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Politica | 30 novembre 2018, 14:18

Finale Ligure: polemiche sul "Progetto Mobilità Garantita"

La minoranza: "Appalto lacunoso e servizio caro". Il sindaco: "Soldi che non gravano sulle casse comunali e spese deducibili interamente dalle tasse"

Finale Ligure: polemiche sul "Progetto Mobilità Garantita"

Il Comune di Finale Ligure vara il “Progetto Mobilità Garantita”: un minibus per il trasporto di alcune categorie svantaggiate, dagli anziani alle persone affette da particolari disabilità. Nella delibera di giunta, firmata dal sindaco Ugo Frascherelli, dalla vicesindaco Clara Brichetto e dagli assessori Andrea Guzzi e Delia Venerucci, si legge: “L’Ente comunale, nell’ambito delle prestazioni sociali di propria competenza, attua ormai da anni interventi che hanno l’obiettivo di supportare le persone in stato di bisogno e/o con problemi di disabilità, anche prevedendo misure mirate al sostegno di persone svantaggiate; con sempre maggior frequenza i Servizi Sociali dell’Ente si trovano nella necessità di fornire servizi di trasporto per e da istituti di cura, case di riposo, centri diurni, scuole, e in generale servizi di trasporto per l’espletamento delle normali funzioni della vita sociale da parte di soggetti deboli e privi di mezzi”.

L’incarico è stato assegnato a PMG Italia SpA, azienda con sede a Bolzano specializzata nel fornire agli Enti Locali servizi gratuiti di mobilità garantita, attraverso la concessione in comodato gratuito al comune di automezzi, di diversi tipi e caratteristiche, destinati al trasporto sociale per persone svantaggiate.

Il Comune si farà carico soltanto, come si legge ancora nella delibera, “dei costi derivanti dall’utilizzo dell’autoveicolo, relativi all’autista, al carburante e al lubrificante (rabbocco dell’olio ogni qualvolta necessario). Sono a carico del Comune le incombenze necessarie a mantenere il veicolo in ottimo stato di manutenzione e in sicurezza, come il controllo periodico del livello dell’olio e la verifica costante della pressione e dello stato di usura degli pneumatici”.

Per far fronte alle spese da sostenere, il Comune ha deciso di ricorrere a una particolare forma di “crowdfunding” (cioè di sottoscrizione popolare): i commercianti del Finalese possono contribuire monetariamente ai costi di gestione del servizio in cambio di uno spazio pubblicitario, come quelli che normalmente si vedono anche sui taxi o sui bus di linea.

Nella lettera inoltrata dal Comune a imprenditori, commercianti e artigiani si legge: “Il veicolo sarà finanziato grazie a spazi pubblicitari applicati alla carrozzeria. In questo modo voi non soltanto potrete contribuire a realizzare un progetto di solidarietà sociale, ma darete alla vostra pubblicità un valore aggiunto: far conoscere la vostra azienda abbinando il vostro marchio a una azione concreta di solidarietà”.

Perplessità, in merito alla gestione dell’intera operazione, sono sollevate dai gruppi di minoranza consiliare. “Perché assegnare in automatico il servizio a un’azienda di Bolzano anziché interpellare le varie commissioni, mettere sul tavolo varie proposte e varare una gara d’appalto?”

Commenta Tiziana Cileto (Per Finale): “Dal punto di vista tecnico non è stato fatto alcun appalto, per quattro anni l’azienda ha un’esclusiva e il contratto ci risulta lacunoso e manchevole di alcuni allegati. E questo per restare solo nell’ambito di un punto di vista burocratico, mentre dal lato del sociale questa ditta circola tra le attività di Finale Ligure con un foglio in mano firmato da sindaco e assessore nel quale chiede si chiedono soldi ai commercianti. Gli acquirenti degli spazi pagano mille euro all’anno per quattro anni per un veicolo attrezzato con pedana che presumibilmente potrebbe avere un costo di circa 35mila euro.

Il mezzo può ospitare tra le 30 e le 40 pubblicità, questo significa che sui quattro anni di esclusiva superiamo i 100mila euro, pari a circa tre volte il valore del veicolo, pur tenendo conto di manutenzione, ricambi, bollo e assicurazione. Fermo restando che per i disabili esiste un servizio di pubbliche assistenze, ricordiamo che il servizio del PMG non è gratuito, ma costa 12 euro di biglietto più 60 cent al chilometro. Il paziente, sia esso anziano o anche sotto la soglia minima di povertà, paga almeno 4 euro. E li paga a questa ditta, alla quale arrivano sempre 12 euro, perché la differenza la mette il Comune.

Non prendiamo in giro i commercianti: per carità, il privato ha i suoi diritti di guadagnare, ma che non lo faccia sponsorizzato e promosso da un Comune come iniziativa di valore sociale. Considerando che abbiamo tre servizi di pubblica assistenza tra Finale e Calice (Croce Verde Finalborgo, Croce Bianca Finalmarina, Croce Bianca Calice Ligure), perché non è stata fatta la proposta a loro? Da parte del Comune si sarebbe potuto fare un appalto in meno per dare invece un contributo in più per la mobilità sociale, magari in coordinamento con le pubbliche assistenze, che avrebbero potuto mettere a disposizione un veicolo. Oppure si sarebbero potute prendere in esame convenzioni con i tassisti della zona, che a costi più contenuti avrebbero potuto riempire dei periodi di lavoro turisticamente meno intensi. Insomma: le strade percorribili da prendere in esame sarebbero state molte”.

Risponde il sindaco Ugo Frascherelli: “Abbiamo una macchina in comodato, la ditta si fa carico di tutte le spese, noi ci mettiamo soltanto benzina e autista. Il costo di questa operazione non grava sulle casse comunali ed è interamente deducibile dalle tasse. Soldi che non vanno a Roma ma che restano sul territorio, per di più contribuendo fattivamente a un servizio utile. Poi che questa società guadagni è più che legittimo, non si tratta di un’associazione di volontariato ma di una azienda di servizi. Peraltro si tratta di un sistema che è stato apprezzato e funziona in tanti Comuni del comprensorio e che è stato assegnato su proposta del fornitore, esattamente come abbiamo fatto noi, senza che nessuno varasse un appalto. Gli appalti si attivano per cifre ben superiori e procedure ben più complesse. Mi sembra di trovarmi di fronte a una minoranza senza argomenti che pur di fare polemica si attacca anche a piccoli dettagli di un servizio sociale come questo”.

Alberto Sgarlato

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