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Albenganese | 03 febbraio 2011, 15:45

Albenga: popoli a confronto, al via un corso di cucina araba

Nell'epoca in cui si discute se è giusto o sbagliato costruire in città una nuova moschea, le donne musulmane cercano di avvicinarsi alla cultura locale attraverso il cibo

Albenga: popoli a confronto, al via un corso di cucina araba

Nuove iniziative nella città ingauna per una migliore convivenza tra più popoli ed evitare che gli extracomunitari vivano nel proprio ghetto mentre gli albenganesi li osservano come se fossero extraterrestri piovuti dal cielo, e per valorizzare al contrario i più importanti aspetti culturali di ciascun popolo.

La globalizzazione ha fatto in modo che più popoli siano costretti a convivere tra loro, qualche volta addirittura ad intrecciarsi e nell'epoca in cui cous-cous e kebab sono diventati pietanze quotidiane entrate all'ordine del giorno dell'alimentazione italiana, ad Albenga i segreti delle tradizioni culinarie dei magrebini sono messe a disposizione di coloro che vogliono imparare a cucinare qualche pietanza diversa dal solito, ma allo stesso tempo sana e sostanziosa, a dimostrazione che gli arabi non sono poi così diversi dalle popolazioni occidentali. Nell'epoca in cui si discute se è giusto o sbagliato costruire in città una nuova moschea, le donne musulmane cercano di avvicinarsi alla cultura locale attraverso il cibo, svelando i propri segreti e tradizioni, a dimostrazione del fatto che nella vita quotidiana non esistono enormi diversità.

Nell'ambito di educazione ai temi della mondialità e della pace promossi dalla Regione Liguria, domani, nell'ambito del progetto “Cibo per la mente, cibo per la gente”, prende il via il corso di cucina araba organizzato dalla Bottega della Solidarietà e dall'Associazione Kikoa, in collaborazione del Comitato “Donne e mamme musulmane in Liguria” di Albenga.

I saperi e i sapori delle donne arabe residenti ad Albenga saranno racchiusi in un corso di tre incontri, di 3 ore ciascuno, per conoscere a fondo l'alimentazone araba. Questo pomeriggio, nelle opere parrocchiali di via Genova, dalle 17 alle 19, sarà possibile cucinare il cous cous alla maghrebina, ed il “khoshef” ovvero un dolce a base di latte e frutta secca, mentre venerdì 18 febbraio il protagonista dell'appuntamento sarà il piatto di portata “tajin”, per conoscere la carne cucinata con verdure e spezie nella caratteristica pentola di terracotta, accompagnata dal pane arabo. Venerdì 4 marzo a chiudere il corso di cucina araba sarà il “dajaj mhar”, ovvero il pollo cotto alle olive, accompagnato dal “bushnikha”, il dolce fritto al miele.

A volte, è il caso di dirlo, un ottimo cibo è in grado di cancellare le differenze e avvicinare le distanze meglio di mille parole e buoni propositi.

Le pietanze realizzate durante il corso sono preparate con prodotti del commercio equosolidale per garantire una giusta remunerazione al lavoro delle popolazioni più povere.

a.p.

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