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Attualità | 11 novembre 2021, 13:38

Ipotesi nuovo carcere a Cengio, il sindaco Dotta scrive al premier Draghi

"Dopo il sopralluogo della commissione ministeriale non abbiamo più avuto notizie certe e concrete sulla fattibilità di tale progetto" commenta il primo cittadino

Ipotesi nuovo carcere a Cengio, il sindaco Dotta scrive al premier Draghi

Una lettera per cercare di smuovere le acque. Lo scorso 28 ottobre il sindaco di Cengio Francesco Dotta ha scritto al presidente del Consiglio Mario Draghi. Oggetto della missiva? Il nuovo carcere che dovrebbe sorgere in Val Bormida. Due i comuni candidati: Cengio e Cairo Montenotte. 

"Per prima cosa mi presento: Francesco Dotta, 70 anni, nato e da sempre residente a Cengio, pensionato dopo una vita dedicata con grande passione al lavoro nel settore dei montaggi industriali in cui ho ricoperto l'incarico di amministratore di un'azienda con un numero di dipendenti medio di circa 170 unità. Mai avuto problemi con la giustizia, ho sempre rispettato le regole e le leggi vigenti. Faccio questa doverosa premessa per evidenziare il fatto che chi scrive non è un megalomane o un visionario, ma semplicemente un cittadino italiano, nel caso specifico un sindaco che ha a cuore l'interesse della propria Comunità e del proprio territorio. Vengo alla vera motivazione per cui mi rivolgo a Lei". 

"La Val Bormida, di cui il comune di Cengio fa parte, ubicata nell'entroterra di Savona, è sempre stato un territorio a vocazione industriale - scrive il primo cittadino Dotta - Purtroppo, a causa della crisi industriale ed economica, molte aziende hanno chiuso e gli abitanti, che sono persone affidabili, collaborative e molto laboriose, hanno dovuto trovare alternative lavorative al di fuori del territorio locale". 

"A Cengio, dove esisteva una fabbrica chimica, l'Acna, che dava impiego a migliaia di persone, la situazione del lavoro è veramente tragica: non esiste un'attività industriale su tutto il territorio comunale e a complicare le cose si è aggiunto il problema dell'inquinamento generato dalla attività svolta nel passato dallo stabilimento". 

"La produzione dell'Acna è praticamente terminata all'inizio degli anni '90 e la chiusura effettiva è avvenuta nel 1999. È passato quindi un trentennio, un terzo della vita di una persona longeva, ma i problemi occupazionali sul territorio sono rimasti insoluti. L'area industriale è stata dichiarata sito di interesse nazionale, è stato nominato un commissario governativo, è stata fatta una bonifica imponente con tecnologie moderne ed innovative, sono stati spesi centinaia di milioni di euro, la bonifica è in fase finale e posso assicurare, avendo seguito in modo diretto tutto il percorso delle varie attività, che la stessa è stata veramente eseguita e che 250.000 mq. di terreno pianeggiante sono ora bonificati e certificati dalla Provincia. Tuttavia, non si riesce a ripartire perchè vi è sempre qualcuno che si oppone a tale evenienza paventando lo spretto di un inquinamento ormai largamente superato" spiega il primo cittadino. 

"Lo scorso 3 febbraio è stata in visita da noi una commissione Ministeriale guidata dal dottor Nicolò Maurizio Rallo, Direttore Ufficio VII Coordinamento Tecnico e Gestione dei beni immobili del Ministero della Giustizia, Direzione Generale del personale e delle risorse, per visionare alcuni siti da noi proposti per ospitare una eventuale struttura carceraria, di cui la provincia di Savona, credo l'unica in Italia, è priva essendo stato chiuso nell'ormai lontano 2015 il carcere Sant'Agostino di Savona per l'ineguatezza della struttura stessa". 

"Tra i siti proposti, l'area bonificata all'interno del sito ex Acna è sicuramente la più appetibile. Disponibilità di terreno pari a circa 250.000 mq. totalmente pianeggiante, dotato di sottoservizi, con viabilità interna già realizzata, stazione ferroviaria a 200 metri, servizio di trasporto pubblico in loco, cabina elettrica di distribuzione esistente e funzionale, cabina di distribuzione del gas esistente ed attiva, disponibilità immediata di locali ad uso ufficio, ecc. Da quel giorno però, non abbiamo più avuto notizie certe e concrete sulla fattibilità di tale progetto". 

"La realizzazione di una struttura a valenza sociale, su un'area passata da una situazione fortemente inquinata alla normalità, sarebbe sicuramente una vittoria per tutti, degli abitanti della Val Bormida ligure e piemontese, della proprietà ed in maniera marcata per lo Stato e sarebbe sicuramente un volano per il settore commerciale ed immobiliare dell'intero territorio, in stato di assoluto torpore da molti anni. Purtroppo, con vivo rammarico, stiamo constatando come l'interessamento a tale problematica da parte dei politici che ci rappresentano sia piuttosto blando nonostante che la necessità di tale struttura sia di fondamentale importanza per il territorio". 

"Rimarco anche il fatto che, questa situazione di incertezza, legata comunque ad una speranza di vedere realizzato l'istituto di pena, tiene in sospeso eventuali progetti di sviluppo industriale nelle aree interessate. Pertanto, con molta umiltà, mi rivolgo a Lei, signor presidente, che ritengo un vero punto di riferimento per tutto il nostro Paese, affinché possa stimolare concretamente una decisione definitiva sull'argomento che ponga finalmente fine a questa situazione di incertezza e precarietà" conclude il primo cittadino Dotta. 

Redazione

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