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Politica | 19 gennaio 2015, 12:00

Le Primarie arrivano fino al Quirinale: dalla Liguria una "rivoluzione rossa"?

Lo strappo di Cofferati sembra accelerare i progetti di scissione interni al PD

Le Primarie arrivano fino al Quirinale: dalla Liguria una "rivoluzione rossa"?

L'addio di Sergio Cofferati al PD e, più in generale, le Primarie per il candidato presidente alle prossime elezioni regionali in Liguria, rischiano di avere un impatto così forte nel Partito Democratico da esprimere effetti negativi persino sull'elezione del capo dello stato: la minaccia, per niente velata, arriva da Stefano Fassina, uno dei più autorevoli esponenti dell'ala sinistra del partito di Matteo Renzi.

Duro, sul tema, anche un altro strenuo oppositore del renzismo, Pippo Civati: il capo della corrente che prende il suo nome, commentando la provocatoria richiesta recapitata a Cofferati di dimettersi dall'Europarlmento, visto che vi è stato eletto con i voti del PD, ha replicato che sarebbe forse il caso, arrivati a questo punto, di "dimetterci tutti e tornare a votare".

Matteo Renzi, il quale peraltro incassa un successo elettorale dopo l'altro (anche nella sinistrorsa Liguria la renziana Paita ha vinto le Primarie a mani basse), non sembra occuparsi del tema Cofferati con particolare vigore: "Io sono rimasto anche quando ho perso", ha commentato l'ex sindaco di Firenze, derubricando la questione a mera quisquilia. Anche il capogruppo del PD in Regione, il renziano Nino Miceli, ha chiuso la partita con polemico sarcasmo: "A Cofferati non interessava la Liguria, a lui interessava solo creare problemi a Renzi". Se Miceli ha ragione, per il Cinese la missione è compiuta.

Dunque veramente la vicenda delle contestate Primarie liguri può sconfinare fino allo scranno più alto delle istituzioni nazionali? Si, ma ovviamente come semplice pretesto. All'interno del PD il correntismo ha assunto ormai toni e proporzioni inaccettabili persino in un partito di massa come quello: l'ala più radicale e tradizionalista, quella che vede il partito spostato verso sinistra, per intenderci, alterna strappi a ricuciture, quasi sempre conseguenti alle slavine elettorali e sondaggistiche che la travolge con impietosa regolarità. Finché Renzi resterà così forte, quindi, è ben difficile che qualcuno possa scalfirne le sicurezze e nella partita del Quirinale è molto probabile che tengano in tutto il loro precario equilibrio sia la superficiale compattezza interna che il Patto del Nazareno. Ciò non significa, però, che una diaspora possa essere esclusa a breve termine.

E' anche possibile, per quanto improbabile, che dalla Liguria nasca un progetto elettorale nuovo che veda un ricompattamento serio di tutta la sinistra italiana (Sel e le altre forze, assieme a civatiani e, forse, cuperliani) che potrebbe attirare anche un fetta (dentro e fuori il parlamento) di grillini. Un gruppo così coeso potrebbe rompere le uova nel paniere di Renzi e quantomeno ritardare, se non indirizzare, l'elezione del nuovo Presidente della Repubblica. La rivoluzione parte dalla Liguria?

Matteo Cantile-Genova Post

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