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Sanità | 17 maggio 2017, 17:42

Ad Albenga un convegno sul sovraffollamento nei servizi di emergenza ospedaliera

I medici presentano le loro testimonianze e opinioni. E l'ipotesi-privatizzazione è vista con interesse dalla categoria

Ad Albenga un convegno sul sovraffollamento nei servizi di emergenza ospedaliera

In occasione della Settimana Nazionale del Pronto Soccorso promossa da SIMEU (Società Italiana di Medicina di Urgenza ed Emergenza)   dedicata al tema “Il sovraffollamento nel Sistema di Emergenza Urgenza” ad Albenga presso l’Auditorium S. Carlo di Albenga, si è voluta analizzare la situazione del Punto di Primo Intervento dell’Ospedale Santa Maria di Misericordia e lo si è fatto con i medici che ogni giorno si trovano ad operare in esso.

Il quadro che ne è emerso evidenzia una situazione che, con i picchi estivi dati dai numerosi turisti della riviera e quelli invernali dati dalle patologie stagionali, è di costante emergenza soprattutto per la carenza del personale, non tanto medico quanto quello infermieristico.

Afferma il dottor Schenone, medico presso il Punto di Primo Intervento e recentemente tornato dopo una esperienza alle Canarie: “I problemi principali derivano dalla carenza di medici, di infermieri e di posti letto. Siamo ai margini della sanità qui ad Albenga e rimaniamo un po’ al secondo piano quando si tratta di scegliere un posto dove andare a lavorare e da qui le difficoltà”.

“Albenga ha subito il declassamento del suo Pronto Soccorso in Punto di Primo intervento perdendo reparti dell’Ospedale. L’approccio dei medici è sempre lo stesso, ma per alcune problematiche non possiamo completare qui l’iter diagnostico, ma dobbiamo mandare i pazienti all’Ospedale di riferimento che è il Santa Corona”.

Difficoltà che potrebbero essere risolte, secondo i medici dalla Privatizzazione?

“La Privatizzazione potrebbe essere una soluzione, certo dovremmo capire cosa si intende e quale sarebbe il progetto capendo come verrà gestita l’assistenza al paziente. Privatizzare la struttura di emergenza è un progetto  sperimentale dato che non è ancora stato fatto frequentemente nel nostro Paese, ma come medici siamo pronti a valutare le scelte che verranno fatte specie se serviranno per poter lavorare al meglio”.

Il Primario del Punto di Primo Intervento di Albenga, il dott. Corti, spiega: “Le difficoltà che riscontriamo sono quelle di essere stati trasformati in PPI che però in realtà fa da Pronto Soccorso. I pazienti che arrivano sono di tutti i tipi e ci troviamo a gestire emergenze di qualunque intensità in condizioni, diciamo più sguarnite”.

“Abbiamo carenze di infermieri soprattutto e il problema è anche che mancano molti reparti, manca una chirurgia e una ortopedia e quindi siamo costretti a trasferire i pazienti al Santa Corona. Gestiamo 23mila pazienti all’anno con fatica ,ma anche con successo sebbene di notte gli accessi aumentano del 100%”, continua Corti.

In merito alla privatizzazione afferma: “Per quel che riguarda la privatizzazione noi medici non possiamo decidere, ma speriamo sia una opportunità e valuteremo senza dubbio il progetto che ci verrà presentato. È presto per dare giudizi, ma siamo positivi e speriamo anzi in un potenziamento dell’Ospedale”

Conclude il vicesindaco Tomatis: “Nonostante il declassamento a PPI gli operatori che lavorano ad Albenga sono estremamente professionali e danno risposte concrete al territorio. Il sovraffollamento è un problema reale che dipende anche dai percorsi assistenziali. I pazienti devono essere indirizzati al percorso assistenziale più corretto”.

 

Mara Cacace

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