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Attualità | 27 agosto 2019, 14:48

Antonio Maria Lapenta, il massimo esponente italiano nel campo dell'ipnosi, ci racconta il "suo" Ponente Ligure

Una toccante conversazione con lo psichiatra torinese: i suoi legami con Pietra Ligure, con la cultura locale, con il Premio Letterario di Peagna e con gli eventi di San Giorgio d'Albenga

Antonio Maria Lapenta, il massimo esponente italiano nel campo dell'ipnosi, ci racconta il "suo" Ponente Ligure

Il Prof. Antonio Maria Lapenta è Psichiatra,  iscritto all’Albo degli Psicoterapeuti Medici dell’Ordine dei Medici di Torino e Provincia, direttore dei corsi del Centro Italiano di Ipnosi Clinico Sperimentale (C.I.I.C.S.) ed è oggi un luminare di grandezza riconosciuta in tutta l’Italia per quanto riguarda l’applicazione dell’ipnosi in chirurgia.

Lapenta è stato recentemente collaboratore di uno dei diversi appuntamenti culturali organizzati dalla creativa, vulcanica, inarrestabile Silvia Bazzano nell’ambito del teatro di San Giorgio d’Albenga. Solo per citare un paio di esempi, lei è “l’anima” dei festival dedicati, nel corso dell’anno, alla canzone dialettale e al teatro dialettale liguri. Nella fattispecie, Lapenta è ideatore e organizzatore di "Liguria Quiz", un nuovo e simpatico modo per fare conoscere "giocando" la storia e la cultura della nostra regione. Ed esso ha trovato spazio proprio, grazie alla collaborazione con Silvia Bazzano, nel salone "Don Pelle" di San Giorgio.

Ne abbiamo approfittato per contattare il Professor Lapenta e fare una bella conversazione sia sul suo lavoro, sia sul forte legame che ha con la Liguria.

Professore, partiamo dall’inizio: in che cosa consiste l'ipnosi applicata alla chirurgia?

“Si tratta di una tecnica che va a sostituirsi all’anestesia. In pratica è la creazione di un’idea che si riverbera sul piano psicosomatico del paziente, ideale nella piccola chirurgia e in casi di allergie o ipersensibilità ai farmaci”.

Mi dice che è ideale in piccola chirurgia, però recentemente a Legnano i medici Roberto Stefini e Andrea Cividini (quest’ultimo proveniente proprio da un suo corso di formazione) hanno applicato l’ipnosi con successo persino in un delicato intervento alla testa. Quindi è possibile applicarla anche in contesti più complessi della piccola chirurgia?

“La tesi relativa all’intervento di Legnano sarà presentata nella mia scuola a fine novembre ed in quel caso sarò felice di conoscere tutti i dettagli dell’intervento. Al momento posso dirle soltanto che nella piccola chirurgia è qualcosa di ormai quotidiano. Sull’episodio legnanese al momento non sono in grado di sapere di più, anche perché in questo momento sono in ferie”.

A proposito di ferie: vogliamo parlare del suo legame con la Liguria?

“Un legame fortissimo che dura da 60 anni, ormai. Avevo nove anni la prima volta che sono arrivato qui e continuo a tornare in ogni estate. Questo perché mio padre, medico, operò in un ospedale militare durante la II Guerra Mondiale accanto ad Alberto Rocco, che poco dopo la fine del conflitto divenne direttore del Santa Corona di Pietra Ligure. Erano legati da un’amicizia fortissima. E fu così che, quando fu il momento di scegliere dove prendere casa per le vacanze, i miei genitori non ebbero alcun dubbio: Pietra Ligure. Ed è qui che io continuo a tornare, in estate ogni fine settimana e poi per quasi tutto il mese di agosto”.

Ed è così che arriviamo alla sua amicizia con Silvia Bazzano, come è nata?

“Tutto nasce dal legame di amicizia che avevo con suo padre, Elmo Bazzano, un uomo meraviglioso, attento a custodire la cultura ligure. E quel rapporto è poi proseguito con sua figlia. Io ed Elmo fummo presentati da un altro mio carissimo amico, il professor Franco Gallea, in occasione di una edizione del Premio Letterario Anthia dedicato ai libri di Liguria, che si tiene annualmente a Peagna di Ceriale. Con Gallea siamo ancora in contatto, quando vengo in Riviera in estate ci sentiamo spesso, ci siamo sentiti ancora due giorni fa. Ho visto nascere e crescere la rassegna di Peagna, un evento a cui sono molto affezionato”.

E concludiamo unendo in un unico fil rouge tutte queste tematiche: nella sanità ligure esiste l’ipnosi in chirurgia?

“Mi risulta che al momento siano stati condotti solo dei primi approcci, in ospedale a Imperia tramite la sezione di Psichiatria e una quindicina d’anni fa ad Albenga in ostetricia. C’è da dire che Piemonte e Liguria sono vicinissimi, la sanità ligure e quella piemontese sono legate a doppio filo e sono due veri vasi comunicanti. Per cui, così come il Santa Corona è stato per decenni un punto di riferimento per l’Università di Torino, soprattutto per quanto riguarda l’ortopedia, allo stesso modo tanti pazienti liguri che vogliono rivolgersi alla chirurgia con ipnosi sono portati a recarsi a Torino, Alba, Asti, dove queste pratiche sono radicate da tempo, per una questione di vicinanza”.

Alberto Sgarlato

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