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Politica | 05 dicembre 2017, 07:56

Savona, i Verdi: "Perché non viene riaperta la cella di Mazzini"

Bruno: "Forse l’apertura continuata viene ostacolata dagli equilibri di una Giunta in perenne difficoltà?"

Savona, i Verdi: "Perché non viene riaperta la cella di Mazzini"

"Questa volta mi piacerebbe scrivere al sindaco sempre giustamente attenta alle operazioni di immagine e pronta a farci sapere che a spese proprie va di qua e di là a parlare della città e non solo per porle alcune domande da storico e da socio dell’Associazione Mazziniana Italiana (AMI). Nei prossimi giorni verrà acceso l’albero di Natale in piazza Sisto IV e contemporaneamente saranno avviate visite guidate agli oratori e ad altri luoghi della città (a proposito sa che il 13 dicembre verrà riaperto al pubblico il prestigioso museo del tesoro della cattedrale?) ma in tutto questo continua a non apparire la cella di Mazzini, che neppure viene associata al museo archeologico adiacente in modo da garantirne l’apertura continuata, perché avvocato Caprioglio?" commenta Danilo Bruno dei Verdi savonesi. 

"Neppure in occasione della visita del presidente della Repubblica egli è stato portato al museo Pertini o alla cella dove è nata l’idea di un Risorgimento repubblicano e democratico. Ormai a me, come ad altre e altri savonesi, è sorto un dubbio, forse l’apertura continuata viene ostacolata dagli equilibri di una Giunta in perenne difficoltà? Mazzini elaborò proprio al Priamar il superamento delle posizioni carbonare e la necessità secondo cui l’indipendenza italiana sarebbe avvenuta tramite una lotta, che sarebbe nata da un moto di popolo, a cui doveva essere associata una grande azione educativa affinché le persone assumessero le proprie responsabilità e fossero in grado di costruire una società solidale nella democrazia".

"Evidentemente queste idee richiamano la Costituzione della Repubblica Romana, la Resistenza e la Costituzione Italiana - prosegue - Questi concetti sono molto lontani da un centrodestra che ha al proprio interno forze, che tendono a sminuire il ruolo popolare nella Lotta di liberazione anche per far credere che essa sia stata il prodotto di una azione di guerra delle forze alleate oltre a chi forse proprio di Resistenza non vuole neanche sentire parlare". 

"Se poi aggiungiamo il continuo ribattere sul tasto della “Città dei Papi” forse darebbe pure fastidio il richiamo alla Repubblica Romana in nome di clericalismo vecchio ed ottocentesco. Poi Mazzini parlò di Europa Unita, ispirò il Manifesto di Ventotene e la Dichiarazione di Chivasso, ma nella sua maggioranza vi sono forze tendenti al sovranismo e all’antieuropeismo per cui forse parlare di Mazzini ed aprire la cella al pubblico potrebbe non essere più l’ostentazione di passati miti risorgimentali ma la nascita di una nuova idea di Europa, che nella sua maggioranza non trova spesso cittadinanza". 

"La Giovine Italia, che fu ideata a Savona, costituì il primo partito politico moderno inteso come struttura di mediazione degli interessi fra il popolo e il governo. Evidentemente nell’antipolitica in cui viviamo e nell’assenza di certezza su quali forze politiche sostengano la sua maggioranza forse diverrebbe difficile comparare la limpidezza e l’originalità del pensiero mazziniano con l’attuale caos quasi primordiale. A questo punto ci può spiegare perché una cella, che in altre parti del mondo verrebbe aperta e promossa senza difficoltà a Savona viene dimenticata?" conclude Danilo Bruno. 

c.s.

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