Inviare una lettera a firma dei sindacati, dei lavoratori e del comune di Vado al Ministero dello Sviluppo Economico per essere ascoltati su una crisi di Sanac che da troppo tempo sta andando avanti senza risposta.
Questo in sintesi ciò che emerso in un incontro nella sala delle scuole medie di Vado Ligure richiesto dal capogruppo di "Vado... di tutti" Pietro Bovero alla quale hanno preso parte il sindaco Monica Giuliano, il vicesindaco Fabio Gilardi, il sindaco di Quiliano Nicola Isetta, il consigliere e segretario del Pd di Vado Alessandro Oderda, delegati di Cgil e Cisl, il segretario generale della Cgil Savona Andrea Pasa e alcuni lavoratori. Assenti la Provincia e la Regione.
La settimana scorsa, con la fabbrica che ha stoppato di fatto la produzione, il Ministro Andrea Orlando aveva incontrato i sindacati e la rsu aziendale per fare il punto della situazione sull'azienda vadese specializzata nella produzione di refrattari che continua ad essere in estrema difficoltà con la maggior parte dei lavoratori che sono in cassa integrazione.
Sanac è infatti da anni in amministrazione straordinaria gestita dai commissari di Governo e produce il 60% dei refrattari di Acciaierie Italia (partecipata dello Stato tramite Invitalia), la quale ha 30 milioni di debito con l’azienda vadese.
"Chiediamo partecipazione, in tutti questi anni non siamo stati considerati adeguatamente, Sanac è un'industria radicata sul territorio vadese da più di 100 anni e ci vuole un minimo di seguito da parte della politica locale. Spero che esca un tavolo, che si faccia chiarezza e quadrato su questa vicenda, un territorio a livello industriale falcidiato e ognuno deve garantire il proprio apporto per arrivare ad un fine comune per la sopravvivenza dell'azienda" ha detto Alessandro Bonorino, rsu Sanac e segretario Filtcem Cgil.
"Il Ministro Orlando si era preso l'impegno di mandare una lettera ad Acciaierie Italia per spronarla a liberare questi pagamenti, era contrariato anche dall'uso discriminato della cassa integrazione dovuto al debito di 30milioni che gli stessi hanno con Sanac - ha puntualizzato Bonorino - Si spera che si inizi con un percorso costruttivo di partecipazione che arrivi ad un fine, noi ad oggi non abbiamo avuto un minimo di supporto, lo chiediamo a gran voce. Monitoreremo i giorni che vanno a seguire vedendo come andranno queste elezioni e come sarà impostata la futura politica sperando che il lavoro sia la prime delle priorità".
"Siamo preoccupatissimi, siamo di fronte ad una tempesta perfetta, c'è il rischio che anche le crisi industriali non risolte del savonese in questi anni possano esplodere, una di queste è Sanac e ci aspettiamo delle risposte da parte dell'amministrazioni locali, provinciali, regionali e dal Governo - il commento di Andrea Pasa, segretario generale della Cgil Savona - E' una vergogna che dopo 5 anni non si sia risolta una questione di questo tipo, Sanac come le altre vertenze sono strategiche per tutta Italia e per questo che la Regione deve avere più autorevolezza quando si parla di crisi industriali. Per questo abbiamo chiesto la convocazione di un tavolo sullo sviluppo economico alla Provincia, siamo stati convocati il 6 ottobre e pretenderemo risposte e prese di posizioni da parte dell'amministrazione provinciale".
Dito puntato come già avvenuto durante l'incontro della settimana scorsa contro il Ministro dello Sviluppo Economico della Lega Giancarlo Giorgetti.
"E' stato in totale assenza di ogni vertenza del savonese seppur sollecitato non solo dai lavoratori e dal sindacato ma anche dalla Prefettura. Negli ultimi due anni non ha convocato nessun incontro che riguarda le vertenze della provincia ma la cosa più preoccupante che neppure quando il presidente della Regione o gli assessori regionali chiedono un incontro questo viene calendarizzato - ha precisato Pasa - Come dire: manca anche l'autorevolezza della politica regionale a far sì che i ministeri possano convocare i tavoli utili per la convocazione di troppe crisi del savonese".
"Speriamo che la nostra vicenda abbia la ridondanza che merita. Noi siamo come il nostro striscione, che è un po' sgualcito ma le lettere si vedono ancora chiare: è ciò che vogliamo noi, che il nostro nome e la nostra azienda abbiano il rilievo meritato, non vogliamo essere dimenticati. Ci auguriamo che la politica ci ascolti e intervenga in qualche modo" ha continuato Marco Giavina, Femca Cisl, rsu Sanac.
"Ci auguriamo che l'intervento del ministro (Orlando, ndr) sia servito a sensibilizzare la parte politica, anche quella futura, perché non ci si può dimenticare che in ballo c'è il futuro di un'azienda leader nel settore dei refrattari in Italia, fondamentale per il prosieguo della lavorazione dell'acciaio - conclude Giavina - Non dimentichiamoci che l'azienda di Taranto è guidata da Arcelor Mittal per maggioranza, e che in tutte le acciaierie da loro gestite c'è carenza di risorse e abbiamo visto anche come a Novi Ligure in un'azienda vi sia stato un incendio proprio per la loro mancanza. Su questo il Governo non può tacere".