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Sport | 05 agosto 2011, 17:06

Matteo Aicardi: dedico il titolo mondiale a Francesco Damonte e Nicolo’ Morena

"Dedico questa vittoria alla mia famiglia ed a tutti quelli che mi vogliono bene, ma in particolare a Francesco Damonte e Nicolò Morena che ci guardano da lassù. E non è un caso se quest'anno abbiamo vinto Coppa Len e Mondiale. E' veramente qualcosa di speciale"

Matteo Aicardi: dedico il titolo mondiale a Francesco Damonte e Nicolo’ Morena

Non si smentisce Matteo Aicardi neo campione del mondo di pallanuoto e uomo di spiccata sensibilità.

La sua è una dedica sincera che viene dal profondo del cuore, un cuore ancora gonfio di gioia per la medaglia d'oro conquistata a Shangai.

Ad una settimana di distanza, sei riuscito a metabolizzare le vittoria, stai cominciando a realizzare di essere sul tetto del mondo ?

Ormai l'ho quasi metabolizzata, però dovrò smaltirla in fretta perché presto ci saranno molti nuovi importanti impegni.

Raccontaci un aneddoto su questo Mondiale.

L'aneddoto riguarda la settimana di allenamento che abbiamo fatto a Belgrado subito prima di partire per Shangai. Ci stavamo allenando con la nazionale serba e Filipovic ad un certo punto ha peso il pallone e, scagliandolo lontano dalla vasca, ha detto in senso di spregio: "io con questi non mi alleno, vado a palleggiare nel retro porta da solo". A quel punto è intervenuto Amedeo Pomilio che lo ha richiamato ai doveri di sportività e allora Filipovic è rimasto ma continuando a giocare con sufficienza perchè per i serbi noi non eravamo alla loro altezza. Che soddisfazione immensa poi averli battuti".

Federico Mistrangelo ha detto che spera che tutta l'energia che hai accumulato in questo Mondiale possa trasmetterla anche alla Rari.

Sicuramente il cuore ce lo metterò tutto anche a Savona, ma in Italia il gioco è diverso, spesso si fa fatica perché l'arbitraggio è ancora immaturo.

Quale è stata l'importanza della Rari e di Claudio Mistrangelo nel percorso sportivo che ti ha portato alla conquista del titolo mondiale?

La mia storia con la Rari è iniziata presto. Avevo 15 – 16 anni quando Gervasio e Mistrangelo mi hanno portato a Savona. Questa società mi ha dato la possibilità, fin nei primi anni, di giocare in una squadra di alto livello e questo mi ha aiutato a maturare molto. Claudio mi ha insegnato tanto come tecnico ma anche moltissimo a livello umano. Mistrangelo è l'anima della Rari e lo sarà sempre, mentre Gervasio è l'anima economica che in questi anni ha fatto tanti sacrifici. Ora ci sarà Andrea Pisano a guidarci dalla panchina e ne sono molto contento gli ho già palato e gli ho detto che mi metto disposizione per dargli tutto l'aiuto possibile.

La vittoria mondiale ti ha appagato oppure hai ancora un po' d fame visti i tanti impegni che avrai prossimamente con la Rari dalla Coppa Campioni alla Supercoppa oltre al campionato?

L'appetito come si suol dire vien mangiando. Purtroppo per le scelte fatte la squadra non è più competitiva come lo scorso anno. Ma questo non è un aspetto negativo perché cambiare radicalmente può far crescere i giocatori e far diventare la Rari del prossimo futuro ancora più forte. E poi basta guardare la nazionale italiana è stata ricostruita completamente, abbiamo sofferto un po' all'inizio, ma poi siamo arrivai sul tetto del mondo".

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