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Sanità | 01 giugno 2019, 17:40

Successo per l'evento del Lions Club Loano Doria dedicato all'ictus

Questa patologia, solo fino a vent'anni fa quasi non trattabile dal punto di vista medico, colpisce mediamente 200mila italiani ogni anno

Successo per l'evento del Lions Club Loano Doria dedicato all'ictus

Si è conclusa magnificamente ieri sera, presso la seducente location del molo Francheville di Loano presso il ristorante Barracuda, la serata di informazione dedicata all’ictus ischemico cerebrale, patologia che solo vent’anni fa, era considerata praticamente intrattabile.

La relatrice è la dottoressa Tiziana Tassinari, direttore della Struttura Complessa con Centro Ictus dell’ospedale Santa Corona di Pietra Ligure, presentata dal cerimoniere del club Lions Loano Doria, Giorgio Boschetti, che cita i punti salienti del suo eccezionale curriculum vitae elogiandone le doti sia professionali che umane. La dottoressa introduce l’argomento evidenziando la rilevanza dell’ictus tra le malattie; è la terza causa di morte e la prima di invalidità, con una frequenza ed un impatto sulla popolazione mondiale molto rilevante. L’incidenza aumenta con l’età e diventa massima dopo gli ottant’anni, tuttavia è elevato anche il rischio tra i giovani, maggiore della sclerosi, un pericoloso campanello  d’allarme, dovuto anche all’uso di sostanze stupefacenti. Inoltre, un ictus è molto oneroso per la sanità, considerato il progressivo invecchiamento della popolazione, come riportato dai dati dell’OMS, senza poi considerare l’insorgere dei problemi famigliari e sociali dovuti alla perdita di funzioni cerebrali.

Con la parola “ictus”, o “stroke” in inglese, si indica un “colpo” riferito ad una sindrome caratterizzata da deficit neurologici focali di durata superiore alle ventiquattro ore che colpisce ogni anno circa 200.000 Italiani. L’ictus è causato nell’85% dei casi da una riduzione del flusso sanguigno di un’arteria cerebrale e nel restante 15% dalla rottura di un vaso.

“Time is brain” è uno tra gli slogan più usati per evidenziare la stretta connessione tra il tempo che passa e le funzioni cerebrali che vengono compromesse se non si interviene precocemente. Fino a pochi decenni fa, come detto, l’ictus era considerato una malattia per la quale c’era niente o poco da fare. La ricerca ne ha rivoluzionato il trattamento, rendendolo curabile nell’80% dei casi a condizione che s’intervenga entro una finestra temporale di circa quattro ore  dall’insorgenza dei sintomi. Grazie alle nuove tecnologie oggi si può uscire da questi rigidi limiti laddove esista ancora tessuto salvabile, cosa che la TAC con studio della perfusione cerebrale o la RM  sono in grado di stabilire, evidenziando le aree irrimediabilmente danneggiate e quelle invece recuperabili con tecniche di rivascolarizzazione per via endovascolare.

Tante le riflessioni. Sono state analizzate le ragioni che più penalizzano il trattamento tempestivo, come la viabilità, difficile per traffico o per geologia, i sintomi, problematici da riconoscere per i non addetti, ma “di fronte ad un mal di testa violentissimo, un’improvvisa difficoltà a parlare, una bocca che si deforma, una visione annebbiata o un braccio che non si riesce più a sollevare o di cui si perde la sensibilità, non c’è tempo da perdere e bisogna chiamare il 112” sottolinea la relatrice. “Più il tempo passa più il tessuto potenzialmente salvabile si riduce, meglio intervenire per un falso sospetto che perdere le ore fondamentali”.

Benvenute dunque le campagne d’informazione come quella che i vari Lions Club, molto attenti alla comunità di appartenenza, sempre più di frequente organizzano, con il preciso scopo di informare la popolazione su cos’è l’ictus, su come prevenirlo, come riconoscerlo e, soprattutto, su “cosa fare”.

Soddisfatto per le presenze, il presidente del club Loano Doria, Vincenzo Salvini, ha voluto ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile tale evento, concludendo la serata invitando tutti a porre in essere una corretta prevenzione, magari migliorando da subito le abitudini legate agli stili di vita tenendo sotto controllo i principali rischi, in testa l’ipertensione, e magari correggendo quelli sbagliati.

 

Comunicato stampa

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