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Attualità | 27 ottobre 2017, 09:46

Tirreno Power, la Rete fermiamo il carbone: "Sentenza sociale e politica"

"Attendiamo con estremo interesse gli esiti dell'udienza preliminare, ma al di là degli accertamenti giudiziari della vicenda, la storia e la scienza hanno già accertato che l’utilizzo del carbone è una scelta nociva e sbagliata"

Tirreno Power, la Rete fermiamo il carbone: "Sentenza sociale e politica"

"In questi giorni davanti al Tribunale di Savona è iniziata l'udienza preliminare dello storico processo relativo alla Centrale di Vado Ligure.  Sarà dunque il Giudice dell'udienza preliminare a decidere se diversi amministratori e dirigenti aziendali dovranno rispondere dell'accusa, formulata dalla Procura, di aver provocato un disastro ambientale e sanitario nel nostro territorio" commenta la Rete savonese fermiamo il carbone. 

"Ma a prescindere dai futuri esiti processuali, emerge agli occhi di tutti una verità storica ormai consolidata, una "sentenza" sociale e politica (prima che giudiziaria) che non può più essere messa in discussione. Oggi esce sconfitto il modo in cui da 50 anni è stata gestita la questione della centrale (già dai tempi in cui è stata decisa nei palazzi romani la sua costruzione e imposta a un territorio già densamente abitato), il modo arrogante di rapportarsi con la popolazione (facendo sempre prevalere gli interessi dell'azienda piuttosto che quelli dei cittadini), il modo ottuso in cui si è scelto di non voler progettare un futuro a lungo termine". 

"Intorno alle ciminiere nei decenni si sono intrecciate ipocrisie e falsità, si sono intessute connivenze, si sono costruite carriere. I due vecchi gruppi a carbone sono stati una miniera d'oro per gli azionisti italiani e stranieri, che nel corso degli anni hanno ottenuto ampi dividendi. Mai e poi mai si è voluto accertare il reale inquinamento delle aree circostanti: si è sempre accuratamente evitato di commissionare serie indagini epidemiologiche, si sono sottostimati i dati, a volte si sono nascosti alla cittadinanza studi allarmanti". 

Prosegue: "Si è scelto di investire poco o niente in miglioramenti ambientali, mentre si è ritenuto più redditizio spendere in pubblicità e sponsorizzazioni.Il Giudice per le Indagini Preliminari ha parlato di “reiterate inottemperanze alle prescrizioni” e di “gravi omissioni della politica”.  Per anni, una classe politica ed economica ha considerato 'normale' la combustione di ben 5.000 tonnellate di carbone al giorno in mezzo alle case, alle scuole, agli asili". 

"Attendiamo con estremo interesse gli esiti dell'udienza preliminare, ma al di là degli accertamenti giudiziari della vicenda, la storia e la scienza hanno già accertato che l’utilizzo del carbone per la produzione di energia elettrica è stata per il nostro territorio una scelta nociva e sbagliata in quanto:

1) danneggia la salute e l'ambiente, dato che la sua combustione causa malattie cardiache e respiratorie, cancro, ictus e minaccia i feti ai primi stadi evolutivi;

2) deprime settori economici fondamentali (turismo, agricoltura, ecc);

3) danneggia le comunità, dato che i costi ambientali (doppi rispetto ai benefici economici) ricadono sulla società e non sulle aziende produttrici;

4) è il peggior nemico per l’equilibrio climatico mondiale perché è il responsabile del 43% delle emissioni di gas serra;

5) non serve per l'Italia perché la capacità di generazione elettrica italiana è quasi doppia rispetto al più alto picco di consumi mai registrato".

"Un gruppo di cittadini e associazioni che si è riunito nella Rete fermiamo il carbone, spinto da un forte senso civico, ha contribuito in questi anni (con esposti, diffide e con un opera di sensibilizzazione) a mettere fine a tutto questo. Nei giorni dell’inizio del processo, è giunto il momento che Savona faccia i conti con se stessa e con questo suo recente e triste passato" conclude la Rete savonese fermiamo il carbone. 

c.s.

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