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Attualità | 08 aprile 2011, 07:46

Caso Ramognina e diritto di replica: Il Beigua Geopark risponde a Savonanews

E’ evidente che il Parco – Geoparco è il primo a subire un danno di immagine ed a trarre solo svantaggio dalla presenza di situazioni di degrado, di disservizi per gli utenti, di scarso interesse per le tante problematiche che affliggono un entroterra sempre più abbandonato a sé stesso

Caso Ramognina e diritto di replica: Il Beigua Geopark risponde a Savonanews

"intervengo con riferimento al suo articolo “Se questo è un Geopark” apparso sul quotidiano online SAVONA news martedì 5 aprile u.s.
L’intervento è doveroso per chiarire ruoli e competenze dell’Ente Parco che dirigo e per evitare fraintendimenti da parte sua e dei lettori.

-Punto primo: la discarica della Ramognina insiste su un’area esterna al perimetro del “Parco naturale regionale del Beigua” ed è pre-esistente rispetto all’istituzione dello stesso Parco naturale, formalizzato con Legge Regionale n. 12/1995 e normato dal Piano del Parco approvato dalla Regione Liguria nell’agosto 2001.
- Punto secondo: la discarica della Ramognina insiste su un’area all’interno del perimetro del territorio denominato Beigua Geopark ed inserito nelle reti internazionali dei Geoparchi sotto l’egida dell’UNESCO. Questo prestigioso riconoscimento – ottenuto nel 2005 in virtù di un patrimonio geologico e geomorfologico di particolare rilevanza nazionale ed internazionale, nonché per le attività di fruizione e promozione realizzate per favorire lo sviluppo socio-economico durevole del territorio di competenza – non costituisce, peraltro, uno strumento giuridico e normativo sovraordinato rispetto alla legislazione esistente a livello nazionale, regionale e comunale, né può incidere in alcun modo su scelte pianificatorie ed urbanistiche degli Enti territoriali preposti.
- Punto terzo: conseguenza dei punti primo e secondo è il fatto che l’Ente Parco del Beigua non ha alcuna competenza amministrativa, nè detiene strumenti giuridici per intervenire direttamente nelle questioni inerenti le modalità di conduzione e di monitoraggio della discarica della Ramognina.
Tali considerazioni, necessarie per sopperire alle lacunose informazioni riportate nell’articolo, non impediscono, tuttavia, di condividere le preoccupazioni evidenziate nel medesimo articolo e manifestate da più cittadini.


In una logica di leale collaborazione istituzionale e di efficace strategia di tutela attiva e sviluppo locale, è evidente che l’Ente Parco non si sottrarrà da questa ennesima sfida, con l’obiettivo di affiancare gli Enti competenti nella ricerca degli strumenti e dei fondi necessari per un’opportuna messa in sicurezza dell’area, pur ribadendo che nessuna competenza amministrativa in materia di pianificazione e gestione della discarica è in capo all’Ente Parco.

Ciò detto, mi sia però consentito sottolineare l’ingenerosità dell’articolo che, soprattutto nel suo titolo, non rende giustizia al faticoso lavoro quotidiano di un piccolo ente territoriale (qual è appunto l’Ente Parco del Beigua), capace di realizzare importanti progetti di valorizzazione del territorio e di attrarre significativi finanziamenti, in funzione delle disponibilità che di volta in volta si sono presentate a livello di fondi comunitari, nazionali e regionali.


Il Parco – Geoparco, l’ho più volte sottolineato, non può nulla in alcune tematiche ed in certi ambiti territoriali, ma certamente è impegnato nel campo della sensibilizzazione dei cittadini in materia di ambiente. In questo sì abbiamo responsabilità e competenza. Ed in questo campo, coerentemente con la propria mission istituzionale, fin dalla sua nascita, il Parco – Geoparco ha proposto e realizzato attività divulgative e di educazione ambientale (circa 3000 bambini in dodici Comuni del comprensorio del Beigua partecipano ogni anno ai progetti didattici predisposti e condotti dal Parco; centinaia di adulti vengono a contatto con le problematiche di tipo ambientale attraverso le iniziative di animazione locale proposte ed organizzate presso i centri visita di Sassello, di Arenzano, di Masone, di Prariondo e di Tiglieto) trattando gli argomenti del ciclo dei rifiuti, del ciclo dell’acqua, del risparmio energetico, delle risorse rinnovabili, della conservazione della biodiversità, della tutela delle produzioni tipiche di qualità, del dissesto idrogeologico, ecc. Diversi i progetti finanziati dalla Regione Liguria con il Piano di Sviluppo Rurale che hanno consentito di realizzare interventi di riqualificazione forestale e di impegnare cooperative locali. Sono 10 le aree verdi attrezzate e quasi 400 i chilometri di sentieri che il Parco – Geoparco mantiene annualmente utilizzando operatori di aziende agricole che risiedono nel comprensorio del Beigua. Sono tanti i segni che testimoniano come la presenza del Parco – Geoparco abbia in qualche maniera favorito lo sviluppo di nuove opportunità di fruizione turistica dell’entroterra del Beigua (in dieci anni risultano quasi raddoppiate le aziende agrituristiche, raddoppiati i bed&breakfast). Un numero crescente di escursionisti (quasi centomila passaggi misurati nel giro di un anno grazie ad eco-contatori posti in corrispondenza di soli quattro dei circa quarantacinque sentieri più conosciuti e frequentati del Parco). Di queste attività, dei compiti che ci ha affidato la legge regionale 12/1995 e la legge nazionale 394/1991 siamo responsabili. E su questo vorremmo essere giudicati. Non sulle carenze ed inefficienze di altri.
E’ evidente che il Parco – Geoparco è il primo a subire un danno di immagine ed a trarre solo svantaggio  dalla presenza di situazioni di degrado, di disservizi per gli utenti, di scarso interesse per le tante problematiche che affliggono un entroterra sempre più abbandonato a sé stesso.


Per questo motivo, egregio Direttore, non le nascondo la profonda amarezza personale che ho provato nel leggere quel titolo e quei riferimenti, ingiusti ed immeritati. Un senso di impotenza di fronte alla macchina tritatutto dei mass-media attenti, come è giusto che sia, ai problemi ed alle inefficienze, ma generalmente insensibili nei confronti delle piccole azioni e degli sforzi quotidiani condotti nella direzione di accrescere la sensibilità per la tutela ambientale e di aumentare la consapevolezza da parte dei cittadini che “un altro mondo è possibile” e che la cura per il nostro territorio rappresenta un atto dovuto, fondamentale, perché impagabili sono le risorse naturali che siamo chiamati a salvaguardare, con il coinvolgimento di tutti, grandi e piccini, amministratori e tecnici, turisti e operatori economici, giornalisti ed esperti della comunicazione.
 
Con l’auspicio che queste mie poche righe possano trovare spazio nella sua testata giornalistica quale doverosa replica, colgo l’occasione per porgerle cordiali saluti.
 
Maurizio Burlando
Direttore Ente Parco del Beigua

Com: Ente parco Beigua

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