La proroga al 31 dicembre 2026 dei decreti italiani sull’etichettatura d’origine rappresenta una scelta fondamentale per garantire trasparenza, sicurezza alimentare e tutela dei consumatori. A sottolinearlo è Coldiretti Liguria, che esprime soddisfazione per il provvedimento varato dal ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida, insieme ai ministri delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso e della Salute Orazio Schillaci, che estende il regime sperimentale sull’indicazione in etichetta della provenienza dell’ingrediente primario per pasta, riso, pomodoro, carni suine trasformate, latte e prodotti lattiero-caseari.
“Si tratta di una misura che conferma il ruolo dell’Italia come Paese leader nelle politiche di trasparenza e sicurezza alimentare”, dichiarano Gianluca Boeri, presidente di Coldiretti Liguria, e Bruno Rivarossa, Delegato Confederale, “e che risponde a una richiesta chiara dei cittadini, sempre più attenti a sapere cosa portano in tavola e da dove provengono i prodotti alimentari”.
L’etichettatura obbligatoria dell’origine è una storica conquista di Coldiretti, che ha permesso di garantire maggiore tracciabilità e di tutelare consumatori e imprese agricole. Grazie alle battaglie portate avanti dall’organizzazione, oggi l’indicazione dell’origine copre circa l’80% della spesa alimentare degli italiani.
“Ora”, proseguono Boeri e Rivarossa, “è fondamentale rilanciare l’impegno a livello europeo per rendere obbligatoria l’indicazione dell’origine su tutti i prodotti alimentari in commercio nell’Unione europea. Solo una normativa chiara e uniforme potrà mettere fine alle distorsioni del sistema attuale, che consentono l’italianizzazione di prodotti esteri attraverso semplici trasformazioni marginali”.
Secondo l’ultimo rapporto Coldiretti/Censis, l’87% degli italiani apprezza particolarmente l’italianità dei prodotti alimentari, considerandola una garanzia di qualità, sicurezza e salubrità, ed è disposto anche a spendere qualcosa in più pur di avere certezze sull’origine. Una sensibilità diffusa trasversalmente, che coinvolge anche le fasce di reddito più basse.
“Ribadiamo il nostro impegno a difesa del Made in Italy, della trasparenza delle filiere agroalimentari e della tutela del lavoro degli agricoltori, chiedendo all’Unione europea regole chiare e uguali per tutti”.












