“Dopo l’assemblea con i lavoratori di Cabur, che si è svolta nel primo pomeriggio, abbiamo deciso di proclamare lo stato di agitazione. E questo è solo il primo passo. Abbiamo intenzione poi, quando arriverà la lettera per l’avvio della procedura di mobilità, di convocare la Regione e di programmare altre iniziative di protesta”. Andrea Pasa interviene quindi nuovamente sul futuro dei lavoratori dell’azienda di Altare, che produce materiale elettrico, a seguito dell’incontro con i vertici della Cabur che si è svolto martedì in Confindustria a Savona.
Nel corso del vertice l’azienda ha fornito ai sindacati una fotografia dell’andamento economico: agosto 2014 si è chiuso con un calo del fatturato del -10% rispetto allo stesso periodo del 2013. “Purtroppo , continua il segretario della Fiom Cgil, l’anno di cassa integrazione non ha migliorato la situazione. L’azienda ci ha informato che i reparti con risultati negativi hanno purtroppo confermato il trend e anche negli altri ci sono segnali di crisi. Il problema riguarda ora 23 lavoratori, rispetto ai 33 iniziali, dato che dieci sono andati in pensione”.
“La Cabur ha annunciato che a metà settembre verrà aperta la procedura di mobilità e non si è resa disponibile a parlare di ammortizzatori sociali e fornirci i carichi di lavoro. Le prospettive legate al sito industriale non sono buone e questo purtroppo vuol dire che la medicina messa in campo non è stata abbastanza efficace”, sottolinea Pasa.
La Provincia di Savona, secondo quanto riportato dal Sole 24 ore, è quella con il più alto tasso di disoccupazione in rapporto alla popolazione e quella con il più elevato numero di cessazioni di attività in Italia. “Penso che le istituzioni debbano lavorare in maniera coordinata e studiare delle linee strategiche di livello macro per rilanciare l'occupazione di tutto il territorio. Non possiamo continuare a parlare di singole vertenze, ma è necessario ripensare la strategia economia del territorio”.
“Per quanto riguarda la Cabur l’auspicio è che non venga messo in atto il licenziamento collettivo, ma che si pensi a formule alternative come la cassa integrazione ordinaria e i contratti di solidarietà” conclude Pasa.