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Attualità | 29 marzo 2024, 12:36

Lavoro, Pasa (Cgil Savona): "Il mercato del lavoro è in peggioramento rispetto all'anno precedente"

Il sindacato chiede un cambio di marcia: "Tutti gli indicatori evidenziano un segno negativo. Manca un'idea di Paese per promuovere lo sviluppo e le politiche industriali"

Lavoro, Pasa (Cgil Savona): "Il mercato del lavoro è in peggioramento rispetto all'anno precedente"

"L’occupazione in Liguria cresce, seppur l’incremento è dovuto fondamentalmente ai lavoratori autonomi, con un aumento di 10.467 unità, mentre i dipendenti crescono solo di 6.434 unità. Questa è un'anomalia rispetto al nord ovest e alla media italiana, dove invece a crescere di più sono i lavoratori dipendenti. Un secondo campanello di allarme è rappresentato dal fatto che oltre i due terzi dei nuovi assunti sono precari; condizione alla quale si aggiunge un’altra anomalia ligure che vede la crescita del lavoro part-time dal 20 al 21,2%". Cosi commenta in una nota Andrea Pasa, segretario generale della Cgil Savona. 

"L'unico settore che continua a crescere è quello dei servizi. Il 78% di tutti gli occupati in Liguria sono concentrati nei servizi. In Provincia di Savona la situazione è ancora più difficile; mentre in tutte le Province della Liguria il numero di occupati rispetto all'anno precedente è positivo nel confronto tra il 2023 e il 2022, da noi addirittura cala di meno 1629 occupati, mentre a Genova ci sono +11.314, a Imperia +1.227 e a La Spezia +5.991 occupati. Anche nel confronto tra il 2018 e il 2023, siamo l’unica Provincia che perde occupati, con meno 231, mentre Imperia ha +4.094, Genova +19.984 e La Spezia +7.603. La Provincia di Savona ha perso inoltre 10.444 abitanti nel periodo 2018-2023". 

"Savona è l’unica provincia di tutta la Liguria con tutti gli indicatori del mercato del lavoro (occupazione, disoccupazione e inattività) in peggioramento rispetto all'anno precedente (2023 su 2022) - prosegue - L’occupazione indipendente è in calo del 5%; i disoccupati sono in aumento dal 5.1% al 6.3%, con un dato allarmante per l’aumento della disoccupazione giovanile che balza dall'11% al 24.5%, mentre il tasso di inattivi sale dal 30% al 31.5%, sopra di 3 punti rispetto alla media regionale del 28%. È la Provincia che ha l'andamento del turismo, seppur positivo nel 2023, ma non si è riflesso sull'occupazione regolare. È anche la Provincia con il comparto dell’Agricoltura, Silvicoltura e Pesca ai minimi termini, con la metà degli occupati rispetto al numero delle imprese registrate presso la Camera di Commercio: 2.755 imprese registrate contro 1.520 occupati". 

"È l’unica Provincia dove c’è una flessione dell’industria, che rispetto all'anno precedente cala del 14%, segnando un -2.242 occupati. La situazione è ancora più critica nel settore delle costruzioni, con una diminuzione del 14.6% e -1.380 occupati. Il savonese vede sempre più precari i nuovi occupati (solo il 10% è a tempo indeterminato) e aumentare il part-time fino al 42%". 

"Nonostante l'area di crisi industriale complessa che nel quadriennio 2019-2023 ha prodotto circa un migliaio di occupati, tra bandi Regionali e Nazionali, perde comunque 2.000 addetti nel solo comparto industriale, con conseguenze dirette sull'intera economia del territorio. Questi dati fotografano, se mai ce ne fosse ancora bisogno, la latitanza della politica nazionale e regionale sull'emergenza industriale a Savona. Politica Regionale e Nazionale incapaci di trovare soluzioni alle crisi industriali del territorio - Piaggio, Sanac e Funivie hanno già causato le dimissioni di centinaia di lavoratrici e lavoratori, molti dei quali hanno addirittura lasciato la Liguria e l'Italia, ma capaci solamente di imporre progetti scellerati come quello del rigassificatore per un'economia del territorio già molto fragile e che non produce lavoro significativo".

"Inoltre, i dati Istat rivelano un vero e proprio "cancro" che è quello del lavoro precario - circa il 90% dei nuovi assunti - e un territorio sempre più ripiegato sul terziario e che sta perdendo il proprio apparato produttivo, con responsabilità locali ma per gran parte dovute alla mancanza di un'idea di Paese per la promozione dello sviluppo e delle politiche industriali", conclude Pasa. 

Redazione

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