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Politica | 21 agosto 2020, 18:33

Sanità ligure, il punto di vista di Alessandro Bozzano (Cambiamo): "Garantire al territorio un servizio adeguato ai bisogni"

Sul futuro degli ospedali: "Le soluzioni vanno trovate partendo dai dati. Pubblico e privato possono coesistere". E sul Terzo Settore: "Le diverse associazioni sono il riequilibrio delle comunità: vanno tutelate"

Sanità ligure, il punto di vista di Alessandro Bozzano (Cambiamo): "Garantire al territorio un servizio adeguato ai bisogni"

E' la sanità uno degli argomenti pregnanti di questa campagna elettorale che porterà al voto per la scelta del nuovo presidente della Regione il prossimo 20 e 21 settembre.

Ad affrontare il tema è il candidato varazzino della lista "Cambiano - Toti presidente", Alessandro Bozzano, che comincia la sua riflessione da come gli ospedali della provincia affrontano le emergenze: "E' facile evidenziare gli errori e i disservizi, meno facile è trovare le soluzioni. Queste ultime devono partire dai dati, e mi riferisco innanzitutto al nostro ospedale territoriale, il San Paolo di Savona, ospedale provinciale collocato nel capoluogo. Intanto bisogna distinguere tra cure specialistiche e terapie d'urgenza. Di queste ultime il San Paolo, DEA di primo livello potenziato da specialità pertinenziali a quello di secondo livello, accoglie tra i 400 e i 500 codici rossi ogni anno che, uniti ai circa 200 della Val Bormida, portano ad avere un bacino con un totale di circa 700 interventi di urgenza. A fronte dei circa 400 del Santa Corona".

"Sul territorio va garantito un servizio adeguato a chiunque ne abbia bisogno - prosegue poi Bozzano - e l'emergenza ha messo in luce alcune deformazioni imprevedibili di un sistema che va rivisto, con un organigramma della risposta sanitaria che non può essere più centrato sul ieri. Lo sforzo che ci proponiamo noi come candidati ci deve imporre un ridisegno della situazione volto a colmare le lacune normative e rispondere al territorio in termini di effettività e non di campanilismo".

"Partendo da questi dati, l'ospedale di Savona credo debba rimanere un DEA di primo livello potenziato sull'urgenza - spiega Bozzano - e, in una rivisitazione complessiva pure alla luce dell'emergenza Covid, verificare la possibilità storica di avere un Secondo Livello sul bacino savonese, parlando poi di un ritorno sulla terapia specialistica che sarebbe riferibile agli ospedali sul territorio".

Secondo il candidato della lista del presidente uscente, Giovanni Toti, per trovare queste soluzioni è percorribile una strada condivisa tra gestione pubblica e gestione affidata ad aziende private: "Sia il privato che il pubblico possono dare ritorno positivi, si tratta solo di capire come intersecarli a dovere: ci sono servizi che vanno necessariamente seguiti dal pubblico, come quelli di urgenza, e altri meno pericolosi dal punto di vista della spalmatura sull'intera utenza che possono essere gestiti anche con un rapporto pubblico/privato. E lì sta la nostra bravura, partendo dalle idee maturate e dalle risorse finanziarie, verificando le disponibilità, capire quali sono i problemi e poi ridisegnare nei limiti dei rapporti tra pubblico e privato la sanità".

Particolarmente sentito poi, sia nei mesi scorsi sia per quanto riguarderà il prossimo futuro, il tema dell'emergenza pandemica da Covid19: "La risposta della medicina generale è stata efficace su tutto il territorio regionale, nonostante il momento di pericolo, con una pandemia gestita in maniera equilibrata. In questo ambito non dobbiamo dimenticarci tutte quelle realtà del Terzo Settore, coloro che hanno ricoperto ruoli fondamentali di 'back office' come la Caritas, la San Vincenzo e la Protezione Civile impegnate nella consegna dei farmaci e della spesa, nell'ascolto delle persone e nell'assistenza in un momento molto delicato e pericoloso".

Un capitolo a parte in questo lo meritano le pubbliche assistenze: "Il loro è stato un ruolo determinante svolto da volontari in una situazione di estremo pericolo. Non solo: la Regione deve valutare una serie di attenzioni a loro rivolte in quanto esse saranno costrette, a seguito delle norme che prevedono la disinfezione costante dei mezzi di soccorso con conseguente riduzione del tempo della loro vita dovuta proprio all'uso dei disinfettanti, a cambiare più frequentemente i mezzi. E i soldi per poterlo fare non ci sono, né possono gravare sui Comuni".

"Bisogna dare un ritorno a coloro che vanno per primi al recupero dei malati, sia al front office ospedaliero potenziando la struttura e assumendo medici, specialmente nel Pronto Soccorso, e poi su tutta una serie di realtà a margine di questa emergenza ma non per questo meno importanti, anzi: sono questi i settori di riequilibrio delle comunità o comunque che non cercano di squilibrarla, compreso i Comuni coi Servizi Sociali" è l'auspicio di Alessandro Bozzano per il futuro della sanità ligure.

CPE

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