Una richiesta di realizzazione di un pontile, il no del Comune di Celle e il successivo ricorso al Tar.
La Punta dell'Olmo Spa società che ha realizzato nell'ex Colonie Bergamasche 43 appartamenti nell'ex padiglione Vigliola e 23 nell'ex padiglione Frizzoni oltre a dar vita ad un maxi restyling dell'area, aveva presentato due istanze il 30 dicembre del 2023 relative alla concessione di due aree demaniali marittime: la prima per la realizzazione di un pontile a mare (richiedendo di conseguenza una concessione per lo specchio acqueo pari a 312,50 mq) in località Punta Aspera e la seconda per un'ampia porzione di scogliera naturale sempre nella stessa area di 1.475,16 mq su cui realizzare percorsi pedonali.
Le aree erano state richieste con lo scopo di completare l'accesso al mare dell'edificio residenziale situato nell'area dell'ex Colonie.
La geometra Sonia Mitra, responsabile del Servizio Pianificazione Urbanistica e Territoriale comunale aveva respinto le richieste presentate in quanto la Legge Regionale del 28 aprile 1999 ed in particolare l'articolo 11bis, prescrive la redazione di un Progetto di Utilizzo comunale delle Aree Demaniali marittime (PUAD) "tale da garantire una percentuale minima di aree libere e libere attrezzate pari al 40% del fronte totale delle aree balneabili (di cui almeno la metà libere), stabilendo che in difetto il Comune non possa rilasciare nuove concessioni demaniali marittime in tutto il territorio comunale".
Il PUAD del Comune di Celle Ligure, non soddisfa infatti la percentuale richiesta e da quello deriva l'impossibilità di rilasciare nuove concessioni demaniali.
Lo scorso 31 gennaio la società aveva presentato due ricorsi al Tar con lo scopo di ottenere l'annullamento del 4 dicembre del 2024 con il quale il Comune di Celle aveva respinto la richiesta presentata dalla Punta dell'Olmo S.p.a., relativa al rilascio della concessione e di un'eventuale contestuale anticipata occupazione per la realizzazione del pontile e un percorso pedonale sulla sogliera.
La società ha partecipato al procedimento amministrativo segnalando che "la condizione ostativa al rilascio della concessione, a loro avviso, afferisce solo ad ipotesi di nuove occupazione di aree demaniali definibili quali spiagge, visto che la percentuale minima di aree balneabili libere e libere attrezzate pari al 40% del fronte totale delle aree balneabili prevista dalla legge, si riferisce alle spiagge libere e libere attrezzate".
La dirigente comunale aveva quindi specificato che il comma 3 dell'articolo 11 bis vieta al Comune il rilascio di nuove concessioni demaniali marittime in tutto il territorio comunale e che il divieto opera indipendentemente dalla destinazione d'uso delle concessioni richieste e dalla loro natura, con la conseguenza che le osservazioni presentate sono state ritenute inaccoglibili.
La giunta comunale cellese aveva quindi deciso di costituirsi in giudizio e di nominare un legale di fiducia per resistere al Tribunale Amministrativo Regionale.














