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Attualità | 13 gennaio 2017, 17:45

Scuola pubblica o privata? Il dirigente scolastico di Albenga, Prof Badino "Alcune classi sembrano l'Assemblea delle Nazioni Unite, lo dico con gioia e orgoglio"

Timori di alcuni genitori " Tanti stranieri nella scuola pubblica" , Badino "In alcuni casi raggiungiamo il 50%, ma se chiediamo ai nostri bambini se nelle loro classi ci sono stranieri loro risponderanno "No ci sono solo alunni""

Scuola pubblica o privata? Il dirigente scolastico di Albenga, Prof Badino "Alcune classi sembrano l'Assemblea delle Nazioni Unite, lo dico con gioia e orgoglio"

Siamo nei giorni che precedono il periodo delle iscrizioni a scuola, fino al 16  gennaio le famiglie che devono iscrivere i propri figli alle scuole primarie e le secondarie di primo grado. Per farlo devono registrarsi al sito web del ministero dell'istruzione e dal 16 di gennaio al 6 febbraio perfezioneranno le iscrizioni dei propri figli on-line.

Per quel che riguarda le famiglie dei bambini che affrontano per la prima volta la scuola dell'infanzia, le iscrizioni funzionano ancora con il modulo cartaceo che si trova presso gli uffici di segreteria ad Albenga in via degli Orti per il comprensivo 1 e alle Paccini per il comprensivo 2.

Questo è un momento ricco di interrogativi per ogni famiglia e per aiutare anche nella scelta tra scuola pubblica o privata rispondendo ad alcuni dubbi e perplessità abbiamo intervistato il dirigente scolastico Professor Riccardo Badino :

Ma perchè scuola pubblica?

"La scuola pubblica è la scuola che ai sensi dell'articolo 3 della costituzione svolge la propria funzione per rimuovere quegli ostacoli di tipo culturale che limitano lo sviluppo della persona umana.

È una scuola che si fa carico delle debolezze dei propri utenti cercando per ognuno di loro il percorso più adatto a recuperarli. Non è una scuola che da' in maniera uguale a tutti quanti. Come ci ha insegnato Don Milani non c'è niente di più ingiusto che dividere in parti uguali tra disuguali. La scuola pubblica è a garanzia di tutti.

Entrando nello specifico di un tema molto sentito ad Albenga, la scuola statale è quella che accoglie tutti i ragazzi e se qualcuno dovesse chiedere ai nostri bambini “Ma nella vostra scuola ci sono degli stranieri?” la risposta sarebbe no, nella nostra scuola ci sono dei bambini. L'integrazione e il rispetto tra i popoli, le culture, le civiltà e le religioni passa proprio attraverso la scuola e i momenti in cui si è insieme da bambini ed insieme si cresce coltivando valori importanti come il rispetto, il riconoscimento reciproco il senso di libertà ed autonomia, ma anche quello di solidarietà e comprensione. Queste cose animano il lavoro degli insegnanti della scuola statale e sono processi che si animano ogni giorno nelle nostre aule attraverso una serie di proposte significative”


Quanti stranieri nelle scuole di Albenga? Sono un limite o una opportunità?


“Ci sono certe scuole, in particolare quelle dell'infanzia che hanno percentuali considerevolmente alte di alunni stranieri. In taluni casi ci avviciniamo ampiamente al 50%. Però questa cosa deve essere vissuta come una risorsa non una limitazione.

Il dato culturale del modo con cui si ha più o meno fiducia verso chi ha provenienze diverse dalle nostre è una convinzione che va vinta, va smontata offrendo, proprio a chi ha questo scetticismo di venire ad osservare cosa succede nelle nostre scuole.

Sui nostri siti è possibile visionare alcuni video fatti in occasione degli open day che dimostrano come insieme i ragazzi hanno cantato i canti di natale a prescindere dalle loro religioni e dalle loro tradizioni perchè si sono sentiti ragazzi italiani in scuole italiane in un momento sicuramente significativo come quello del Natale. Questo da un po' il senso.

Quando io dico che abbiamo delle classi che sembrano l'assemblea delle nazioni unite lo dico con una grande soddisfazione. È bello che bambini di origine asiatica, latino americana, nordafricani o albanesi ecc si ritrovino insieme a condividere gli stessi percorsi che percorrono i futuri cittadini adulti italiani.

Il mondo ha bisogno di questo ovunque e quando vediamo le immagini dei profughi diciamo ai nostri ragazzi che ci deve animare un senso di solidarietà verso chi ha bisogno.

Mara Cacace

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