“Sono stata infermiera, sono stata assistente sociale, sono stata medico. Ma la cosa più difficile di tutte è imparare a essere un paziente”. Cita Cecily Saunders l'assessore alla Sanità Nicolò, per difendere la riforma sanitaria in discussione in Consiglio regionale, dopo gli attacchi dell'opposizione.
Una riforma che definisce “ambiziosa e non facile” in una regione con un'età media elevata e numerose fragilità e cronicità a cui la sanità è chiamata a dare risposte.
“L'attuale assetto sanitario è costruito su cinque aziende autonome e ci restituisce un sistema che oggi ci appare frammentato, disomogeneo – ha spiegato l'assessore Nicolò –. Presenta duplicazioni, quintuplicazioni amministrative e differenze territoriali importanti che rischiano di tradursi da un lato in ingiustizia sociale e dall'altro di non valorizzare le eccellenze, che sono tante nella nostra regione”.
“Potevamo fare una riforma più semplice, prendere una scorciatoia e passare da cinque a tre aziende – ha proseguito Nicolò – ma sarebbe stato come dire che vogliamo cambiare tutto per non cambiare nulla. La riforma prevede un’unica azienda regionale con una regia chiara e moderna. Un'azienda che nasce non per accentrare potere, ma per unificare, ridurre gli sprechi e garantire qualità. Non è una centralizzazione che allontana i servizi, ma un’unificazione”.
Nicolò ha sottolineato che con la riforma, che riguarderà in modo particolare il comparto amministrativo, i clinici non dovranno più occuparsi della parte burocratico-amministrativa, ma potranno dedicare più tempo ai pazienti. “I territori non vengono svuotati, bensì rafforzati – ha affermato poi l'assessore alla Sanità –: sotto ad ATS rimarranno infatti le cinque aree sociosanitarie locali”.
“Un'altra innovazione decisiva riguarda l'assetto sanitario, sociosanitario e sociale – ha proseguito –: tre momenti importanti che, declinati all'interno del Piano sociosanitario e del Piano sociale integrato regionale, saranno integrati in un testo unico. La vita delle persone non è divisa in capitoli: sanitario, sociosanitario o sociale”.
Alle osservazioni su un minore coinvolgimento degli amministratori locali, Nicolò risponde sottolineando il doppio controllo da parte dei territori con la Conferenza dei sindaci di ATS, nuovo organismo, mentre restano le Conferenze locali dei sindaci.
“Sul versante ospedaliero si costruisce un altro pilastro – ha proseguito Nicolò –: Genova e la Liguria diventano un polo sanitario nazionale, capaci di attrarre medici e di fare innovazione”.
“Ma chiaramente una riforma non cura nessuno – ha concluso Nicolò –: sono le persone che curano, e il personale del Servizio sanitario è la cosa più preziosa che abbiamo. Sul personale dobbiamo investire”.














