lega Nord, anche i cittadini capiscono che è un disco rotto dare la colpa alla precedente amministrazione".

Prosegue la segreteria del Pd: "La verità è che si stanno svuotando gli ospedali di servizi e competenze per chiara scelta politica, svendendo le strutture pubbliche ai privati. Forse il sindaco, invece di difendere chi oggi sta compiendo un disastro, si renda per una volta indipendente e difenda il suo territorio e la sanità pubblica, che peraltro sta patendo anche chiusure e ridimensionamenti delle strutture territoriali in tutta la provincia, a cominciare dal Cupa di Millesimo, con danni che si allargano progressivamente alla Val Bormida".