Già poco dopo le 23, a seggi appena chiusi, sono scattati i primi exit-poll, mentre le tv nazionali (e anche qualche canale estero curioso di conoscere gli sviluppi nel nostro Stivale) si scatenano nelle "maratone elettorali".
I primi dati vedono il Movimento 5 Stelle come primo partito, tanto alla Camera quanto al Senato, con percentuali che si attesterebbero tra un minimo del 29,5% e un massimo del 32,5%.
"Tiene botta" il Partito Democratico, che conserva percentuali prossime al 20%. L'exploit Lega non si è verificato in modo così esplosivo come si profetizzava nei mesi scorsi, con cifre previste tra il 13 ed il 16%, più o meno gli stessi punti percentuali di Forza Italia.
Fratelli d'Italia a destra e Liberi e Uguali a sinistra potrebbero rischiare di non superare lo sbarramento del 3% se non per il rotto della cuffia, con valori quantificati per entrambi su numeri compresi tra il 2% e il 5%.
Qualsiasi altro gruppo politico presente in questa nutritissima campagna elettorale si pone su valori prossimi al 2% o anche di molto inferiori.
Resta il fatto che molti politologi, a fronte di queste cifre, ipotizzano lo scenario di una nazione di fatto ingovernabile. Un risultato che potrebbe portarci a un governo "tecnico", in vista di una nuova consultazione elettorale in tempi brevi, o alle larghe intese.