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Attualità | 22 luglio 2017, 15:30

Prolungata fino al 30 settembre a Finalborgo la mostra "Il Giardino Segreto di Madame Cadinì" (FOTO e VIDEO)

L'evento era iniziato in concomitanza della scorsa "Notte Romantica" nell'ambito dei Borghi più Belli d'Italia

Prolungata fino al 30 settembre a Finalborgo la mostra "Il Giardino Segreto di Madame Cadinì" (FOTO e VIDEO)

Prorogata fino al 30 settembre la mostra “Il Giardino Segreto di Madame Cadinì”, varata in occasione della “Notte Romantica” del 24 giugno scorso.

Il palazzo che ospita il Ca’ di Ni’ è uno degli edifici storici di Finale Ligure: è appartenuto a Monsignor Fasce, conosciuto prelato finalborghese, che lo ha poi ceduto alla famiglia genovese dei Drago. Questi ne fecero in passato la loro residenza estiva per diverse generazioni.

Ci racconta l’artista Paolo Anselmo, scultore e ceramista invitato al residence Ca’ di Ni’ per allestire la sua mostra e rimasto letteralmente folgorato dalla torre quattrocentesca, dal giardino, dalle antiche stanze, tanto da desiderare che, in tempi brevi la struttura diventi un fulcro della vita culturale e artistica finalese: “Appena ho visto questi spazi, mi è venuto subito in mente un titolo: Il Giardino segreto di Madame Cadinì, perché si tratta di luoghi rimasti chiusi per decenni, fermi nel tempo, che hanno potuto crescere e prosperare spontanei senza intervento dell’uomo. Nemmeno tutti i finalborghesi sono a conoscenza di un patrimonio simile. Chi entra qui deve chiudere gli occhi per un attimo e calarsi nella storia e nelle vicende finalesi, immaginare com’era in questi spazi la vita di un tempo. E ho sognato questa Madame, immaginaria ma che senza dubbio ha vissuto qui, a lei ho voluto dedicare questa mostra”.

Prosegue Anselmo: “A Milano sono rappresentato dalla Galleria 29 Art in Progress, che può vantare nella sua selezione artisti un nome del calibro di Gian Paolo Barbieri. Stiamo parlando dell’ultimo grande fotografo vivente, un talento che ha lavorato con Audrey Hepburn, Veruschka, Sofia Loren, Monica Bellucci. E quindi ho pensato che anche in un contesto come questo volevo accanto a me ad esporre un grande fotografo. E ho voluto Domenico Pugliese, italiano che vive a Londra e lavora per l’autorevole rivista Time.

Per completare l’opera volevo un altro scultore. Ho pensato a Giancarlo Scialanga, che lavora con il bronzo, la pietra, il marmo. Nei chiaroscuri dell’antica torre e nei giochi di luci creati da queste finestre sul borgo le sue opere vivono, si illuminano di nuovi colori e nuovi riflessi”.

“Per me, invece – spiega Anselmo – ho riservato un giardino ‘sensoriale’, con opere dedicate ai cinque sensi, dal profumo di via delle rose, con i miei cactus, passando ai gechi dedicati al tatto, perché amo prenderli, toccarli, cogliere le sensazioni tattili che mi danno, per poi liberarli, fino ad arrivare all’udito e alla musica, con il mio gallo da combattimento messicano che canta”.

Tutto questo sotto la direzione artistica di Jean Blanchaert, nome illustre dell’arte contemporanea che vanta collaborazioni come il programma “Passepartout” della Rai assieme a Philippe D’Averio.

Commenta Anselmo: “Ritengo fondamentale che questo posto diventi prima di tutto dei finalborghesi, ma anche per gli stranieri accolti da uno dei Borghi più belli d’Italia, e che scopriranno il gusto che ebbe il prelato Fasce a costruire tutto questo 400 anni fa e il buon senso dei Drago nel non dare i permessi, nel tempo, per snaturarlo. Tutto ciò esprime un desiderio di tornare alla tradizione: l’arte vive in uno spazio come il Borgo, è ben rappresentata in ogni sua forma, la si vede camminando, si incontrano il gotico e il moresco, portare qui adesso la fotografia e la scultura è solo una chiave di accesso per mostre future”.

Giancarlo Scialanga, da noi raggiunto telefonicamente, esprime la propria felicità: “Tante emozioni, in questa mostra. Ho trovato un posto integro, che conserva un suo carattere, con una bella proporzione uomo/luogo, una comunità molto viva e una grande testimonianza del passato. Un luogo così è uno stimolo: il contesto conta molto, la luce è importante nella scultura per la definizione dei volumi. E poi la torre trasuda storia, è un luogo con una forte simbologia, un punto di osservazione. Sono posti che rimangono nella memoria e diventano stimolo a creare, vorrò tornare e realizzare progetti futuri senza dubbio”.

Domenico Pugliese, artista dell’obiettivo che nei suoi reportage ha fotografato dalla Cuba castrista ai cow-boys dell’America più rurale, da Barack Obama alle ultime civiltà “pure” nelle foreste più incontaminate del mondo, ha scelto il titolo “The Last Hunter”, l’ultimo cacciatore, per raccontare, tra le mura del Ca’ di Ni’, la vita della tribù degli Awa-Guaja. Commenta: “È stato interessante vedere come Jean Blanchaert ha gestito e coordinato la serata. È sempre un piacere collaborare con altri artisti, come Paolo e Giancarlo. Il posto ha un enorme potenziale, è interessante, una borgata ricca di turismo, di gente, un ottimo strumento per veicolare un messaggio. L’inaugurazione è stata una serata bellissima. Potrei avere il piacere di ritornare per altri progetti. Il luogo è incantevole”.

Dall’associazione Finalborgo.it, che è stata il vero “motore” della “Notte Romantica”, si esprimono parole di grande approvazione: “Siamo onorati di avere un così importante ceramista che ha a cuore i nostri luoghi e che voglia prolungare le date dell’esposizione fino al 30 settembre. Siamo contenti che il connubio proseguirà e riteniamo che tutto ciò si inserisca perfettamente in quel nostro piano di ‘turismo lento’, culturale, artistico e meditativo, che non va a contrapporsi in alcun modo ad altre forme di intrattenimento ma si affianca a esse”.

Redazione

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