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Attualità | 16 febbraio 2021, 07:59

"Martedì grasso": ecco perché viene chiamato così l’ultimo giorno di Carnevale

Niente sfilate al tempo del Covid, possiamo però riscoprire la storia della festa più goliardica dell’anno

"Martedì grasso": ecco perché viene chiamato così l’ultimo giorno di Carnevale

Alzi la mano chi, pensando al Carnevale, non si lascia trasportare da allegri ricordi d’infanzia e la voglia di ritornare ad essere bambini. Anche se oggi dobbiamo stare a casa o comunque limitare di molto gli spostamenti a causa dell’emergenza sanitaria, riscoprire il Carnevale non è impossibile e può essere un modo per sentirsi ancora normali. Se non sapete da dove cominciare, partite dalla storia.

La parola Carnevale deriva dal latino “carnem levare”, ossia “eliminare la carne” e si riferiva al banchetto che tradizionalmente si teneva l’ultimo giorno prima di entrare nel periodo di Quaresima, cioè il “Martedì grasso” che precedeva il “Mercoledì delle Ceneri”.

Per la Chiesa Cattolica, questo periodo liturgico è un momento di penitenza e prevede l’astinenza dai divertimenti e da alcuni cibi. In passato la Quaresima era molto più sentita ed era abitudine, quindi, consumare gli ultimi cibi gustosi e succulenti rimasti in dispensa proprio il Martedì grasso. Tra queste leccornie vi era la carne, considerata un cibo prelibato, ma anche i dolci, alimenti pieni di zuccheri, perciò “grassi”.

A seconda dei Paesi e delle Regioni d’Italia, il Martedì Grasso può assumere nomi differenti o non esistere affatto. È il caso di Milano, che segue il rito ambrosiano secondo cui l’ultimo giorno di Carnevale è il sabato, anziché il martedì. La tradizione fa risalire questa usanza direttamente a Sant’Ambrogio, che tardò il rientro in città da un pellegrinaggio e fece aspettare i fedeli per l’inizio della Quaresima. In questo modo il Carnevale dura di più, terminando il sabato dopo le Ceneri, allungando così di quattro giorni il periodo del “Carnevalone”.

Nel Regno Unito e negli USA, invece, il Martedì grasso prende il nome di Pancake Day. Comunque si chiami questa giornata e nonostante la pandemia lo spirito del Carnevale si mantiene vivo. Vero che non si può festeggiare in piazza, ma si possono coinvolgere i più piccoli, per esempio, nella preparazione dei dolci tipici della festa come bugie o frappe, oppure realizzare in casa mascherine colorate, seguendo uno dei tanti tutorial presenti sul web. Siete pronti per divertirvi?

Silvia Gullino

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