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Attualità | 11 agosto 2018, 14:19

Anche la CGIL Savona unita nel cordoglio per la morte dell'operaio ad Altare

Andrea Pasa, Segretario Generale: "Non si può morire a 26 anni mentre si è sul posto di lavoro".

Anche la CGIL Savona unita nel cordoglio per la morte dell'operaio ad Altare

Anche la CGIL Savona si unisce al cordoglio per la tragica scomparsa dell'operaio 26enne coinvolto nell'incidente di ieri ad Altare. Di seguito il comunicato firmato da Andrea Pasa, Segretario Generale, che si è soffermato anche sulla questione relativa alla sicurezza dei lavoratori:

La Cgil di Savona in primo luogo intende esprimere la propria vicinanza ai familiari del lavoratore coinvolto nell'incidente di ieri pomeriggio ad Altare. Sarà nelle prossime ore la magistratura a verificare la cause, ma non si può morire a 26 anni mentre si è sul posto di lavoro.

È una strage che va fermata. Il tempo delle denunce deve lasciare il posto ad iniziative concrete da parte di tutti, soprattutto da parte di chi ha responsabilità di governo delle istituzioni a tutti i livelli e di chi ha la conduzione delle imprese. Al momento il tema della sicurezza e della qualità nei luoghi di lavoro è totalmente assente nell'agenda politica nazionale. Sono necessari piani straordinari di intervento  a livello nazionale, regionale e territoriale. Non sono più sufficienti mobilitazioni, manifestazioni e denunce, è necessario un intervento concreto delle istituzioni.

Da inizio 2018 sono oltre 500 i lavoratori che hanno perso la vita nel nostro Paese mentre lavoravano, piu' 5% rispetto allo stesso periodo del 2017, mentre a Savona nel 2016 sono state 5 le morti bianche, nel 2017 10 e purtroppo nel 2018 due lavoratori hanno perso la vita. Lavoratrici e lavoratori continuano a perdere la vita sui luoghi di lavoro dove, invece, dovrebbero sentirsi protetti : il problema principale è che il tema non viene messo al centro dell’agenda politica italiana.

Qualche giorno fa, il sottoscritto in un incontro con la Regione Liguria, ha proposto di utilizzare parte delle risorse economiche del piano anticrisi e parte delle risorse dell'area di crisi industriale complessa del Savonese proprio per progettare e fare partire immediatamente corsi di formazione su sicurezza e salute, formazione troppo spesso abbandonata o utilizzata solo per aggiustare bilanci di qualche impresa. 

A giugno di quest'anno, bene hanno fatto le categorie sindacali degli edili unitariamente a costruire insieme alla Prefettura e alle associazioni datoriali un protocollo sulla sicurezza per i cantieri edili savonesi, protocollo unico in Italia, che non risolve certo tutti i problemi, ma che mette per la prima volta a disposizione strumenti operativi per la protezione della salute e l'implementazione della sicurezza nei cantieri edili. 

Gli ambiti di intervento sono la riduzione degli orari di lavoro (vedi la Germania), la modifica dell'attuale legge previdenziale (oggi il 60% degli infortuni mortali in Italia accade a lavoratori over 65), l'istituzione obbligatoria di formazione ed informazione per ogni lavoratore ed un intervento deciso sul lavoro precario. 

Troppo poco ancora viene fatto a livello nazionale, basti pensare che nel contratto di Governo non vi e' neppure una riga che parli di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. 

c.s.

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