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Economia | 29 giugno 2020, 09:08

La nuova frontiera della pubblicità: Native Advertising

Una nuova forma apprezzata da moltissimi utenti.

La nuova frontiera della pubblicità: Native Advertising

Tutti noi ogni giorno consultiamo diversi siti internet, navighiamo sulla rete per i motivi più disparati trovandoci di fronte una grande quantità di portali, differenti tra di loro ma molto interessanti. Questa differenza di contenuti fa sì che ognuno di noi possa consultare ciò che più ritiene interessante: tuttavia c’è qualcosa che unisce tutti gli utenti che entrano sulla rete, gli annunci pubblicitari. La grande quantità di questi annunci a cui siamo sottoposti crea poco interesse, per non dire fastidio, negli utenti ed allo stesso tempo grande difficoltà per gli inserzionisti. Infatti ci sono diverse applicazioni che bloccano gli annunci, così come molte persone evitano gli ads, una sorta di ‘cecità’ nei confronto dei banner. La soluzione migliore per risolvere questo tipo di problematiche è fare riferimento al native advertising.

Una pubblicità efficace ma discreta, senza disturbare l’utente.

Native advertising significa utilizzare gli ads a pagamento che si integrano alla perfezione all’interno della pagina web in cui sono posizionati per aspetto, per la forma e per la funzione: in definitiva a differenza dei video o dei classici banner la pubblicità nativa non appare con il classico aspetto di un annuncio. Il segreto di questo tipo di pubblicità, che ha cominciato a farsi largo dal 2012, è senza dubbio l’essere discreta, utile per nulla invasiva, essa infatti compare sui feed dei social media come pubblicazione on line oppure come contenuti consigliati. E’ come se l’utente non dovesse accorgersi della presenza di annunci a pagamento e nel caso in cui dovessero apparire non debbono di certo disturbarlo.

Diversi tipi di Native Advertising, stessa efficacia.

Come abbiamo accennato la Native Advertising è discreta, utile e non invasiva. Ma ci sono degli esempi? I business senza dubbio ne usano diversi tipi: i post sponsorizzati sui social media, che sono uno dei tipi di native advertising più comuni online; il contenuto sponsorizzato da influencer, spesso i brand scelgono di collaborare con influencer per sponsorizzare i loro prodotti o servizi, come in questo esempio di native advertising in Italia; e ancora la ricerca a pagamento e inserzioni sponsorizzate, simile alle inserzioni sponsorizzate; i widget sponsorizzati sulle pubblicazioni online che sono molto diffusi nella maggior parte delle pubblicazioni; poi il contenuto editoriale sponsorizzato sulle pubblicazioni online, quando cioè molte pubblicazioni permettono ai brand di sponsorizzare contenuti originali; infine i profili dedicati ai brand sulle pubblicazioni online, di recente sviluppato su alcune pubblicazioni online di brand importanti e di grandi dimensioni.

Una nuova forma apprezzata da moltissimi utenti.

E le caratteristiche? Innanzitutto la grossa differenza tra Native advertising e Content marketing,  il native advertising è un mezzo di comunicazione per il quale i brand o individui pagano e di conseguenza, il content marketing non è native advertising. Poi gli ad nativi sono basati sul contenuto, gli annunci devono essere utili, interessanti e altamente rilevanti per gli utenti. Ancora gli ad nativi sono mimetizzati nei feed degli utenti ed infine è necessario indicare che gli annunci nativi sono una forma di pubblicità. Ecco allora tutto ciò che prema questa forma di pubblicità, sempre più apprezzata dagli utenti.

 

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