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Attualità | 23 maggio 2018, 11:10

Asset Altare: ok dei lavoratori all'accordo sull'incentivo all'esodo e sulle condizioni per il trasferimento ad Arsate Seprio

La FIOM CGIL Savona non nasconde grande amarezza per l'ennesima emorragia produttiva ed occupazionale della provincia e per lo scarso interessamento delle istituzioni alla vertenza.

Asset Altare: ok dei lavoratori all'accordo sull'incentivo all'esodo e sulle condizioni per il trasferimento ad Arsate Seprio

É arrivato l'ok dei lavoratori di Asset Altare all'ipotesi di accordo sull'incentivo all'esodo e sulle condizioni per il trasferimento individuale nella nuova unità produttiva di Arsate Seprio, nel varesino. Grande amarezza per l'ennesima emorragia produttiva ed occupazionale della provincia e per lo scarso interessamento delle istituzioni alla vertenza, trapela dalle parole del segreterio FIOM CGIL Savona Andrea Mandraccia:

"L’assemblea dei lavoratori di Asset ha dato il via libera alla firma di un accordo collettivo che disciplini le conciliazioni individuali con cui o si porrà fine ai rapporti di lavoro una volta che a fine anno verrà chiuso lo stabilimento di Altare o si stabiliranno le condizioni per i lavoratori che, temporaneamente o definitivamente, si trasferiranno nella nuova unità produttiva di Arsate Seprio (VA).

Durante la trattativa siamo riusciti a migliorare sensibilmente le condizioni di partenza delle proposte aziendali specie per quanto riguarda gli incentivi all’esodo per i lavoratori che non intendono trasferirsi ad oltre 200 km da casa sulla base di un dato di fatto, ossia che il trasferimento corrisponderà per molti di essi al licenziamento.

L’accordo collettivo definirà altresì le condizioni per il trasferimento individuale rimanendo ovviamente da parte nostra grande contrarietà rispetto alla procedura di trasferimento collettivo aperta unilateralmente dall’azienda lo scorso 5 marzo dopo che per mesi qualunque ipotesi di trasferimento della produzione fuori provincia e di abbandono del territorio era stata negata.

Non c’è alcuna soddisfazione per l’esito di una vertenza che si concluderà con l’ennesima emorragia produttiva ed occupazionale per il nostro territorio a fronte di una irresponsabile dal punto di vista sociale ed immotivata dal punto di vista industriale decisione unilaterale di Asset e del Gruppo Brita.

Al tempo stesso siamo estremamente amareggiati per lo scarso livello di interessamento ad oggi dimostrato da parte delle Istituzioni, in particolare del MISE e della Regione Liguria, proprio nel momento in cui, attraverso la definizione dell’iter di area di crisi industriale complessa, si intende rilanciare la presenza di attività produttive in un territorio pesantemente colpito dalla crisi. Anche se è chiaro che sarebbe stato impossibile far cambiare idea al Gruppo, riteniamo che sarebbe stato necessario convocare specifici tavoli di confronto.

Ora è pertanto indispensabile che si lavori con urgenza per dare una nuova prospettiva industriale ed occupazionale al sito produttivo che a fine anno verrà dismesso, cosa che come Segreteria FIOM CGIL Savona abbiamo chiesto da subito".

c.s.

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