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Economia | 30 gennaio 2021, 15:00

Bici elettrica e Codice della Strada: normative e sanzioni

Avete appena acquistato una nuova bicicletta con pedalata assistita? Allora meglio avere ben chiare le normative.

Bici elettrica e Codice della Strada: normative e sanzioni

La cosiddetta “mobilità dolce” è un fenomeno in larga diffusione, spinto anche dai bonus che lo Stato italiano ha offerto ai cittadini per l’acquisto di bici elettriche e i loro kit (su questo sito web potete trovare alcuni modelli in commercio). Ma così come per gli altri mezzi, come l’auto e la moto, anche in questo caso bisogna attenersi a delle normative specifiche.

Il Codice della Strada, infatti, non chiude un occhio per le bici elettriche, a meno che il luogo di utilizzo sia privato. Ma quali sono queste normative? Quali, invece, le possibili sanzioni a cui si fa incontro? Nei prossimi paragrafi lo scopriremo.

Cos'è una bici elettrica?

Ebbene, questa potrebbe essere una delle domande più classiche che si pone chi incontra per la prima volta sulla sua strada un mezzo del genere. Dovete sapere che, quando si parla di bicicletta elettrica o di e-bike, si intende una tipologia di mezzi equipaggiati con motore elettrico. Di solito, ciò che le caratterizza è anche un telaio particolare e resistenze, oltre la comodità e agilità che si traducono in una poca manutenzione. Non è un segreto che la bici elettrica sia consigliata specialmente a bambini, anziani e a chi non sa ancora pedalare ma vuole imparare.

Grazie al motore installato, questo mezzo favorisce il benessere e il movimento, offrendo la possibilità di muoversi rapidamente in città senza usare l’auto o la moto, che tra l’altro inquinano. La bici elettrica non inquina e ha anche dei prezzi accessibili, soprattutto se si considera la sua lunga durata complessiva.

In linea di massima esistono due tipologie principali: quelle con pedalata assistita e altre con spinta dal motore. Le prime sono anche dette più specificatamente e-bike, e presentano una batteria al litio, un motore e diversi sensori che rilevano la forza che viene impressa sui pedali, trasmettendo i dati alla centralina. Quest’ultima funzione diventa utile soprattutto quando si devono superare salite particolarmente ripide. Tra i suoi vantaggi c’è sicuramente lo sforzo minore per il ciclista, e la possibilità di mantenere sempre costante il proprio ritmo di pedalata.

Le seconde, invece, hanno oltre a tutti questi pregi anche quello di avere un motore elettrico performante, che garantisce una lunga autonomia di percorrenza. In genere, per la Legge questi mezzi sono regolamentati e omologati nelle seguenti formule: L1eA per quelli a due ruote con motore elettrico ausiliario di potenza inferiore a 1000 W, che non supera cioè i 25 km/h, e L1eB, che riescono invece a raggiungere fino a 45 km/h.

Normative di circolazione e sanzioni

Riferendoci al Codice della Strada, secondo l’articolo 50, la distinzione delle bici che abbiamo menzionati in precedenza è sostanziale. Anche la Direttiva Europea 2002/24 specifica la definizione essenziale di e-bike o bicicletta elettrica, evidenziando come queste non non debbano necessariamente avere una targa.

Per quanto concerne, invece, le bici elettriche a funzionamento autonomo, queste dispongono di un acceleratore, che attiva il motore a prescindere dalla forza impressa sui pedali. Viene perciò sprigionata una potenza superiore a 0,25 kW, e per questa ragione sono equiparabili ai veicoli a motore come gli scooter. 

Ciò significa che il Codice della Strada identifica questi mezzi come ciclomotori, proprio per evitare e prevenire gli incidenti. A tal proposito, la normativa prevede che per il loro impiego bisogna munirsi e indossare il casco e tutti i dispositivi di protezione, oltre all’assicurazione RC moto, al patentino, ai documenti, ai fari di posizione, allo specchietto retrovisore e alla targa. Qualora anche solo una di queste cose mancasse, la circolazione sarà ammessa solo in aree private.

Insomma, le regole sono piuttosto chiare, e così anche il comportamento da adottare, che dovrà essere il più responsabile possibile.  Ciò significa che chi guida una bici elettrica modificata, cioè aumentando la limitazione dei 25 km/h in quelle a pedalata assistita, fa un illecito piuttosto importante. La manomissione può condurre a sanzioni pesanti, che partono da un minimo di 79€ e un fermo amministrativo di 30 giorni, fino a 158€ se si viaggia sprovvisti di certificato di circolazione e immatricolazione.

Ma non finisce qui, perché per la mancata copertura amministrativa è previsto il sequestro e una multa salata che supera 850€. Infine, secondo la normativa, esiste anche la possibilità di ricevere una sanzione di 5110€ oltre al fermo amministrativo di 3 mesi, in caso di guida di bici elettrica a motore senza però la patente.

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