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Economia | 28 agosto 2020, 12:00

Crisi post Covid: il suicidio di un ristoratore fiorentino porta ombre scure sulla ripresa

AISOM è una valida risposta a tutte quelle affermazioni o ai dubbi sulla modernità e validità del modello associativo.

Stefano Vergani

Stefano Vergani

Ovvero: se crisi sarà, come difendersi e rilanciare le attività economiche? Accade nel quartiere di Santa Croce: l'uomo era preoccupato per la sua impresa, come tutti nel prossimo futuro pertanto crediamo che simili fatti debbano essere spunto e sprone per portare avanti discorsi costruttivi mirati ad aiutare la piccola e media imprenditoria italiana.

Ecco che, quello che in tanti avevano vaticinato,… accade! Non sono ancora terminate le ferie estive - possibile valvola di sfogo dopo mesi di sofferenze economiche e sociali e rigorosi distanziamenti e le cronache dei media ci riportano alla cruda realtà e a scenari che mai avremmo voluto vedere confermati prima di andare in ferie ( per chi ci è andato ! ) : nuovo aumento dei focolai ed economia ancora fiacca con segnali drammatici. Se i primi esiti dei focolai vacanzieri potrebbero avere come prime conseguenze nuovi decreti sui distanziamenti e nuove azioni preventive ( in attesa di un vaccino ) con maggiore attenzione a nuove procedure di abbattimento dei rischi da contagio e tenendo sempre mappati l’entità e gravità dei prodromi autunnali ed invernali, sul secondo punto mancano anche i minimi segnali di presenza dopo le attività governative in Italia ed in Europa.

Il suicidio del ristoratore fiorentino sarà inizio di una lunga serie?...e se il Governo italiano non riuscirà ad accedere ai tanto sbandierati miliardi UE o firmare il MES…o individuare altre iniziative valide…cosa ne sarà delle imprese ?...e dei lavoratori? e delle famiglie? Se mancheranno gli introiti o saranno insufficienti, quali prospettive si aprono per imprenditori e collaboratori?..e con la prossima ripartenza dei muti e delle tasse?

Un punto di partenza condivisibile da tutti è che nessun imprenditore deve essere lasciato solo e nessun imprenditore deve pensare di potercela fare da solo: l’attuale scenario e le sue prospettive future, ripropongono con vigore l’importanza dell’associazionismo imprenditoriale, che negli ultimi anni ha perso molto consenso e interesse da parte degli imprenditori. Questo perché gli imprenditori hanno domande e vogliono risposte accompagnate da fatti, non dichiarazioni roboanti di intenti volte a guadagnare consenso molto spesso politico. Sembrerà strano, ma tra le tante associazioni di categoria (sovente molte di loro sono a lamentarsi del governo di turno…ma senza proporre alternative valide per i propri associati) abbiamo scoperto che ce n’è una, a livello nazionale, che ha a cuore i propri soci e si è mossa già in tempi non sospetti con un progetto (B2F - Back to the future) finalizzato a ….., per dare una risposta a tutte quelle imprese che sono solite lamentarsi dei loro modelli associativi ( quante volte abbiamo sentito dire “ si ma l’associazione potrebbe fare di più!...” o “ dobbiamo capire se il costo quota comporta effettivi vantaggi” o ancora “ le figure apicali tendono troppo a sfruttare la loro posizione per vantaggi personali”…). Parliamo di AISOM Associazione Nazionale delle Imprese.

AISOM è una valida risposta a tutte quelle affermazioni o ai dubbi sulla modernità e validità del modello associativo. Già in tempi non sospetti ( si parla del 2019 ) veniva creata la linea guida per l’attivazione di una task force di consulenti, imprenditori interni e soci che con modalità innovative poteva subentrare nella gestione dell’impresa con un team idoneo di persone non coinvolte nella società ( partecipazioni societarie ) o “ coinvolte emotivamente” o “ distratte dal dolore e l’imbarazzo della gestione in crisi” che si muovono in modo amichevole ed asettico per ristabilire una situazione di navigabilità dell’azienda. “ Visto poi quanto l’esplosione della situazione post CoVid 19 ha impattato sul lavoro ovunque e a qualsiasi livello e di come presumibilmente si dilungheranno ed aumenteranno di molto le difficili situazioni di equilibrio di aziende…. imprenditori ( e le loro famiglie ), i lavoratori, fornitori e clienti potranno trovarsi in ulteriori situazioni di difficoltà “ afferma l’avv.to Giuseppe Giannone del Consiglio Direttivo di AISOM e supervisore del progetto “ quindi ecco la soluzione che piace a tutti perché si possono individuare ed attuare diverse opportunità di rilancio “

Il succitato progetto B2F è molto organico. Pensato dal suo  PRESIDENTE, Stefano Vergani - un ex militare dell’Arma, poi manager per aziende nazionali e multinazionali e poi imprenditore e tra i fondatori di AISOM nel 2009 – si fonda su un programma che potremmo dire alla “ ghostbuster “  che viene poi accettato di buon grado dal sistema finanziario e dalle istituzioni. Perfino alcuni sindacati, rendendosi conto della gravità dell’attuale situazione, hanno preso contatti con AISOM per poterne essere parte attiva e partecipativa.

Con alcune banche attente e veramente sensibili abbiamo attivato buoni rapporti, si fidano di AISOM e dei progetti orientati al bene dei soggetti bisognosi di un giro di volta…e condividono pertanto molto più favorevolmente - economicamente e socialmente - la possibilità di rientrare dei fidi in precedenza erogati ( se non addirittura nuovi fidanzamenti ) e le prospettive di rilancio delle aziende evitando che il rischio di deterioramento del portafoglio diventi sistemico, ma anche, più altruisticamente, per contribuire a creare un ecosistema managerialmente sostenibile con gli azionisti che devono imparare molto bene a metterci del loro comprendendo che l’approccio è meritocratico e etico e che alla base c’è un interesse comune condiviso. Questa è valida risposta al pèerchè servojo oggi le Associazioni di Imprese innovative e non spiaggiate sul ricorso alle quote associative. Più difficile, ad oggi, il rapporto con le istituzioni governative. “ il MISE ha sino ad oggi mostrato uno scarso interesse ad approfondire l’approccio proposto da AISOM. Eppure il recentissimo esperimento Corneliani (MN) potrebbe rappresentare un punto di svolta nelle modalità di gestione delle crisi aziendali, specie per quanto concerne il comparto delle PMI, che per numero e tipologia non potranno essere tute seguite dai tavoli del Governo che dovrebbe e potrebbe essere invogliato a sostenere le Associazioni di imprese a far da tutor per i loro associati  “continua Vergani,

Secondo Maurizio Quarta, CEO di Temporary Management & Capital Advisors e socio attivo nel mondo AISOM, l'impiego di manager "a tempo" potrebbe aiutare le PMI nel rapporto con tutti gli stakeholder “ E’ arcinoto come le PMI italiane siano sottocapitalizzate, ma anche sotto managerializzate, elementi che fino ad oggi hanno inciso sulle loro difficoltà di rapporto con il sistema bancario “ afferma Quarta “ ma, oltre a ciò, le nuove regole di management dell’economia globale richiedono espressamente sia nuove competenze manageriali, ma soprattutto una rinnovata etica sociale e la capacità che i loro interventi – come succede all’estero – siano sempre più legati agli esiti del loro interventi e possedere la capacità di sapersi muovere in tempi sempre più rapidiCiò rilancerebbe nuovi spazi per il concetto di bancabilità del temporary management, che ha sempre avuto in AISOM un fiero sostenitore, e con cui si intende la possibilità da parte delle banche di finanziare progetti di TM in aziende loro clienti (specie PMI), e in situazione di crisi”.

c.s.

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