“Primarie sì, primarie no. Puoi dir di sì, puoi dire di no, ma questa è la vita”. I versi parodiati di questa vecchia canzone di Elio e le storie tese ben rappresentano lo spirito che si vive all’interno del Partito Democratico di Savona.
Da mesi è in atto un vero e proprio “braccio di ferro” per scegliere il nome del futuro candidato sindaco della città della Torretta alle consultazioni di maggio 2016. Tra le soluzioni emerse quelle appunto di fare le primarie, anche se questa scelta non è condivisa da tutti. O se lo è, a certe condizioni.
Se il commissario ligure del Pd Davide Ermini, così come il premier Matteo Renzi, hanno più volte sottolineato l’importanza di questo strumento, dall’altra c’è chi le vorrebbe fare condizionate. Sì dunque alle Primarie, ma su nomi che convincono tutti. No a quelle che scatenano una lotta fratricida tra gli stessi membri della coalizione di sinistra, come quelle andate in scena quest’inverno tra Raffaella Paita e Sergio Cofferati, per la scelta del candidato a Presidente della Liguria. Consultazioni dalle quali il partito ne è uscito diviso e che sono stati l’inizio della discesa di consensi che hanno portato alla bruciante sconfitta alle regionali di maggio 2015.
E su questo punto giocherebbe un ruolo fondamentale il sondaggio telefonico che il Partito Democratico avrebbe commissionato sull’operato della giunta guidata da Federico Berruti. C’è chi smentisce l’esistenza di questo strumento e chi no. In quest’ultimo caso lo scopo è abbastanza semplice: se la gente dimostrasse di aver apprezzato l’operato dell’amministrazione uscente, un candidato proveniente da queste fila sarebbe quindi credibile e votabile.
“Se in caso contrario emergessero considerazioni negative, spiega un esponente del Pd, optare per qualcuno proveniente dalla ex giunta, sarebbe come scegliere il cavallo sbagliato”. Scontato leggere in queste parole un riferimento all’ex vicesindaco Livio Di Tullio, da mesi candidato in pectore del Pd, che per molti si sarebbe trasformato da stallone in “brocco”. Quindi sì alla Primarie, ma su nomi anche condivisi e apprezzati dalle persone.
Proprio ieri il parlamentare savonese Anna Giacobbe ha lanciato un appello all’unitarietà delle forze della sinistra e sull’importanza della costruzione del programma, con uno spunto interessante:” Non si può ambire a rappresentare tutti: la missione è rappresentare la parte progressista, in senso letterale, della città”. Ora basta solo trovare il candidato che incarni questo sentimento. Più facile a dirsi, che a farsi.