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Attualità | 31 dicembre 2020, 18:30

Saluto al 2020: il discorso di fine anno del presidente di Regione Liguria Giovanni Toti (Video)

"Sono stati momenti difficili e questa notte non fa eccezione: abbiamo dovuto cambiare le nostre abitudini, talvolta rinunciare ai nostri affetti, molte persone hanno sofferto economicamente la crisi e le misure prese per contenere il virus"

Saluto al 2020: il discorso di fine anno del presidente di Regione Liguria Giovanni Toti (Video)

Il discorso di fine anno di Giovanni Toti, presidente di Regione Liguria:

 

Care amiche e cari amici, quello che abbiamo appena passato è uno degli anni più difficili, strani e inaspettati della storia recente del mondo e della nostra regione. Per questo, nel chiuderlo, non possiamo non ricordare tutte le persone che ci hanno lasciato a causa del coronavirus e abbracciare le loro famiglie e chi ha perso un affetto in questi mesi.

Sono stati momenti difficili e questa notte non fa eccezione: abbiamo dovuto cambiare le nostre abitudini, talvolta rinunciare ai nostri affetti, molte persone hanno sofferto economicamente la crisi e le misure prese per contenere il virus. Abbiamo dovuto prendere decisioni difficili per la nostra comunità, ma credo anche che abbiamo preso tante decisioni giuste, che ci hanno consentito, nella nostra regione, di arginare almeno in parte, la devastazione portata da un virus sconosciuto e inaspettato, e di rispondere con le adeguate misure che avevamo a disposizione alle esigenze sanitarie dei cittadini.

Ringrazio medici, infermieri, operatori sanitari, volontari delle pubbliche assistenze e tutti coloro che si sono prodigati in questi mesi nella nostra regione. Non c’è stato un ligure che non abbia ricevuto le cure di cui aveva bisogno. Tutti hanno avuto una possibilità, una chance, una cura, un’assistenza e di questo dobbiamo ringraziare costantemente, ora dopo ora, tutto il personale che si è prodigato per questo risultato.

Oggi è la notte di Capodanno, in cui di solito si fanno i buoni propositi per l’anno nuovo, ricordando anche il recente passato e facendone tesoro. Oggi abbiamo un barlume di speranza grazie al vaccino, che abbiamo iniziato a distribuire, già alcuni giorni fa, immediatamente dopo Natale, ai nostri sanitari e agli ospiti delle Rsa. Proprio nelle prossime ore si intensificherà la campagna di vaccinazione di massa che la nostra sanità sta organizzando sul territorio e che ci porterà entro qualche mese, ce lo auguriamo, a mettere in sicurezza almeno la parte più sensibile della nostra popolazione come i nostri genitori, i nostri nonni e gli operatori che lavorano in prima linea a contatto con il virus. L’obbiettivo è quello di arginare qualsiasi possibile ritorno di crisi e di poter così rincominciare a costruire il futuro della nostra regione. A questo stiamo già lavorando e, anzi, non abbiamo mai smesso, neanche nelle ore più buie, di progettare e programmare il futuro, perché è proprio nei momenti difficili che bisogna tirare fuori le più grandi risorse individuali e collettive, cercando di far tesoro anche delle brutte esperienze vissute, che ancora stiamo vivendo.

Questo è stato un anno che ha conosciuto anche momenti di grande speranza, perché sembrano passati molti anni ma in realtà sono passati solo pochi mesi da quella splendida giornata d’agosto in cui abbiamo inaugurato il nuovo ponte Genova – San Giorgio. È stato un miracolo della pubblica amministrazione, delle tecnica, del design, un ponte che mette assieme il meglio di quello che la nostra regione, e che quindi il nostro paese, sa dare: un grande architetto e la sua penna, aziende capaci di realizzare quello che poche volte si è realizzato in questo paese in così poco tempo, che ha saputo mettere insieme il lavoro di governo nazionale, governo regionale e sindaco di Genova che è stato anche il commissario alla ricostruzione, artefice di gran parte dello sforzo. Abbiamo dimostrato la capacità di una città di non piegarsi a una tragedia simile ma di agire e reagire con quell’orgoglio che farà di Genova e della Liguria una realtà e una comunità diversa nei prossimi mesi, non appena il Covid avrà mollato la presa e noi potremo tornare a lavorare tutti insieme per il futuro.

Ci auguriamo anche che questo 2021 sia l’anno in cui non solo le 43 vittime del ponte Morandi trovino pace, grazie alla giustizia, ma l’anno in cui sapremo perché quel ponte è crollato, quali incurie, quali inerzie, quali comportamenti sbagliati, colposi o dolosi, hanno prodotto questo gigantesco lutto perché è questa la vera e propria ferita, lo squarcio nella coscienza di un’intera nazione. E ci auguriamo anche che da tutto questo, come per l’emergenza Covid, l’intero paese possa imparare qualcosa e farne tesoro. Quando parliamo di modello Genova non lo facciamo per orgoglio, né per vanagloria, lo facciamo perché è un obiettivo a cui deve mirare l’intera società italiana, ovvero quello di poter colmare quel gap infrastrutturale, quel divario che ci separa dal resto d’Europa e che tante volte rende i nostri sforzi improduttivi.

Noi stiamo lavorando oggi a una stagione di grandi investimenti: ci auguriamo che il Recovery plan, quel piano per la resilienza e la ripartenza, porti al più presto nella nostra regione grandi stanziamenti di fondi per opere come la ferrovia del ponente, la diga del Porto di Genova e molte altre, fondamentali per dare lavoro, competitività e pensare al futuro della nostra regione.

Abbiamo davanti ancora momenti complessi, ma anche molte speranze e soprattutto molte possibilità di ripartire ancora più veloci di come eravamo quando ci siamo fermati per colpa del Covid. Dipenderà solamente da noi, dalla nostra capacità di impegno, dalla nostra lungimiranza e dipenderà ovviamente anche dai sistemi di governo, dall’impegno della pubblica amministrazione e dall’atteggiamento di ogni cittadino. Una società non è fatta solamente dal governo nazionale, regionale e dal sindaco, ma dall’unione dei singoli sforzi di tante persone che hanno vissuto questo momento difficile e hanno il desiderio di ripartire. I nostri giovani, i nostri imprenditori, il mondo del commercio, dell’artigianato e dell’agricoltura, tutte le forze attive della nazione hanno bisogno di un segnale forte da parte della politica per avere un paese diverso, progetto a cui in questa regione lavoriamo incessantemente da cinque anni e non smetteremo di farlo neppure per i prossimi cinque.

In questo capodanno non sono piene le piazze del nostro Paese, non ci saranno grandi spettacoli di fuochi d’artificio, non ci sarà quel rito sociale della catarsi collettiva in cui ci si trova per abbracciarsi nelle strade per promettersi un futuro migliore e dimenticare il peggio del passato. Quest’anno lo facciamo nel salotto delle nostre case, con pochi familiari, lo facciamo secondo le regole che talvolta abbiamo criticato ma che certamente siamo tutti tenuti a rispettare, perché dal rispetto delle regole parte anche l’etica di un paese migliore per il futuro. Non saremo meno vicini di quanto lo siamo stati quando eravamo tutti nelle nostre piazze, lo facciamo nella comune consapevolezza che questo sarà davvero un anno di svolta: battuto il Covid, il nostro paese, la nostra regione, sapranno ripartire.

Credo che il desiderio di tutti questa sera sia di unire le migliori intenzioni, i migliori sforzi, fare tesoro del sacrificio di tanti per guardare al 2021 come un anno ricco di speranza, di obiettivi che possiamo cogliere tutti insieme, così come abbiamo già dimostrato nella nostra regione, e di un futuro migliore per figli e nipoti, che non renda vano il sacrificio di quei genitori e nonni che purtroppo oggi non ci sono più. Vi auguro un 2021 ricco di soddisfazioni, nella consapevolezza che quelle soddisfazioni arriveranno grazie all’impegno di tutti noi, se sapremo farci carico di una parte di sacrifici e di coraggio che consentirà di guardare il futuro negli occhi e costruirlo insieme. Buon 2021, Liguria”.

redazione

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